Mercato: agosto 2011 in linea a quello del 2010

Mercato: agosto 2011 in linea a quello del 2010
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Nonostante un agosto in ripresa, Unrae e Federauto fanno notare come la situazione del mercato italiano dell'auto non sia rosea in virtù di un calo del 3% che, nello stesso mese rispetto agli scorsi anni, fa registrare il risultato peggiore degli ultimi 13 anni
2 settembre 2011

Nonostante un agosto 2011 discreto, in quanto non in rosso rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, la situazione del mercato dell’auto in Italia appare comunque negativa. Nei primi otto mesi dell'anno, infatti, sono state immatricolate 1.222.431 unità, pari ad un calo complessivo del 12%. Un dato non certamente confortante alla luce anche del dato negativo relativo agli ordini, che lo scorso mese di agosto sono stati appena 70.000 (-3%): peggio era andata solamente 13 anni fa.

"In un momento di forte debolezza come questo - afferma Gianni Filipponi, direttore generale dell'Unrae - il settore manifesta particolare apprensione per la Manovra-bis in discussione in questi giorni in Parlamento. E' più che evidente che l'automobile non può farsi carico di ulteriori appesantimenti fiscali, considerando quelli che già gravano sulle famiglie italiane in termini di assicurazioni, carburanti e imposizioni tributarie".

"In tal senso - conclude Filipponi - l'Unrae è intervenuta sul Governo e sulle Commissioni parlamentari competenti per chiedere l'abrogazione della recente disposizione relativa all'Imposta Provinciale di Trascrizione che costituisce, non solo un pesante aggravio per gli automobilisti - in quanto, di fatto, raddoppia la misura di questa imposta per le auto nuove e usate - ma anche una discriminazione, considerato che si applica soltanto ai residenti nelle provincie delle regioni a statuto ordinario".

Inoltre Federauto sottolinea come la lieve crescita del mercato dell'auto nel mese di agosto, non assuma rilievo rispetto al reale stato di salute del settore, confermando le previsioni da qui a fine anno, che si attesterebbero a circa 1.800.000 pezzi.

Federauto inoltre osserva che: "si intravede un appiattimento sui risultati drammatici consuntivati dall'aprile 2010 in avanti. Da quando, cioé, sono scomparsi gli effetti delle immatricolazioni delle vetture che beneficiavano della rottamazione governativa".

Secondo il presidente di Federauto, Filippo Pavan Bernacchi: "La priorità di oggi è l'apertura del dialogo con il Governo per ridisegnare la mobilità del futuro e sostenere la domanda con un piano pluriennale che si autoalimenti con i maggiori introiti generati dal settore. Ma anche attraverso la rivisitazione dell'iniqua fiscalità delle auto aziendali e altro che siamo pronti a dettagliare. Invece la manovra anti Crisi, così come strutturata, affosserà ulteriormente una possibile lenta ripresa dell'automotive, uno dei settori portanti dell'economia italiana".

Demarca inoltre Federauto, che l'eventuale aumento dell'Imposta Provinciale di Trascrizione (IPT): "in un momento tra l'altro dove si parla di eliminare in tutto o in parte questi enti inutili, renderà ancora più pesante il sistema fiscale che grava sul settore. Questo provvedimento ingiusto, iniquo e dannoso, si sommerebbe ad altre scelte nefaste quali l'aumento delle accise sui carburanti, la dimenticata promessa pre-elettorale sull'abolizione del bollo auto, l'aumento della tassazione sulla RC auto deliberata da decine di Province".

"Ritengo la nuova regolamentazione sull'IPT un vero 'porcellum', rispolverando il termine utilizzato per descrivere la "Legge Calderoli" che ha modificato il sistema elettorale italiano - prosegue Pavan Bernacchi - E' il momento di sacrifici, questo sì, ma basta porcate. Anche il possibile aumento dell'Iva - conclude Pavan Bernacchi non fa che ingenerare ulteriore preoccupazione".

Fonte: Ansa

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