Luca De Meo (Renault): la "cura elettrica" sta uccidendo il paziente

Luca De Meo (Renault): la "cura elettrica" sta uccidendo il paziente
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Il dilemma dell'industria automobilistica: ridurre le emissioni o rischiare la rovina?
25 settembre 2024

Stiamo attraversando un momento paradossale nella storia: alcune soluzioni pensate per risolvere un problema finiscono per aggravarne altri, come se si cercasse di curare una malattia uccidendo il paziente. Questa è l'immagine evocata da Luca de Meo, amministratore delegato del Gruppo Renault e presidente dell'Associazione Europea dei Costruttori di Automobili (ACEA), per descrivere l'attuale situazione dell'industria automobilistica. Il problema? Le stringenti normative europee sulle emissioni di CO2, che rischiano di mettere in ginocchio l'intero settore.

A partire dal 2025, i produttori di automobili dovranno ridurre le emissioni medie di anidride carbonica delle nuove vetture a 94 g/km. Ogni grammo di CO2 oltre il limite comporterà una multa di 95 euro per ciascun veicolo venduto. Per le aziende che producono migliaia di auto, potrebbe essere una spesa gestibile, ma per le case automobilistiche che vendono milioni di unità, le sanzioni potrebbero raggiungere cifre astronomiche. Secondo de Meo, le sanzioni potrebbero arrivare fino a 15 miliardi di euro.

Le normative sono state ideate per promuovere la transizione verso veicoli elettrici a batteria (BEV), ma c’è un grosso problema: la domanda di BEV non è sufficientemente alta per permettere ai produttori di raggiungere le emissioni medie richieste. In parole povere, se le grandi case automobilistiche non riusciranno a vendere abbastanza auto elettriche, saranno costrette a tagliare la produzione di circa 2,5 milioni di veicoli per evitare sanzioni, o a pagare multe colossali.

Luca de Meo ha espresso questa preoccupazione durante un'intervista con la radio France Inter, sottolineando come la questione non riguardi solo Renault, ma l'intera industria automobilistica europea. Le aziende sono intrappolate in un dilemma apparentemente insormontabile: da una parte la necessità di rispettare le normative ambientali, dall'altra la realtà di un mercato che non sta ancora rispondendo in maniera massiccia alla spinta verso i veicoli elettrici.

Molti attivisti per il clima vedono queste dichiarazioni come una difesa degli interessi economici delle aziende, ma c’è di più. De Meo non si limita a proteggere i bilanci aziendali, ma sta lanciando un allarme su un'industria che rischia di essere distrutta da normative che, pur con buone intenzioni, potrebbero finire per soffocarla.

La transizione verso i veicoli elettrici è stata promossa dai governi di tutto il mondo come una delle principali soluzioni per ridurre le emissioni e combattere il cambiamento climatico. Tuttavia, le vetture elettriche sono ancora lontane dall'essere accettate su larga scala. Solo in paesi come la Norvegia e la Cina, dove esistono forti incentivi e normative severe, che le elettriche hanno preso piede. Nel resto del mondo, i motori a combustione interna, spesso accompagnati da motori elettrici nei modelli ibridi, rimangono i protagonisti del mercato.

 

Lo strano caso del dottor Geely e Mr. Renault

Un aspetto ironico di questa situazione è che le stesse normative che avrebbero dovuto penalizzare i combustibili fossili stanno spingendo grandi investitori petroliferi come Aramco a diversificare. La compagnia ha recentemente investito nella divisione motori a combustione interna di Renault e Geely, segno che anche chi ha dominato il mercato del petrolio si rende conto che la transizione non sarà semplice. I giganti dell'energia sanno che il petrolio non sarà la risorsa dominante per sempre, e per questo stanno iniziando a investire anche nelle tecnologie elettriche.

La questione sollevata da De Meo è complessa e richiede un'attenta riflessione. Le normative ambientali sono necessarie per affrontare il cambiamento climatico, ma devono essere bilanciate con la realtà economica e sociale. Spingere troppo velocemente verso una transizione che il mercato non è pronto ad accettare potrebbe avere conseguenze disastrose per l'industria automobilistica, soprattutto in Europa.

Mentre i governi continuano a incentivare l'adozione di veicoli elettrici, i produttori si trovano a dover gestire un dilemma che non ha una soluzione semplice. Da un lato, c’è la necessità di innovare e ridurre le emissioni, dall’altro, la sfida di farlo in un contesto in cui i consumatori non sono ancora pronti a fare il grande salto verso l’elettrico. Senza una strategia che tenga conto di questi fattori, il rischio è che l’industria automobilistica europea venga schiacciata da regole che, anziché spingere verso il progresso, potrebbero finire per distruggere il settore.

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