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Tra i grandi protagonisti del Salone dell'Automobile di Detroit vi è l'Amministratore Delegato del Gruppo Fiat-Chrysler, Sergio Marchionne, che dopo la fusione seguita alla cessione delle quote detenute da Veba, è tornato a parlare dell'Alleanza in occasione di una conferenza stampa indetta all'apertura del NAIAS 2014 durante la quale ha anche annunciato la sua volontà di restare alla guida del Gruppo per almeno altri tre anni.
La quotazione, la sede e la questione legale saranno esaminati dal Consiglio di Amministrazione di Fiat, che discuterà il processo di fusione con Chrysler il prossimo 29 gennaio. A dichiararlo è stato lo stesso Marchionne, che è intervenuto a Detroit insieme al Presidente di Fiat, John Elkann.
L'Amministratore Delegato del Gruppo Fiat-Chrysler ribadisce che non c'è bisogno di un aumento di capitale del Lingotto per Chrysler e che «è tecnicamente possibile» lo sbarco in borsa della nuova società entro la fine dell'anno.
Ribadendo il no a un aumento di capitale, Marchionne ha poi aggiunto che: «non abbiamo sposato l'idea del convertendo»: e' un'idea che «stiamo valutando», una decisione sarà presa dopo il piano industriale. Il convertendo e' «un'operazione complessa. La maggior parte dei convertendo che ho visto della mia vita ha un prezzo di conversione che è superiore al prezzo di Borsa al momento».
Il convertendo è vantaggioso rispetto a un aumento di capitale, mette in evidenza Marchionne, precisando che consente potenzialmente di emettere azioni nel futuro a un prezzo che riflette il valore dell'opzione inerente al passaggio del tempo.
“Alfa Romeo sarà prodotta solo in Italia, almeno fino a quando ci sarò io. Siamo aperti a qualsiasi tipo di collaborazione con altri partner. Esaminiamo le possibilità che si presenteranno”
Parlando dei timori relativi al debito di Fiat e Chrysler dopo l'acquisizione da parte del Lingotto della quota del United Auto Workers (Uaw), Marchionne ha sentenziato: «sarei morto di attacco di cuore se avessi ascoltato tutto quello che dicevano gli analisti».
Marchionne ha poi aggiunto che il 2014 non sarà il vero anno della ripresa del mercato dell'auto in Europa, mentre in merito al brand del Biscione ha tenuto a precisare che «Alfa Romeo sarà prodotta solo in Italia, almeno fino a quando ci sarò io».
Per quanto concerne invece il nome della nuova società, il top manager italo-canadese ha dichiarato che è «assolutamente garantito» che ci saranno i nomi Fiat e Chrysler, mentre in merito a nuove possibili collaborazioni Marchionne ha poi aggiunto: «siamo aperti a qualsiasi tipo di collaborazione con altri partner. Esaminiamo le possibilità che si presenteranno».
Parlando della sede di Fiat-Chrysler, Marchionne ha invece aggiunto che «è improbabile che la sede di Fiat e Chrysler sia in America Latina: io vivo in aereo per me non fa molta differenza», sottolineando che parlare di sede è anacronistico, perchè si parla di domicilio legale.
Per quanto concerne invece la situazione politica italiana, l'A.D. di Fiat e Chrysler si augura che questa non crei ostacoli. A chi gli chiedeva se Governo e sindacati italiani avranno voce nel piano industriale, Marchionne risponde: «faremo con Fiat-Chrysler quello che abbiamo fatto con Chrysler, quello che abbiamo fatto in America Latina e in Cina. Non ci sono state garanzie per nessuno da quando ho iniziato a fare questo lavoro. La grande cosa di essere una società privata è avere il diritto di decidere il proprio futuro».