Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Oggi ripassiamo brevemente la storia di tre modelli by Lotus che hanno fatto la storia ai loro tempi ma ci dicono anche di che pasta sono fatti in Lotus. Infatti la casa di Hethel venne chiamata da tre case automobilistiche tra le più grandi e con fondi disponibili maggiori per produrre i loro telai, incapaci di mettere a punto internamente quel sano e dinamico comportamento stradale che si addice ad una sportiva.
Da quelle "commesse" Ford fa nascere la Lotus Cortina, Talbot la Lotus Sunbeam e Opel la Lotus Omega, sulle rispettiva basi di serie. Queste tre vecchie signore hanno fatto la storia del marchio e anche delle corse, per questo vi consiglio di farvi una ricerca perché ne vale davvero la pena. Tanto per dire, una una di queste ha vinto il Campionato Mondiale Rally nel 1981.
La Lotus era allora, quello che è oggi nel mondo del motorsport è la Dallara, ovvero i migliori telaisti del mondo. Se hai problemi nella messa a punto del telaio e dell'handling, si va da loro, che in questo campo sono i migliori, tanto che all'epoca venne coniato un vero e proprio slogan: handling by Lotus e non credo che serva una traduzione per capirne il significato.
Nel 1992 in Lotus viene lanciata una nuova piattaforma di collaudo: la SID (Structure, Isolation and Dynamics), un telaio monoscocca di materiali compositi per la Esprit che durante la progettazione permetteva di usare la telemetria attiva così da poter fare delle regolazioni da remoto e avere in diretta tutti i parametri; roba da Formula 1, soprattutto per i tempi.
Realmente mi dispiace sapere che non farà più auto spinte dai motori termici; l’ultima dovrebbe essere la Emira, ma sappiamo che tutte queste tecnologie non saranno perdute e tutto il know how verrà posto al servizio dello sviluppo dei telai delle nuove Lotus elettriche. Queste avranno l’arduo compito di vincere la sfida del peso (grande cruccio delle auto elettriche) e di quel feeling di guida che solo una Lotus può garantire.
Si sa già che la Eletre avrà al posteriore le sospensioni five-link, dotate di sospensione pneumatiche multicamera con controllo dello smorzamento, torque vectoring per gestire la coppia e un asse posteriore attivo con selezione delle diverse modalità di guida. Loro, prima di altri, avevano capito che per divertirsi non servono migliaia di cavalli, ma un’auto leggera con un buon telaio. Speriamo non tradiscano le attese.