McLaren M6 GT, il sogno di Bruce rimasto “orfano”

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Il neozelandese morì mentre lavorava alla sua vettura stradale, una bestia indomabile per l’epoca, dotata di targa e luci
8 maggio 2020

Intorno alla metà degli anni ‘60, i successi nella Can-Am delle McLaren M6A ed M6B convinsero Bruce McLaren a creare una vettura derivata dalle due potenti barchette con carrozzeria coupé che potesse essere competitiva anche nelle gare di durata come la 24 Ore di Le Mans.

L’obiettivo era quello di combattere ad armi pari a partire dal 1969, nel Gruppo 4 con Ferrari, Porsche e Alfa Romeo. Ma la FIA emanò una nuova norma che prevedeva che le vetture del Gruppo 4 dovevano derivare da vetture stradali prodotte almeno in 50 esemplari.

Il neozelandese non si scoraggiò e andò avanti nel progetto che avrebbe dovuto portare ad una delle vetture sportive targate più estreme dell’epoca, ovvero la McLaren M6 GT, ormai destinata non più a vettura da competizione ma a Gran Turismo per clienti con abbastanza pelo sullo stomaco da mettersi al volante di una coupé alta appena poco più di un metro sulle strade di tutti i giorni.

La McLaren M6 GT vide la luce nel 1969: il primo esemplare targato OBH 500H rimase di proprietà di McLaren, che lo impiegò come vettura personale. Si dice che la usasse per recarsi in ufficio. Il progetto originale prevedeva un motore Ford da 7 litri, ma l’esemplare di pre-serie del fondatore dell’omonima Casa e scuderia era equipaggiato con un motore Chevrolet LT1 da 370 CV per un peso a secco di circa 725 kg.

Questa GT concepita per Le Mans ma finita a percorrere le strade inglesi arrivava a 265 km/h e raggiungeva i 100 all’ora in 4,2 secondi e i 160 all’ora in poco meno di 8 secondi.

È opinione comune che esistano solo tre McLaren M6 GT originali costruite all'epoca. Sono il primo prototipo originale M6 / GT-01 costruito da McLaren e altre due GT costruite dal Gruppo Trojan, partner di McLaren nel costruire tutte le auto da corsa dei clienti dalla metà degli anni '60.

L'auto di Bruce McLaren dopo la morte di Bruce fu acquistata da Phil Kerr e Denny Hulme e esposta al Museo dei trasporti di Auckland. L'auto è stata venduta poi a un collezionista negli Stati Uniti e ora risiede nella collezione di Harry Matthews.

La M6B/GT 50-17 è stata realizzata dalla Trojan e venduta a David Prophet che l’ha impiegata due volte in gare europee nel 1969. L'auto fu venduta a un collezionista privato in Canada nel 1972, dove rimase fino a che non fu messa all'asta da RM Auctions nel gennaio 2006.

La M12 GT è stata costruita sempre da Trojan e testata dalla rivista americana Road & Track come "M6 GT" nel 1974. L'auto fu messa all'asta nel 1972 all'asta Kirk White, ma non fu acquistata. L'auto fu infine venduta a Ted Petersen in California, che la convertì in un'auto stradale.

Esistono altre repliche M6 GT, che utilizzano meccaniche Can-Am originali su una carrozzeria della Trojan, realizzate successivamente alla morte di McLaren nel tragico incidente del 2 giugno del 1970 mentre collaudava sul circuito di Goodwood una M8D per la Can-Am.

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