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Accade in Canada, ma potrebbe succedere ovunque: per una signora di Toronto, il tranquillo rientro dopo aver assistito ad una partita di basket si è tramutato in un vero incubo, a partire dal momento in cui ha realizzato che l'autista di Uber che l'aveva riportata a casa se n'era andato portandosi via anche la figlioletta di cinque anni, beatamente addormentata sul sedile posteriore dell'auto!
L'antefatto riguarda una partita dei Toronto Raptors, una delle trenta squadre che militano nel più prestigioso dei tornei di basket del mondo, quello dell'NBA: grande tifosa dell'unica squadra non statunitense a vincere il titolo (stagione 2018-2019), la signora è andata al palazzetto insieme al suo compagno e ai loro quattro figli.
Prenotata un servizio Uber per rientrare dopo la partita, una volta a destinazione è scesa per portare i primi tre in casa; uscitane per prelevare anche la più piccola che intanto si era addormentata, si è accorta la vettura era ormai andata via, con a bordo il prezioso carico.
Il problema riguarda il fatto che il servizio di prenotazione di Uber avviene tramite app e che quasi nessuno si premura di segnarsi targa, modello del veicolo o il nome del conducente; anche la centrale operativa non ha fornito indicazioni precise per presunte questioni di privacy.
Così l'intera vicenda stava assumendo i colori di un incubo burocratico e solo l'intervento della polizia ha sbloccato la situazione: davanti alla richiesta delle autorità, il conducente è stato subito rintracciato, mentre ancora ignaro stava a sua volta rientrando a casa.
Rapido dietrofront e ragazzina restituita ai genitori, con tanto di scuse ufficiali, anche se il rimborso per i danni è stato di 7 dollari.
Ma quella serata non verrà dimenticata facilmente, anche perché i Raptors, che non stanno vivendo la loro stagione migliore e galleggiano nelle parti basse della classifica, una partita erano finalmente riusciti a vincerla...