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Il miglior segnale dello stato di salute del Gruppo PSA è il lancio di 13 nuovi modelli nel prossimo triennio, escludendo la neonata Peugeot 3008. Indice questo che gli scorsi anni, in periodo di crisi, si stava già lavorando forte sui nuovi prodotti. Per avere un quadro completo degli ambiti di azione del Gruppo, abbiamo incontrato a Milano Massimo Roserba, Direttore Generale PSA Italia.
Cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi in termini di nuovi prodotti da PSA?
«Da qui al termine dell’anno abbiamo la nuova 3008 – vera avanguardia tecnologica grazie all’iCockpit di ultima generazione - e l’Expert per Peugeot, mentre Citroen avrà la nuova C3 ed il Jumpy, oltre ad un restyling della C4 Picasso. Nei prossimi tre anni, invece, introdurremo ben 13 novità assolute, mentre per quanto riguarda DS avremo i nuovi modelli a partire dal 2018. Sono anche personalmente molto interessato a vedere quali saranno i dati di vendita della nuova Citroen C3. Senza ombra di dubbio si tratta di un veicolo che rappresenta un vero e proprio punto di rottura con ciò che era prima»
In quali segmenti credete maggiormente?
«Nel settore dei SUV crediamo di poter fare un grande salto di qualità. I SUV di categoria B e C sono in forte e costante crescita, ed è giusto investirvi delle risorse. Punteremo, a livello tecnologico, sulla trazione integrale ottenuta abbinando il classico motore termico a quello elettrico, al fine di ottenere veicoli AWD.»
A proposito di automobili ibride: siete tra i pochi ad abbinare al motore elettrico i Diesel. Pensate di allinearvi a quanto offerto dai vostri competitor o continuerete per la vostra strada?
«Nel nostro portfolio abbiamo 4 prodotti totalmente elettrici. In questo campo siamo i secondi al mondo, dopo Nissan. Per quanto riguarda l’ibrido invece adotteremo un sistema tradizionale che vede abbinato il motore a benzina a quello elettrico»
Siete presenti come gruppo ai massimi livelli di molte competizioni sportive, con un’identità per ciascuno dei vostri tre brand.
«Esatto. Abbiamo voluto portare una distinzione ben precisa, indirizzando Citroen alla pista nel WTCC – ma torneremo al WRC con la nuova C3 – mentre Peugeot punta forte, e vince, la Dakar. DS, infine, ha il suo core business nella Formula E, campionato destinato a monoposto da competizione alimentate dal solo propulsore elettrico. Per noi il motorsport non è solo un divertimento, bensì è lo spazio ideale dove sviluppare nuove tecnologie da implementare nelle auto di serie. Siamo orgogliosi del fatto che non sono molte le case che lavorano e soprattutto investono così tanto e in maniera così vincente per la R&S in queste categorie»
Con sei mesi del 2016 già andati in archivio, è lecito chiederle un primo bilancio dell’anno? I mercati come stanno recependo i vostri veicoli?
«A livello europeo, abbiamo venduto complessivamente da gennaio al 30 giugno oltre un milione di unità, facendo segnare un deciso +7,4%. In Italia i dati sono ancora migliori, con un +9,5% nei primi sei mesi. Per il futuro abbiamo un obiettivo molto ambizioso: vogliamo diventare il primo gruppo straniero entro il 2020. Un’altra sfida importante sarà riuscire ad imporci in Nord America.»
Nel settore dei SUV crediamo di poter fare un grande salto di qualità. I SUV di categoria B e C sono in forte e costante crescita, ed è giusto investirvi delle risorse
Sappiamo che lei può vantare un importante trascorso in FCA. Com’è stato il passaggio a PSA? Quali sono le maggiori differenze che ha incontrato?
«Negli anni trascorsi in FCA, ho ricoperto vari ruoli. Nel 2009 sono diventato Direttore Marketing e Prodotto internazionale di Fiat, momento in cui mi sono dovuto spostare in Cina ed Asia per seguire la divisione del Pacifico. Negli ultimi anni ho seguito da vicino Alfa Romeo, occupandomi in primo piano della Giulia e del nuovo SUV. Da febbraio 2016 sono in forza a PSA: è una multinazionale ambiziosa, che è riuscita a recuperare profittabilità in due anni. All’interno di PSA si respira ancora l’aria del “capitalismo familiare”, data la presenza diretta dei membri della famiglia Peugeot. Possiamo contare anche su investimenti provenienti dalla Cina: a Pechino sanno fiutare dove ci sono gli affari, e sanno investire in maniera importante dove risiede un forte know how. E poi, abbiamo Carlos Tavares, che ha ideato il Push-to-Pass, il nostro piano di sviluppo per il prossimo quadriennio»
In PSA troviamo Tavares, in FCA Marchionne. Quali possono essere i tratti distintivi e i punti in comune di due manager così influenti?
«Sono entrambi personaggi carismatici ed ambiziosi. Sono fortemente determinati ma hanno un modo di esprimere la propria leadership in maniera diversa. Per quanto riguarda Tavares, posso dire che lavora sempre con una parola chiave ben impressa nel pensiero: performance. Ci ricorda continuamente che se le ambizioni non fanno paura, vuol dire che non sono abbastanza grandi»
A tal proposito, ci ha detto che siete intenzionati a diventare il primo gruppo straniero per numero di vendite in Italia entro il 2020. Bisognerà pensare anche ad un’organizzazione della rete di vendita.
«Certamente. Ad oggi abbiamo dealer che solo per il 25% vendono congiuntamente i nostri brand. Il rimanente 75%, invece, ne rappresenta uno solo. Dobbiamo sempre ricordare che al concessionario è delegato il cliente e dal momento che i prodotti che arriveranno da qui alla fine del decennio saranno numerosi, sarà necessario che gli obiettivi del Gruppo siano pienamente condivisi dalla Rete»
All’interno di PSA si respira ancora l’aria del “capitalismo familiare”, data la presenza diretta dei membri della famiglia Peugeot. Possiamo contare anche su investimenti provenienti dalla Cina
Si parla poi del 2020 per iniziare a vedere circolare su strada i primi veicoli a guida autonoma. Qual’è la posizione di PSA in merito a questa vision?
«Gli aspetti ancora non definiti legati ad un’effettiva introduzione sul mercato di veicoli a guida autonoma sono ancora molto numerosi per poter dare una data certa. Una cosa però si può dire con sicurezza. Con l’obiettivo di raggiungere per primi la guida autonoma, che molte case si sono prefissate è stato possibile accelerare molto il percorso di sviluppo di nuovi ed efficienti sistemi di ausilio alla guida di ogni genere e tecnologia, che oggi troviamo normalmente sul mercato: pensiamo, ad esempio, al sistema di frenata automatica in caso di presenza di un ostacolo o pedone, l’assistente di corsia e molti altri ancora. Chiudo raccontando quello che ho potuto constatare io stesso parlando con i tecnici Ferrari. Spesso sentivo dire che la guida autonoma cancella il piacere di guida. Invece paradossalmente proprio l’introduzione di tutti questi sistemi di ausilio ha permesso a tanti clienti delle supercar come Ferrari di utilizzarle in strada e ancor più in pista sfruttandone tutti i cavalli, divertendosi come non mai e aumentando il piacere di guida attraverso questi sistemi: pensiamo per un attimo alla difficoltà di portare al limite una F40 rispetto ad una moderna 488 GTB»