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Tra i grandi temi del NAIAS 2016 c'è quello delle alleanze tra costruttori, un vecchio pallino di Sergio Marchionne che a Detroit ha affermato che «Il consolidamento è inevitabile, un perno fondamentale dello sviluppo dell'industria».
Già, ma con chi? Riguardo alle prospettive di partnership con General Motors «Assolutamente niente», ha risposto l'amministratore delegato di Fca a chi gli ha chiesto se ci sono ancora margini di trattativa con Mary Barra, che pochi giorni fa è stata nominata presidente di GM.
«Abbiamo abbandonato il consolidamento per ora», ha però sottolineato Marchionne, che ha indicato come l'obiettivo più importante per il Gruppo italoamericano sia la realizzazione del piano al 2018 e il raggiungimento dei relativi target finanziari che prevedono un utile netto di 5 miliardi di dollari e l'azzeramento del debito. Un piano che Marchionne giudica «Non facile, ma fattibile».
«Non voglio lasciare la cucina in disordine per il mio successore», ha ironizzato il manager, che dovrebbe lasciare la guida del Gruppo proprio al termine del piano quinquennale.
Marchionne si è detto più ottimista sull'Europa e guarda agli Stati Uniti, dove il lancio dell'Alfa Romeo Giulia è slittato al terzo trimestre. Gli Usa restano il più importante mercato per Ferrari, per la quale Marchionne non esclude un aumento della produzione a 9.000 unità se le condizioni sono giuste, mantenendo però l'idea di Enzo Ferrari: se ne deve produrre sempre una in meno di quanto vuole il mercato.