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Quello di Ginevra 2017 è stato un momento molto importante per McLaren: il debutto di una vettura completamente nuova come la 720S, infatti, non porta con sé solamente molte innovazioni tecniche pensate per fissare nuovi parametri prestazionali, ma conferma l'ottimo andamento della Casa automobilistica di Woking in termini di sviluppo prodotto oltre che finanziari. Dell'erede della 650S ne abbiamo parlato con Mark Vinnels, McLaren Executive Director - Product Development.
Complimenti per la nuova 720S, un notevole passo avanti dalla 650S. Quando avete pensato la prima MP4-12C avreste mai pensato, dopo così pochi anni, di essere ad un livello del genere con le vostre auto?
«La 720S è il frutto del grande lavoro di evoluzione ed apprendimento che portiamo avanti giorno dopo giorno sulle nostre auto. Continuiamo ad imparare, facciamo costantemente progressi e ciò che impariamo vogliamo condividerlo con i nostri clienti. La 720S ne è uno dei frutti, ma abbiamo molte altre idee in cantiere includeremo nelle vetture. Non vogliamo precluderci nulla, questo per noi è molto importante».
Come siete arrivati alla definizione della 720S?
«Abbiamo iniziato dall'incremento di potenza del motore portandola a 720 cavalli. Un bel salto in avanti considerando che la 650S ne ha 70 in meno, ma il nostro obiettivo non era solo iniettare potenza ma fare in modo che questo salto prestazionale non portasse con sé peso aggiuntivo. Questa è una vera sfida perché spesso non lo si considera ma più cavalli significano indirettamente più peso ed è per questo che abbiamo ripensato completamente il vestito della vettura per migliorare non solo l'estetica ma anche l'efficienza aerodinamica e la portata d'aria ai sistemi di raffreddamento. Ecco perché la 720S, nonostante la maggior potenza, pesa meno della 650S che di per sé era già leggerissima».
È una vettura che dà un'idea di grande sinergia tra i reparti della azienda. È così?
«Fino a 5 o 6 anni fa non saremmo stati capaci di fare un'auto del genere perché non avevamo gli strumenti e perché non avevamo ancora spinto così avanti i nostri studi sulle superfici aerodinamiche. Oggi abbiamo gli addetti all'aerodinamica, i designer e gli ingegneri che lavorano molto in contatto tra di loro, in modo tale da apportate miglioramenti in maniera armoniosa e sinergica. E questo ha permesso di ottenere un livello di performance eccezionale».
Avete anche abbassato il posizionamento del motore?
«Il posizionamento del propulsore è rimasto il medesimo ma abbiamo abbassato la posizione di alcune componenti accessorie (collettori di scarico) con l'obiettivo di migliorare le emissioni ma anche per permettere alla scocca di essere più generosa in termini di spazio. Ora c'è più spazio per gli occupanti ed è nettamente migliorata anche la visibilità verso l'esterno, che è davvero sorprendente».
Qual è la differenza tra la vecchia scocca in fibra di carbonio e la nuova?
«Prima le sovrastrutture, oltre alla fibra di carbonio, prevedevano anche l'utilizzo di acciaio ed alluminio, mentre ora c'è solo il carbonio stampato con due differenti tecnologie. Una per la parte bassa e l'altra per la parte alta. È una struttura sofisticatissima, estremamente rigida ma anche molto leggera visto che pesa 18 kg in meno della precedente (totale 102 Kg). L'uso del carbonio ci ha anche permesso di lavorare sodo sulle forme ottenendo i risultati aerodinamici di cui parlavamo precedentemente».
Si può dire che "efficienza" sia la parola che definisce quest'auto ma anche l'intera filosofia McLaren?
«L'efficienza aerodinamica è stata raddoppiata rispetto al modello precedente. Parlando di efficienza del motore, la CO2 rilasciata è ora di 249 g/km, rispetto ai 275 del modello precedente, quindi c'è stato un buon miglioramento. C'è stato anche un incremento nell'abitabilità dell'auto. Sono aumentati anche i vani bagali, per intenderci, senza che tutto questo influisca minimamente sulle prestazioni, che sono nettamente superiori a quelle della 650S».
Parlando di tempo sul giro, che miglioramenti ci sono stati rispetto alla 650S?
«Non possiamo ancora dire nulla riguardo ciò, ma possiamo dire che oltre alla scocca, l'aerodinamica ed il nuovo motore 4.0 (prima era 3.8) abbiamo una nuova geometria e delle sospensioni che assicura una migliorata maneggevolezza nelle curve ed un migliore feeling dello sterzo. Anche il software è stato migliorato con una piattaforma inerziale ed un software che agisce e controlla singolarmente ogni ruota. Conosciamo tutti i dati relativi al funzionamento dell'auto che vengono analizzati in tempo reale da una unità centrale che regola il setup della 720S facendo come sempre capo alla modalità di guida prescelta (Comfort, Sport o Track). Nell'uso in pista ci siamo focalizzati principalmente sul contatto tra le gomme e l'asfalto. Grazie alla continua analisi dei dati, le sospensioni reagiscono immediatamente al tipo di asfalto su cui poggiano. Anche quando si sfruttano i cordoli, il contatto tra pneumatici ed asfalto è ottimale, regalando così prestazioni più veloci e una manovrabilità ottima».
Quindi è un'auto molto comoda anche in città?
«Certo, te lo posso garantire».
Pirelli ha lanciato un nuovo metodo di controllo sugli pneumatici, cosa ne pensi?
«Lavoriamo molto con Pirelli e sappiamo che hanno una nuova generazione di pneumatici in arrivo con integrato un hardware elettronico che controlla lo stato di grip comunicandolo alla centralina della vettura. È certamente un ottimo strumento e quando sarà pronto certamente lo proveremo. Potrebbe essere il prossimo step dell'evoluzione dinamica delle vetture. Sono ormai tanti anni che collaboriamo con Pirelli e abbiamo raggiunto un buon livello di comprensione tecnica».
Avete lavorato con BMW per il motore?
«Stiamo collaborando con BMW per ottimizzare la tecnologia di combustione interna del motore, in modo tale da ottenere un miglioramento della potenza specifica del motore, iniziando da un singolo cilindro, andando poi a progettare un intero motore, cercando di capire quanti kW/l si potranno ottenere in futuro. I propulsori a combustione ci saranno ancora per tanto tempo ma, visto che ci stiamo muovendo verso motori ibridi, dobbiamo ridurre la cilindrata dei motori termici e, allo stesso tempo, aumentarne la potenza e migliorarne i consumi. Questo è un progetto di ricerca e siamo contenti di lavorare con BMW».
I propulsori a combustione ci saranno ancora per tanto tempo ma, visto che ci stiamo muovendo verso motori ibridi, dobbiamo ridurre la cilindrata dei motori termici e, allo stesso tempo, aumentarne la potenza e migliorarne i consumi. Questo è un progetto di ricerca e siamo contenti di lavorare con BMW
Che ne pensa di sistemi ibridi come quello della NSX, che fa lavorare i motori elettrici anteriori come "innesco" dei sistemi di torque vectoring?
«È certamente una tecnologia interessante, ma lo sterzo ed il feeling che l'avantreno trasmette è realmente il parametro su cui lavoriamo di più per assicurare la piacevolezza di guida unica delle nostre vetture. Abbiamo studiato molte soluzioni e portiamo avanti molte idee ma per il momento noi si continua così. Se dovessimo mai andare nella direzione delle quattro ruote motrici, sarà solo nel momento in cui saremo certi di mantenere le stesse condizioni di sterzata. Certo nella soluzione con doppio motore elettrico anteriore ci sonodegli aspetti positivi, ma alcuni dei benefici riducono a nostro parere il piacere di guida».
Crede che si sia arrivati al massimo sviluppo delle auto tradizionali o che ci siano ancora dei margini di miglioramento?
«Anche solo 10 anni fa era impensabile pensare che saremmo arrivati dove siamo adesso, c'è una progressione naturale. Le ibride hanno dei vantaggi: una accelerazione migliore ed un risparmio energetico, ma hanno anche dei punti deboli. Conosciamo bene la tecnologia e l'abbiamo usata anche sulla P1, ma per i prodotti di più larga scala come la 720S potrà essere una tecnologia interessante solo nel momento in cui i pesi si abbasseranno e le batterie avranno delle performance migliori».