Pavan Bernacchi: «Sull'auto si è abbattuta un'overdose di imposte»

Pavan Bernacchi: «Sull'auto si è abbattuta un'overdose di imposte»
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A giugno il mercato auto in Italia perde il 5,5% rispetto allo stesso mese dello scorso anno, quando si era registrato un calo del 24,4%. Federauto torna a chiedere un intervento immediato al Governo
4 luglio 2013

I dati relativi al mercato auto di giugno continuano a fotografare una situazione perlomeno allarmante nel nostro Paese. Mentre il dato in sé infatti rivela una perdita non eccessivamente pesante, pari al 5,5%, quello che deve preoccupare piuttosto è il fatto che questo risultato negativo si ottiene paragonando i dati di vendita a quelli dello stesse mese dello scorso anno, quando in Italia il mercato auto perdeva il 24,4%.


Nonostante il consueto apporto di autovetture a kilometrizero infatti, il mese di giugno 2013 si è chiuso con una perdita del -5,5%, per un totale di 122.008 pezzi immatricolati.

 

Filippo Pavan Bernacchi, Presidente di Federauto, l’associazione che rappresenta i concessionari di tutti marchi commercializzati in Italia di auto, veicoli commerciali, industriali e autobus ha dichiarato: «Deve però esser chiaro a tutti che anche se quest'anno alla fine eguagliassimo il 2012, evento peraltro improbabile, il problema rimarrebbe in tutta la sua interezza. Oramai siamo a un mercato italiano simile a quello del 1969, ossia 44 anni fa. Inoltre a testimoniare che l'Italia ha sbagliato tutte le scelte politiche sull'automotive sono i dati sulle vendite  2012 in Europa, dove siamo stati il fanalino di coda. Cos'altro bisogna aspettare per intervenire?»

 

Prosegue Pavan Bernacchi: «Il nostro ottimismo imprenditoriale viene costantemente smorzato dalla razionalità dei dati. Il settore dell’auto in Italia sta purtroppo vivendo una crisi molto più grave di quella dell’economia reale del Paese: sui livelli ante-crisi le immatricolazioni hanno infatti subito un calo del -44%, mentre la produzione industriale è scesa del -25,4% e il PIL del -6,5%».


«I motivi del crollo dell’auto sono evidenti: un’ overdose di imposte che si è abbattuta sulle nostre aziende e sui nostri clienti, caro-IVA, caro-carburanti, caro-assicurazioni, difficoltà di accesso al credito. Nel mese di giugno abbiamo assistito ancora una volta, ha dell'incredibile, all’utilizzo dell’accisa sui carburanti come fonte di copertura per misure governative e, quindi, abbiamo visto confermata, anche dal Governo Letta, la linea che ha prodotto danni ben più gravi della crisi economica in sé. Questo è il nostro più grande rammarico perché il nostro settore, ancora prima di incentivi, ha bisogno di disinnescare i dis-incentivi o di non vararne di nuovi. E invece cadiamo sempre lì, sugli autoveicoli utilizzati per spremere sangue dai muri creando contrazione della domanda e disoccupazione nell'intera filiera».


Secondo le stime di Federauto la proiezione dei dati del primo semestre 2013 porta a intravedere un consuntivo annuale non superiore a 1.250.000 immatricolazioni, con un peggioramento dell’avvilente 2012 chiuso con poco più di 1.400.000 pezzi.


Conclude Pavan Bernacchi: «Al Presidente del Consiglio Letta, ai suoi Ministri dell’Economia Saccomanni, dello Sviluppo Economico Zanonato e dei Trasporti Lupi, chiediamo di leggere con attenzione i dati perché c'è la necessità di reagire subito, mettendo al più presto intorno al tavolo i rappresentanti di tutta la filiera automobilistica. Un settore che, peraltro, continua a dare allo Stato entrate fiscali per una quota pari al 16,6% del PIL. Ma per quanto?».

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