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Con una lettera autografa ai dipendenti dello stabilimento Saras di Sarroch, il presidente dell’azienda di raffinazione petrolifera ha rinunciato al proprio compenso annuo, circa 1,5 milioni, per integrare lo stipendio dei dipendenti in cassa integrazione: “Vi ringrazio per i sacrifici che state facendo che, certamente, sono di grande aiuto per il superamento di un periodo difficile. Mi permetto, per questo, di mettere a disposizione il mio emolumento annuo che almeno Vi consentirà di alleviare, almeno in parte, il peso della cassa integrazione. Un caro saluto. Massimo Moratti”. Un gesto apprezzato anche dai sindacati: “La famiglia Moratti ancora una volta dimostra di stare vicino ai suoi dipendenti. Non ho mai visto un’iniziativa simile in alcuna realtà imprenditoriali in Sardegna”, ha detto il sindacalista Stefano Fais, della Rsu aziendale Cgil. Saras ha adottato a fine ottobre del 2020 alcune misure per tenere sotto controllo i costi, compreso l’utilizzo di ammortizzatori sociali per il personale del gruppo e in particolare, grazie all’accordo coi sindacati, l’avvio della cassa integrazione parziale, che hanno reso possibile un contenimento degli impatti generati dalla crisi pandemica nel mercato di riferimento. Nella raffineria Sarroch lavorano circa 1.300 dipendenti. Attualmente i lavoratori sono in cassa integrazione due giorni al mese.