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Milano – In occasione della consegna delle prime vetture Fiat per l'Expo Milano 2015, siamo riusciti a rivolgere alcune domande al Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni in merito alla riapertura del Museo Alfa Romeo di Arese, notizia che tutti gli appassionati, non solo Alfisti, aspettano in un misto di trepidazione e speranza ormai da diversi anni.
Museo chiuso: condizione inaccettabile per un marchio come Alfa
Il Museo Alfa Romeo di Arese ha chiuso le porte nel 2011. Da allora il tempo all'interno delle sale dell'esposizione, che sorge ad un passo dagli storici stabilimenti del Biscione, sembra si sia fermato. Nessuno infatti ha più potuto ammirare i meravigliosi esemplari della collezione, una condizione inaccettabile per uno dei marchi automobilistici più prestigiosi al mondo, vero simbolo della storia e della cultura del nostro Paese.
La matassa da sbrogliare
Il Gruppo Fiat vorrebbe vendere alcuni dei 250 prestigiosissimi esemplari del Museo come la P3, la 8C 2900 o la 33 TT12 per reperire le risorse attraverso cui riaprire il museo. Fiat garantisce che gli esemplari scelti per essere venduti, capaci di portare nelle casse svariati milioni di euro, sono dei “doppioni”, presenti quindi in almeno un altro esemplare nelle sale di Arese.
Si tratterebbe quindi di un sacrificio necessario, che però metterebbe le vetture vendute al sicuro, nelle mani di collezionisti, senza togliere al tempo stesso ai visitatori la possibilità di ammirare il "doppione" originale all'interno del museo.
Il problema da sbrogliare riguarda i vincoli che la Sovrintendenza ai Beni Culturali ha imposto sulle vetture della collezione Alfa Romeo, che impediscono di fatto a Fiat di mettere in vendita alcune vetture, anche se presenti in più di un esemplare.
Ed è qui che interviene la Regione Lombardia, con Roberto Maroni, che si è impegnato a radunare intorno al tavolo le diverse parti per trovare una soluzione condivisa. Il Governatore sembra aver capito l'importanza storica e culturale del Museo Alfa e per questo si sta spendendo per la sua riapertura.
Il piano di ristrutturazione
Per Maroni inoltre il Museo riaperto rappresenterebbe una grandissima potenzialità per il territorio, perché i piani di ristrutturazione prevedono, a quanto sembra, oltre all'adeguamento delle sale anche la costruzione di un albergo nei pressi della ex pista di collaudo, che verrebbe riaperta al pubblico, trasformando Arese in un vero paradiso per gli appassionati di motori.
Maroni: «Presto una soluzione, poi la riapertura»
Come si sta muovendo Regione Lombardia per la riapertura del Museo Alfa?
«Alcuni mesi fa abbiamo raccolto l'invito di Fiat ad intervenire per sbloccare la situazione. Purtroppo vigono ancora dei vincoli imposti dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali. Una vecchia storia che si prolunga ormai da anni. Abbiamo quindi fatto una serie di incontri in Regione Lombardia per trovare una soluzione che consentisse lo sblocco di questi vincoli, ma anche che permettesse a Fiat di tornare ad investire sul Museo, così che le meravigliose auto storiche del Biscione possano finalmente tornare a lasciarsi ammirare da tutti gli appassionati, che sono veramente tanti. Ora siamo alla stretta finale, siamo vicini alla soluzione, perché nelle prossime settimane ho già in agenda un incontro con il Ministro Bray (Ministro dei Beni Culturali, ndr). Se approverà la soluzione che metteremo sul piatto, potremo dire di aver risolto la questione “Museo Alfa” di comune accordo con tutti».
“Fiat si impegna a mantenere il Museo Alfa Romeo non solo in Italia, ma nella sua storica sede di Arese, investendoci molti soldi per valorizzarlo”
In quali termini si è impegnata Fiat? Perché è importante riaprire il Museo?
«Fiat si impegna a mantenere il Museo Alfa Romeo non solo in Italia, ma nella sua storica sede di Arese, investendoci molti soldi per valorizzarlo. Credo che sia importante riaprire perché ci sono tantissimi appassionati, non solo Alfisti, al mondo, che sarebbero davvero felici di tornare a visitare il Museo. È chiaro che la riapertura di questo importante Museo va anche nell'interesse del territorio e della Regione e quindi non posso che essere molto lieto della strada che hanno intrapreso le trattative».
Quali sono i prossimi passi? Quando lo vedremo riaperto?
«Voglio trovare una soluzione entro la fine di novembre perché poi bisogna trovare gli investimenti necessari a rimettere in attività il Museo, un'operazione che non richiede tempi brevissimi. La riapertura avverrà sicuramente in tempo per l'Expo, ma io oserei dire che riusciremo a inaugurarlo anche prima dell'Esposizione Universale. Questi sono gli impegni presi con Fiat».
«Niente soldi pubblici»
Regione Lombardia investe soldi pubblici nella riapertura del Museo o è solamente Fiat a finanziare l'operazione?
«Regione Lombardia non investe nella riapertura del Museo Alfa, è Fiat che porta avanti gli investimenti. Il nostro ruolo è stato quello di mettere intorno al tavolo delle trattative tutti i soggetti per trovare una soluzione. Fino ad ora infatti non si era stati capaci di trovare una soluzione ed è per questo che ho deciso di mettervi al lavoro per capire se c'erano i margini per arrivare alla riapertura. Essendo di proprietà della Fiat però, il Museo riceverà i finanziamenti che il Gruppo Fiat sarà disposto a fare».
Manterrà la parola?
Appuntamento quindi alle prossime settimane, quando il Governatore della Lombardia dovrebbe affrettarsi ad annunciare il raggiungimento dell'accordo tra le diverse parti. Ci auguriamo che l'interesse colletivo in gioco questa voglia abbia la meglio, portando finalmente a risultati concreti e tangibili da parte di tutti i cittadini.