Manovra economica: stangata sul diesel. Colpirebbe 17 milioni di automobilisti

Manovra economica: stangata sul diesel. Colpirebbe 17 milioni di automobilisti
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Sono allo studio del MEF tagli alle “agevolazioni” fiscali sul gasolio. Ovvero un aumento delle accise per avvicinarle a quelle – superiori - che gravano sulla benzina
4 ottobre 2019

Mentre si avvicina la scadenza del 15 ottobre per la presentazione all’Unione Europea del documento programmatico di bilancio, il Ministero dell’Economia e delle Finanze è alla ricerca delle risorse necessarie per la copertura dei conti.
All’appello mancano ancora circa cinque miliardi di euro e, dopo che sono state escluse nuove tasse, incrementi dei ticket sanitari, sugar-tax e affini, l’obiettivo del dicastero guidato dal ministro Gualtieri si è spostato sul taglio di detrazioni e agevolazioni fiscali.

Fra gli possibili scenari, nel solco del piano di riconversione energetico spinto a più riprese dal premier Conte con il nome “new green deal” ci sarebbero le accise sul gasolio da autotrazione. Un costo che il Governo farebbe passare in relazione al programma di transizione ecologica.

Come è noto in Italia su ogni litro di benzina gravano accise di 0,72 euro, mentre sul gasolio sono di 0,62 euro. Al prezzo finale pagato alla pompa va naturalmente aggiunta l’aliquota IVA del 22%.
In pratica al gasolio viene riconosciuto un vantaggio fiscale di 10 centesimi al litro.

Avvicinare le due accise, alzando quella sul gasolio ovviamente, aumenterebbe ulteriormente la pressione fiscale generale (va detto che anche in altri paesi – vedi Germania – questo lavoro di avvicinamento è stato già fatto, ma con una incidenza più bassa sul costo del carburante…) e fornirebbe un gettito maggiore. Quantificando in 200 milioni di euro l’anno ogni centesimo di euro di aumento, con 5 centesimi di aumento al litro spunterebbe quindi un miliardo di euro, due se si arrivasse invece alla parità fra benzina e diesel.

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Sempre che i consumi rimangano uguali agli attuali naturalmente, il che non è scontato perché generalmente a un aumento dei costi corrisponde una diminuzione della domanda.

Quello che si profila è un conto che potrebbero pagare i 17 milioni di automobilisti che guidano una vettura diesel.
Dagli eventuali rincari sarebbero esclusi gli autotrasportatori e le aziende agricole, che continuerebbero a beneficiare delle agevolazioni fiscali sul gasolio.

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