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Ne parlano e ne fanno volutamente parlare da tempo, alcuni costruttori. Sono le sanzioni che gravano sulle Case auto qualora non rispettino i vincoli di tutela ambientale, in Europa. Emissioni CO2 da tenere a bada, ma come? Se la gamma messa in vendita sfora, ci si appoggia a metodi complementari, mediando le proprie emissioni con crediti altrui. È quanto ha fatto FCA, per le gamme Fiat, Fiat Professional, Alfa, Lancia, Abarth e Jeep “sposandosi” sul fronte a Tesla.
Mike Manley, AD FCA, dichiara in questi giorni che il suo gruppo non dovrà pagare multe, per mancato rispetto delle normative europee sul CO2. Almeno riferendosi al 2019 e 2020 FCA è a posto, nulla di confermato ufficialmente per il 2021. Grazie all’accordo salva-FCA con Tesla e, in termini di prodotto, grazie ai prossimi lanci di nuovi modelli auto FCA elettrificati.
Le ibride plug-in, come Jeep Compass, Renegade e Wrangler, poi l’elettrica Fiat 500 EV. Anche i termici a benzina GSE, per ora prodotti in Polonia, sono citati da FCA come pienamente utili a stare nel target imposto dalla UE.
In termini di quota però, le FCA elettrificate sono a un livello ancora basso, molto. Il potenziale ci sarà ma i numeri dicono circa 5% delle vendite in Europa stimabili, per le Fiat e Jeep ibride o elettriche in arrivo. Se questi volumi saliranno, allora FCA potrà fare a meno del supporto di crediti esterni, come auspicato, ma non sarà prima del 2022.
Riguardo ai costi, che FCA deve sopportare per avere questa conformità, la dirigenza ha parlato di circa 120 milioni di euro. Una cifra crescente negli ultimi anni (600 milioni spesi nel 2018) e che lima il profitto altrimenti fatto da Fiat Chrysler nella regione EMEA. Come gestirlo? Lecito e confermato che almeno parte di questi oneri FCA li recupererà attraverso un aumento dei prezzi. Il listino 2020 soprattutto di Fiat e Jeep, ma anche Fiat Professional (nuovo Ducato elettrico) includerà modelli elettrificati e più conformi ma anche più costosi, in Italia come nelle altre nazioni.