Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
“La FIA non ha più intenzione di punire i team. La sentenza sul copygate è un compromesso che non rende chiaro se la Racing Point sia legale oppure no. Inoltre, è ovvio che per copiare così bene una vettura di F1 non bastano le fotografie. Per fare un lavoro di tale portata servono i dati e i disegni di Mercedes. In questo momento la FIA deve fare chiarezza“ – Helmut Marko, consigliere di RedBull, non è uno che le manda a dire e anche nell’intervista rilasciata a Der Spiegel, di cui riportiamo questa dichiarazione, non ci gira intorno e va diritto al punto, attaccando senza mezzi termini la Fia. La questione Racing Point non è l’unica ad aver indignato Marko, visto che sul piatto c’è anche l’accordo fatto dalla stessa FIA con Ferrari: il famoso patto segreto tra team. In particolare, Marko vorrebbe venisse fatta chiarezza sul ruolo della Federazione: “Se la Power Unit Ferrari fosse stata realmente regolare non ci sarebbe stato bisogno di realizzare un accordo riservato. In Austria tutte le vetture spinte dal motore Ferrari sono state tra 0.8″ e 1.2″ a giro più lente rispetto alla stagione precedente. Se la Ferrari avesse perso il secondo posto nel mondiale costruttori, Red Bull avrebbe ricevuto venti milioni di dollari in più”.