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Uno dei pregi di assoluto rilievo dell’attuale brand FCA – e in passato Fiat – era la solidità e la tecnica dei propulsori diesel. Tali conoscenze sono state traslate, applicate e migliorate sul motore a gasolio da 2.2 litri della nuova Alfa Romeo Giulia. Per conoscerne i segreti, abbiamo intervistato Maria Grazia Lisbona, donna al vertice dello sviluppo dei propulsori con tale alimentazione in Alfa.
Fiat da sempre è forte nei motori a gasolio. Dobbiamo aspettarci lo stesso travaso tecnologico per la Giulia?
«Noi raccogliamo un grande successo che ci arriva da 20 anni fa con la 156 spinta dal primo commonrail, che ha rivoluzionato il mondo. Qui abbiamo il MultiJet 2, in grado di modulare la quantità di gasolio al cilindro, con una precisione al limite. Abbiamo una grande eredità da portare avanti.»
Che peculiarità ha il motore diesel della Giulia?
«È in alluminio, il primo con questo materiale in FCA. Risparmiamo 30 k rispetto ad un’analoga versione che vanta il solo basamento in quel materiale. Abbiamo lavorato per ricercare le prestazioni.»
Un aspetto che ci ha particolarmente colpito è l’armonia generale che si respira a bordo della vettura.
«È un lavoro di squadra, abbiamo lavorato come un team sin dal primo giorno. Abbiamo condiviso un target comune che fosse focalizzato a fornire il piacere di guida tipico di Alfa Romeo, lavorando ugualmente ad un diesel che potesse offrire ottimi numeri in fatto di consumo: nella versione Eco abbiamo 99g/km di CO2.»
Lei, in quanto donna, avrà una doppia soddisfazione a ricoprire un ruolo così di prestigio, a fronte di un’auto nata davvero bene.
«Abbiamo scritto una bella pagina di storia per Alfa Romeo. Ci sono tante giovani donne, tutte molto appassionate. Devo dire che la soddisfazione è tanta.»
A livello umano, cosa le lascia la Giulia?
«È stata un’esperienza che ha coinvolto al 100% molti soggetti. Abbiamo un prodotto totalmente italiano, con i motori nati a Pratola Serra su linee dedicate all’Alfa Giulia. Siamo stimolati a creare un prodotto nostrano di successo nel mondo»