Maserati: la fabbrica dei sogni

Maserati: la fabbrica dei sogni
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A Modena per scoprire come nascono i Tridenti!
13 luglio 2006

Un oggetto straordinario come una Maserati non può nascere in una fabbrica qualsiasi: il ragionamento, sulla carta, non fa una piega, ma alla prima occasione non ci siamo fatti scappare l’opportunità di verificarlo di persona, con una visita guidata allo storico impianto di viale Ciro Menotti, a Modena. Una fabbrica recentemente restaurata e all’avanguardia, nell’architettura come nell’organizzazione del lavoro, ma anche carica di storia, nella quale si respira davvero tutto il fascino di uno dei marchi di vetture sportive più famosi al mondo.

Design e personalizzazione
Un binomio, quello tra passato e futuro, che si nota prima ancora di entrare nello stabilimento, osservando la grande torre sormontata dall’immancabile tridente, realizzata accanto alla vecchia fabbrica ristrutturata.
Visitatori e clienti sono quindi accolti in un elegante show room nel quale sono esposti alcuni modelli della Casa italiana (in occasione della nostra visita facevano bella mostra di sé due Quattroporte e una spettacolare MC12) e alcuni accessori. Se a questo punto state pensando ad una concessionaria come tante, però, resterete a bocca aperta: le vetture sono infatti collocate in una sorta di anello rialzato che domina l’ampio salone richiamando immediatamente alla mente le curve di un autodromo.

Se poi non siete dei semplici giornalisti o curiosi in visita, ma siete entrati al numero 322 di viale Menotti per ordinare la vostra nuova auto, sicuramente vi soffermerete a lungo sulla parete sinistra, dove sono esposte le decine e decine di combinazioni possibili tra colore della carrozzeria e interni (rigorosamente in pelle) volendo avvalersi del programma di

 

personalizzazione messo a punto da Maserati per i clienti più esigenti: le combinazioni possibili sono ben quattro milioni!

Fatte a mano e su misura
Se nello show room si respira un’atmosfera di raffinatezza e lusso, avvicinandosi all’impianto produttivo con le mura in mattoni il pensiero corre invece alla grande tradizione del marchio Maserati.

La nostra visita è partita dal reparto assemblaggio: si parte dalle scocche e dal gruppo motore-trasmissione fino ad arrivare, passo dopo passo, alla vettura completa. Le linee di produzione sono quattro, due dedicate alla Quattroporte – vero best seller del momento in casa Maserati – e le altre due per i modelli Coupé e Spyder.
La scocca viene montata su una sorta di carrello che la sposta da una “stazione” all’altra. Ad ogni stop una squadra di operai aggiunge nuove componenti, prima i cofani e quindi via via tutto il resto: la meccanica, l’impiantistica e gli arredi interni, fino alle ruote. In media ogni “fermata” dura tra i 26 e i 28 minuti. Ritmi da artigianato di elevata qualità più che da industria, quindi, e infatti ogni Maserati è assemblata interamente a mano: nella nostra visita non abbiamo mai visto un robot in azione, con l’eccezione di quelli per la movimentazione interna delle scocche.

E proprio come ogni prodotto artigianale, la possibilità di personalizzazione è massima: ogni scocca è accompagnata per tutte le fasi dell’assemblaggio da una scheda con le specifiche richieste dal cliente, che gli operai consultano continuamente per scegliere i materiali e i particolari “giusti” tra le tante soluzioni possibili, fino a creare una granturismo (o

 

un’ammiraglia, se avete ordinato una Quattroporte) assolutamente esclusiva e diversa da tutte le altre.

Aria condizionata e radio
Un lavoro, questo, che richiede ai lavoratori un’attenzione e una competenza del tutto particolari, ripagate anche da un ambiente particolarmente accogliente: pulizia e luminosità caratterizzano tutte le aree della produzione, mentre negli spazi della catena di montaggio non mancano l’aria condizionata e perfino la radio in sottofondo.
E a stimolare un po’ di sano spirito di competizione, sopra ogni linea di produzione campeggia un tabellone che indica la migliore squadra di operai della settimana, eletta in basa alla qualità del lavoro svolto, alla quantità e al tempo impiegato.

L’ossessione per la qualità
Una volta completato l’assemblaggio si potrebbe pensare che la vettura sia pronta per essere spedita nelle concessionarie, ma le cose stanno molto diversamente: è il momento dei controlli di qualità, che considerano tutti gli aspetti della vettura, da quelli meccanici (sospensioni, impianto frenante, etc.) alla tenuta all’acqua, fino alla verniciatura della carrozzeria. Ogni propulsore, invece, viene verificato per circa un’ora al banco prima di essere montato.
A questo punto l’ultima parola spetta ai collaudatori della casa modenese, che percorrono con ogni esemplare oltre 100 km per scoprire eventuali imperfezioni.
Solo a questo punto una vettura Maserati è pronta per essere consegnata al suo fortunato proprietario.

 

Un futuro promettente
La nostra visita si è conclusa qui, con la delibera definitiva delle vetture, e lasciando lo stabilimento il nostro pensiero va ai grandi progressi compiuti da Maserati in questi anni, non solo come numero di esemplari venduti ma soprattutto in termini di qualità costruttiva.
Sapevamo che le “Biturbo” perennemente affette da qualche problemino di troppo, e per questo soggette ad una forte svalutazione una volta raggiunto il mercato dell’usato, erano solo un lontano ricordo e adesso sappiamo il motivo: con un impianto produttivo in grado di combinare al meglio tecnologia e raffinato artigianato, massima libertà di personalizzazione e il rigore assoluto nella ricerca della qualità totale, ogni vettura che esce dall’impianto di viale Menotti non può che essere un oggetto esclusivo e prezioso, destinato a trasmettere grandi emozioni e a conservare tutto il proprio valore nel tempo.

Un po’ di storia…
La storia della Maserati inizia il 1 dicembre 1914 in un garage nel cuore di Bologna, in Via Dé Pepoli 1/A, dove il giovane Alfieri apre la sua “officina meccanica per riparazione automobili e garage” per prestare assistenza alle Isotta-Fraschini.

Lo scoppio delle ostilità non frenò Alfieri dal brevettare una candela d’accensione per motori a scoppio, che produsse durante la guerra a Milano insieme al suo mentore Vincenzo Trucco, pilota della Casa milanese.

Nell’immediato dopoguerra la società si sciolse, ma la produzione delle candele proseguì a Bologna, affiancata dal commercio di mezzi residuati bellici e

 

dalla costruzione delle prime vetture da corsa “speciali”, assemblate con particolari di varia provenienza, con cui Alfieri vinse le prime gare.

Per sviluppare questo programma, Alfieri necessitava di spazi maggiori e per questo motivo, nel 1919 trasferì l’attività nella periferia orientale di Bologna, in Via Alemanni 179 in località Pontevecchio, in una vecchia fabbrica di damigiane, al cui interno trovò anche spazio - al primo piano della palazzina - l’abitazione della famiglia.

Da questa officina, nel 1926 vide la luce la Tipo 26, la prima automobile a portare sul cofano il marchio del Tridente. Marchio che era stato disegnato proprio da uno dei fratelli Maserati ispirandosi alla statua di Nettuno ancora oggi presente nel centro storico di Bologna.
Nel 1937 i fratelli Maserati cedettero la totalità delle azioni della “Officine Alfieri Maserati” e della “Fabbrica Candele Maserati” al Comm. Adolfo Orsi di Modena, un self-made man che aveva sviluppato nella vicina città numerose attività nel settore siderurgico.

Com’è noto, i fratelli Maserati mantennero la direzione tecnica e fecero nascere alcune delle migliori vetture da corsa che hanno reso noto nel mondo il nome Maserati, come la 8CTF vittoriosa in due edizioni consecutive della 500 Miglia d’Indianapolis.

I nuovi programmi prevedevano però un consistente sviluppo delle attività con la costruzione anche di vetture granturismo e l’attività venne spostata a Modena in due modernissimi stabilimenti: la Officine Alfieri Maserati in Viale Ciro Menotti 322, proprio nel cuore dell’impero industriale Orsi, vicino agli

 

stabilimenti delle Acciaierie e delle Fonderie di Modena, e la Fabbrica Candele in Viale Generale Paolucci.

La posizione di entrambi gli stabilimenti, situati lungo la linea ferroviaria Milano-Bologna, il maggiore asse ferroviario che unisce il Centro-Sud del paese con il Nord, consentì una ottima visibilità, oltre ad un collegamento ferroviario diretto per lo stabilimento di Ciro Menotti, studiato e costruito per un’attività di carpenteria pesante con ampi spazi liberi per ulteriori sviluppi.

Scoppiarono quindi le ostilità: la Alfieri Maserati iniziò la produzione di macchine utensili e di motocarri ed autocarri a trazione elettrica, mentre la Candele Maserati avviò la costruzione anche di batterie. Lo stabilimento di Viale Ciro Menotti comprendeva allora solo il gruppo dei capannoni prospicienti la strada (A), mentre i capannoni alle spalle (B), più alti, avevano solo la copertura e mancavano della pavimentazione; solo nel 1954 ne venne utilizzata una prima parte per il reparto dei trattamenti termici e per il reparto assistenza clienti, dedicato ai sempre crescenti piloti privati che guidavano le Maserati.

Nel 1958 venne ceduta l’attività delle macchine utensili, cui fu lasciato il gruppo dei capannoni A, mentre l’attività di produzione delle automobili venne trasferita nel capannone B, il quale - per questo motivo - venne tamponato e finito.
Nel frattempo venne ultimato il primo capannone del terzo gruppo C e la palazzina D, che fu utilizzata come spogliatoio al piano terra e come uffici direzionali al primo piano. Nel 1964 venne recuperata la disponibilità dei capannoni A, dove venne impostata la

 

prima catena di montaggio per la produzione della Mistral, della Quattroporte e della Sebring.

Nel 1965 furono costruiti anche gli altri tre capannoni del gruppo C, dove trovarono una posizione adeguata l’ufficio tecnico, il reparto esperienze, il reparto costruzione telai, l’assistenza clienti e il Museo appena creato: a seguito della costruzione del cavalcavia, l’entrata venne spostata al prolungamento di Via Verdi, proprio come oggi.

Nel 1969, a seguito dell’accordo con la Citroen per la produzione dei motori SM, furono costruiti i due capannoni del gruppo E, in cui venne installata la catena di montaggio dei motori ed i 14 banchi prova, mentre nel capannone B venne raddoppiata la superficie, sfruttandone l’altezza, con la creazione di un piano rialzato ad uso deposito delle scocche e come spogliatoio.
Nel 1972/73 l’assistenza clienti venne spostata nel capannone F, preso in affitto. Nel 1995 venne acquistata la palazzina G, dove si spostarono gli uffici direzionali.

Con l'acquisto da parte di Ferrari, inizia una grande fase di ristrutturazione guidata dall'Architetto Corradi. I lavori prendono avvio nel 2000 con la demolizione del deposito C1 e con la costruzione del nuovo ingresso per i fornitori in via Giovanni Bosco.
Contemporaneamente gli uffici F vengono smantellati e rimpiazzati dal nuovo ufficio Direttivo "la Torre"; mentre la costruzione M viene costruita assieme alla struttura N ed al parcheggio multipiano.

La produzione nel 2005 ha superato le 5.600 unità, con la Quattroporte che attualmente copre da sola quasi tre quarti delle vendite.

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