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Dopo alcuni mesi consecutivi caratterizzati da segnali timidamente incoraggianti, tornano a far preoccupare i risultati del mercato auto italiano. Secondo i dati diffusi dal Ministero dei Trasporti infatti il mese di maggio si è chiuso con 131.602 immatricolazioni di autovetture nuove, segnando un -3,83% rispetto a maggio 2013.
Non c'è (e non c'è stata) alcuna ripresa
«La cautela con cui abbiamo commentato i modesti rimbalzi positivi dei primi mesi del 2014 trova purtroppo conferma nel dato negativo di maggio che, a nostro avviso, non va letto come un segnale di rallentamento ma come espressione di un mercato in sostanziale stagnazione, nonostante la spinta del noleggio e dei kilometri zero. Quindi, nessuna ripresa o, che dir si voglia, ripresina». Questo il commento a caldo del presidente di Federauto, Filippo Pavan Bernacchi.
Federauto evidenzia che la situazione del mercato auto è dolorosamente coerente con la situazione economica del Paese, certificata dai dati ufficiali sulla flessione del PIL nel primo trimestre dell’anno, dal generalizzato calo dei consumi di tutti i beni, dal consolidamento della crescita dei disoccupati - record negativo dal 1977 - a cui si aggiungono gli effetti perversi della leva fiscale. Questo spiegherebbe perché gli acquisti di autovetture da parte delle famiglie si mantengono su livelli storicamente minimali e perché quelli delle aziende non si esprimono a livelli comparabili con gli altri paesi europei.
Bisogna riformare la fiscalità sull'auto
Aggiunge Angelo Di Martino, presidente dei concessionari Mercedes-Smart: «E’ indispensabile un significativo intervento di riforma dell’imposizione tributaria sui veicoli. Per questo valutiamo positivamente la recentissima proposta di legge presentata dal presidente della Commissione Finanze della Camera dei Deputati, Daniele Capezzone».
Federauto ritiene che la "proposta Capezzone" ponga sul tavolo, con equilibrio, alcuni nodi da sciogliere fra i quali quello del rinnovamento della mobilità privata in senso ecologicamente compatibile, dell’approccio da seguire per commisurare la tassazione ai livelli di inquinamento dei veicoli, dell’alleggerimento della fiscalità sulle auto aziendali.
Conclude Pavan Bernacchi: «Dopo essere stati vittime di una autentica aggressione fiscale da parte dei precedenti Governi, ci chiediamo se quello attualmente in carica avrà la volontà di restituire all’automotive parte delle risorse drenate in questi anni, dando al settore una opportunità di crescita vera e, nello stesso tempo, di sviluppo per il Paese».