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Nessuna scalata a General Motors, «nessuna intenzione di forzare», «non c'è alcuna proposta ostile», almeno per il momento. Parola di Sergio Marchionne, che in occasione dell'assemblea ad Amsterdam che ha votato la separazione di Ferrari da FCA è tornato sull'ipotesi di fusione con GM e sul consolidamento dell'industria dell'automobile, un pallino del manager italo-canadese che però non vede nel costruttore americano l'unico partner possibile.
«Non c'è alcun prossimo passo con GM, ma se non accade qualcosa adesso, avverrà in futuro. E' chiaro che questa industria ha bisogno di partnership ma serve una similarità di intenti. Se posso realizzare una fusione, ben venga, ma la vita va avanti anche se questo non è possibile. Non ho niente da aggiungere su GM, siamo stati respinti e non voglio forzarla», ha detto Marchionne ai giornalisti a margine dell'assemblea degli azionisti.
«L'opzione GM resta sul tavolo, ma non è l'unico partner possibile», ha sottolineato l'ad, per il quale una fusione «è una necessità strategica e operativa, che dovrebbe avvenire in un mercato razionale».
Sergio Marchionne ad Amsterdam ha confermato gli obiettivi al 2018 del gruppo, spiegando però che il piano sarà aggiornato a gennaio con tempistiche differenti sul lancio dei nuovi modelli e anticipando che «Jeep diventerà il fulcro centrale dello sviluppo dell'azienda».