Marchionne: «Fiat investe ancora in Italia sull'alto di gamma»

Marchionne: «Fiat investe ancora in Italia sull'alto di gamma»
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Marchionne è intervenuto a margine dei lavori di Confindustria Toscana parlando del Gruppo e della sua posizione globale precisando le posizioni sull'Italia. Con Renzi solo una stretta di mano
13 giugno 2013

E’ venuto a Firenze per far pace con la città, con i fiorentini e stemperare gli attriti sorti con il Sindaco Renzi dopo le affermazioni a lui attribuite. ''Citta' piccola e povera'', questa la frase  divulgata in tutto il mondo nell’ottobre 2012 durante un incontro con la stampa estera.

Marchionne ha spiegato che «non io ma qualcuno dei presenti, in una sala da pranzo, ha usato l'espressione 'pretty old town' che è stata registrata da un cosiddetto giornalista, malamente tradotta e addossata a me. Chi mi ha attribuito quei giudizi ha fatto, come si direbbe qui, una bischerata».

Firenze: è una città che non ha eguali nel mondo. Parola di Marchionne

«Ora - ha ironizzato il manager - per emendare fino in fondo una colpa che non ho commesso, potrei svolgere un trattato sul valore di Firenze, sull'importanza di una città che, per arte, cultura e scienze, non ha eguali al mondo. Ma mi prenderebbe un paio di giorni e poi qualcuno direbbe che voglio spostare qui la sede della Fiat».

«Forse - ha concluso - per chiudere definitivamente la questione potremmo tutti consolarci tenendo a mente le parole di Oscar Wilde: “Si vive in un'epoca in cui solo gli ottusi vengono presi sul serio e io vivo nel terrore di non essere frainteso”».

L'Europa deve diventare più unita

L'Amministratore Delegato di Fiat nel suo intervento a conclusione dei lavori di Confindustria Toscana ha lanciato un appello per rafforzare le istituzioni europee: «L'Europa deve compiere un salto di qualità per rafforzare la propria unione. Per farlo è necessario che gli Stati cedano parti di sovranità per condividere le scelte, soprattutto in materia di strategie economica, per arrivare a costruire gli Stati Uniti d'Europa».

L'Europa deve compiere un salto di qualità per rafforzare la propria unione. Per farlo è necessario che gli Stati cedano parti di sovranità per condividere le scelte, soprattutto in materia di strategie economica, per arrivare a costruire gli Stati Uniti d'Europa

Un appello al Governo

Per concludere il tema di politica economica Marchionne ha invitato il Governo a scegliere le «cinque cose più importanti, quelle che possono veramente influire sulla vita delle persone; cinque cose che si possono fare e si possono fare ora. Novanta giorni di tempo per realizzarle e poi passate alle cinque successive».

Nessuna chiusura di impianti in Italia

Passando ad analizzare la situazione del Gruppo automobilistico italo-statunitense Marchionne ha confermato che «non ci saranno chiusure di impianti produttivi in Italia anche se gli analisti e gli opinionisti consigliano che chiudere uno o due stabilimenti in Italia consentirebbe di risolvere il problema della nostra sovra-capacità produttiva».

Orientamento aziendale

«Invece abbiamo deciso - ha detto l’AD Fiat - che non chiuderemo nessun stabilimento in Italia». Ha ricordato ancora una volta che sono state fatte scelte ben precise per quanto riguarda i modelli e i segmenti su cui puntare.

«E’ stato deciso di aumentare l’uso della base produttiva in Europa per sviluppare marchi globali (quelli che danno il maggior reddito, ndr) come Alfa Romeo, Maserati e Jeep, assieme ai modelli  base del marchio Fiat come 500 e Panda, facendo degli stabilimenti italiani una base produttiva dedicata a questi modelli che vantano la vocazione di essere esportati in tutto il mondo».
 

E’ stato deciso di aumentare l’uso della base produttiva in Europa per sviluppare marchi globali come Alfa Romeo, Maserati e Jeep, assieme ai modelli  base del marchio Fiat come 500 e Panda

Da notare il silenzio assoluto su un modello che negli anni passati l’ha fatta da padrone: la Punto. Accanto a queste note di prodotto è arrivata la conferma che sono in corso investimenti per un miliardo di euro per adeguare lo stabilimento a due nuovi modelli che saranno in vendita già a partire dal 2014.

Modelli che potrebbero far fare un salto in avanti alle vendite del Gruppo in Italia e in Europa. Si tratta della 500X e della piccola Jeep. Sono due vetture che racchiudono il concetto di Crossover-Suv per città tanto caro al mercato in questo periodo, con segni positivi in fatto di numeri e fatturato nonostante la crisi.

Per il marchio Jeep si tratta di  andare ad attaccare modelli di produzione straniera che hanno dominato e stanno dominando il segmento di riferimento: Toyota Rav, Suzuki Vitara, Ford Kuga, Volkswagen Touran.  Una piccola Jeep , che ben studiata, con un design accattivante troverebbe sicuri estimatori perché il valore del brand, nel mondo, è ancora alto. «Stiamo lavorando silenziosamente – ha precisato l’AD Fiat – ma con determinazione per sviluppare l’offerta di prodotti di alto di gamma per rilanciare gli altri siti produttivi che abbiamo in Italia».

I mercati esteri: fondamentali per sopravvivere

La Fiat, con la scelta di andare a cercare fuori dai confini i profitti che non era più possibile ottenere in Europa, oggi può tappare i buchi delle mancate vendite nel vecchio Continente, Italia compresa, grazie ai successi registrati in America: «Negli stati Uniti - ricorda i dati delle settimane scorse – abbiamo segnato 38 mesi di crescita consecutivi. In Canada  abbiamo appena raggiunto un nuovo record nella storia del settore auto con il più lungo periodo di miglioramento, 42 mesi consecutivi. In Brasile abbiamo registrato il miglior mese dei 37 anni di presenza rafforzando la posizione di testa che deteniamo da undici anni».

Riceviamo premi e riconoscimenti internazionali per la qualità e lo stile dei nostri prodotti. Ma non siamo riusciti a convincere il primo cittadino di Firenze, che preferisce guidare una vettura straniera e nemmeno per la sua campagna elettorale ha scelto un camper italiano


Sciorinati questi dati Marchionne pone l’accento sul fatto che ancora in molti nel nostro Paese considerano un’azienda prettamente italiana che si trascina tutti i pregiudizi di venti e più anni. Oggi il Gruppo, conclude l’AD Fiat, può vantare i migliori e più moderni stabilimenti in Europa e nel mondo «con una alta qualità che è stata riconosciuta dagli stessi organismi europei. Ma evidentemente non siamo riusciti a comunicare questo salto di qualità».

E a questo punto decide di bacchettare il Sindaco di Firenze, Matteo Renzi. «Riceviamo premi e riconoscimenti internazionali per la qualità e lo stile dei nostri prodotti. Ma non siamo riusciti a convincere il primo cittadino di Firenze, che preferisce guidare una vettura straniera e nemmeno per la sua campagna elettorale ha scelto un camper italiano benché siamo i primi produttori europei in questo segmento di mercato con una quota del 70%. Un camper che poi pur avendo un marchio straniero e costruito da operai della Fiat nello stabilimento Sevel in val di Sangro».

Poi a margine dell'evento, a chi gli ha chiesto cosa si era detto durante la stretta finale con Renzi, Marchionne ha tagliato corto: «Ho cercato di vendergli una macchina», lasciando velocemente la sala da una porta laterale. «Questa è l’Italia che ci piace – ha concluso il numero uno di Fiat - questa è l’Italia che piace al mondo e noi grazie all’accordo con Chrysler abbiamo venduto 4,2 milioni di veicoli diventando il settimo costruttore mondiale alle spalle di Ford».

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