Marchionne: «Italia poco considerata da Fiat? Ci abbiamo investito miliardi!»

Marchionne: «Italia poco considerata da Fiat? Ci abbiamo investito miliardi!»
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Marchionne è tornato a parlare della nuova società che nascerà dalla fusione tra Fiat e Chrysler e della sua sede, replicando a Landini che accusa gli Agnelli di scarsi investimenti in Italia
15 gennaio 2014

La «questione della sede è difficile, ci sono tante implicazioni emotive». L'Amministratore Delegato di Fiat e Chrysler, Sergio Marchionne, torna a parlare della sede della nuova società che nascerà dalla fusione e lo fa dal Salone dell'Auto di Detroit, da dove replica a distanza anche al leader della Fiom, Maurizio Landini: «la Fiat ha investito miliardi di in Italia» dice Marchionne, respingendo l'accusa della Fiom che chiede l'intervento di Palazzo Chigi perché il Lingotto e la famiglia Agnelli non investono in Italia.

«L'Italia ha bisogno di una spinta - aggiunge Marchionne - non posso esprimere un'opinione su Matteo Renzi perché non lo conosco abbastanza ma ben venga qualsiasi asso possiamo trovare per risolvere i problemi del Paese».

Marchionne precisa di «non aver mai litigato con Renzi», riferendosi alla presunta polemica fra i due, dovuta - secondo quanto aveva dichiarato Marchionne lo scorso giugno - a una traduzione dall'inglese impropria.

La questione della sede di Fiat-Chrysler

Assicurando che nessuna decisione è stata presa sulla sede e rimandando al consiglio di amministrazione del 29 gennaio, Marchionne spiega che «c'è una propensione naturale a spostarsi qui perché i mercati sono efficienti, anche se non perfetti, e per le capacità di finanziarsi».

A questo si aggiunge che il Gruppo realizza più del 50% delle vendite in Nord America. Ma ammette: «quando si ha a che fare con aziende così longeve, con Fiat che ha 115 anni e Chrysler vicina ai 90 anni, è necessario lavorare e trovare le modalità per unirle e coniugarle, soprattutto a fronte della loro lunga storia e tradizione».

sergio marchionne
Marchionne ha importanti piani per il prossimo futuro. La Casa del Biscione tornerà negli USA grazie all'Alfa Romeo 4C, mentre per Jeep è stato fissato l'ambizioso obiettivo di superare il milione di unità vendute, ricevendo anche l'appoggio del Governatore del Michigan

 

Una cosa è certa - afferma Marchionne - i dipendenti Chrysler di Auburn Hills possono stare tranquilli, «sono insostituibili, resteranno in USA». E altrettanto certo è che le parole Fiat e Chrysler resteranno nel nome della nuova società, alla quale si lavora «valutando la struttura finanziaria, cercando di vedere come sfruttare le opportunità disponibili sul mercato che è estremamente liquido e le capacità di Chrysler di finanziarsi e autofinanziarsi. Speriamo che per quando ci rivedremo per il piano di maggio avremo idee più chiare su come finanziare tutta la baracca».

Alfa Romeo e Jeep

Vanno avanti intanto i piani per il ritorno di Alfa negli Stati Uniti, dove la 4C sbarcherà quest'anno. Marchionne fissa anche un obiettivo per Jeep: superare il milione di vendite, battendo così i precedenti due record stabiliti nel 2012 e nel 2013.

Marchionne incassa l'appoggio del Governatore del Michigan, Rick Snyder, per l'operazione Fiat-Chrysler: lo riceve allo stand e lo porta a visitare la Chrysler 200 prima e la Jeep poi. «Sono felice della transazione che sta per essere completata. C'è un futuro brillante per tutti noi. Il nostro ruolo - afferma Snyder - è creare il contesto giusto per gruppi di successo che continuano a fare il meglio».

Un appoggio significativo che arriva mentre Chrysler si prepara all'appuntamento più importante dell'anno in termini pubblicitari, ovvero il Super Bowl. Chrysler sta lavorando allo spot che cercherà di insidiare i successi ottenuti nei due anni passati, con lo spot 'Imported from Detroit' e la pubblicità con Clint Eastwood.

Aree d'interesse

Il top manager italo-canadese ha poi parlato delle aree su cui intende puntare, dichiarando che «la Russia è un'area chiave per una serie di ragioni, non in termini di aspettative per il 2014. Abbiamo bisogno di finalizzare il nostro coinvolgimento in Russia, qualcosa su cui stiamo lavorando da tempo. L'area Nafta è in buone condizioni; Usa, Canada e Messico sono soddisfacenti e l'Asia sta andando bene».

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