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Tra i personaggi che hanno popolato negli anni il mondo della Formula 1, bisogna assolutamente ricordare Lord Alexander Hesketh, terzo Barone Hesketh, che nel 1973, appena 22enne, fondò il suo team di Formula 1, preferendolo agli studi classici che ci si sarebbe aspettati da un aristocratico.
Non un team qualunque, ma una truppa che si muoveva solo con Rolls Royce, aerei ed elicotteri privati, dando feste spettacolari ad ogni occasione, con fantastiche modelle che giravano seminude tra gli ospiti, in un mare di champagne ed hotel a 5 stelle.
Più che un team della massima formula, sembrava il backstage dei Rolling Stones, ed il pilota che portò la monoposto al debutto non poteva essere più azzeccato: James Hunt, versione automobilistica di George Best, tutto genio, sregolatezza e grandi vizi.
Nonostante la preoccupante tendenza a distruggere le monoposto, cosa che gli valeva fin dagli esordi l’azzeccato soprannome di “Hunt the shunt” (Hunt, l’incidente), Hesketh lo aveva finanziato e supportato sia in F.3 che in F.2, individuandoci una sua anima gemella (fu anche suo testimone di nozze).
E dove poteva debuttare il Team Hesketh Racing? Esatto! A Montecarlo, quando si presentarono non con un motorhome, ma bensì attraccando in porto un enorme yacht da 50 metri. Se una cosa non mancava al giovane Lord, orfano di padre dall’età di quattro anni, lo avrete capito, erano i capitali familiari, cui attinse, appena maggiorenne, per creare questo team più inglese di tutti gli altri team inglesi, livrea completamente bianca con strisce rosse blu, Union Jack e croce di Sant'Andrea.
Una storia che ricorda quella del veneziano Conte Giovanni Volpi di Misurata, e della sua grande passione per l’automobilismo sportivo. Gli anni ’70 erano i tempi in cui a parte la Ferrari e qualche altro (BRM, Tecno), tutte le monoposto erano costruite attorno al Cosworth 8 cilindri accoppiato alla trasmissione Hewland, quindi la differenza la facevano sicuramente i soldi (per provare, per avere il materiale più fresco) e soprattutto il progettista. E Hesketh pescò bene, portandosi a casa il non ancora trentenne Harvey Postlesthwhite ( il “Postalmarket” di Enzo Ferrari).
Il pittoresco team, che come simbolo aveva un orsetto (in cui molti, maliziosamente, vedevano il ritratto del paffutello Lord ) conquisto da subito vari podi, Hunt fu ottavo in classifica mondiale sia nel ’73 che nel ’74, e nel 1975 la bella e veloce Hesketh 308 arrivò finalmente alla vittoria, a Zandvoort, precedendo Niki Lauda dopo una gara memorabile partita sotto il diluvio.
Per festeggiare venne dato un leggendario party che iniziò in Olanda e terminò solo vari giorni dopo nel maniero inglese di Easton Neston , proprietà da 450 anni della famiglia Hesketh e sede del team, per ospitare il quale erano state convertite delle vecchie stalle e la casa del fattore.
Grazie anche a tre secondi posti, Hunt fu quarto in classifica dietro Lauda, Fittipaldi e Reutemann. Raggiungere finalmente la più volte sfiorata vittoria segnò però anche la fine della squadra: Hunt, pilota attorno a cui era nato il progetto (Ian Scheckter e Lunger lo affiancarono in sole quattro gare), accettò l’offerta della McLaren per sostituire Fittipaldi e tentare la scalata al titolo mondiale, e Lord Hesketh perse velocemente interesse nel team, che vivacchiò un paio di stagioni, affidato in gestione a vari personaggi (peraltro da uno spin-off della squadra nacque la Wolf, team per molti versi degno erede).
Il giovane rampollo stava infatti già pensando ad un altro modo di declinare la sua passione per i motori: nel 1980 nacque, sempre a due passi dalla sua dimora, la Hesketh Motorcycles, per rinverdire i declinanti fasti dell’industria motociclistica britannica.
Purtroppo il nobile tentativo fu abbastanza catastrofico: la bicilindrica Hesketh V1000, che doveva essere una “riedizione moderna della Brough Superior” o una “Aston Martin su due ruote” nacque sfortunatamente con una serie di grossi problemi (specie di raffreddamento del cilindro posteriore e di guidabilità in generale) e nonostante le varie versioni Vulcan, Vampire e Vortan, fu del tutto snobbata dal mercato (comunque, anche se pare assurdo, tutt’ora è possibile acquistare una nuova fiammante Hesketh V1000 dalla Broom Development Engineering, che ha rilevato il materiale oltre 25 anni fa.
L’avventura con le due ruote terminò in meno di un lustro. Dopo avere completamente trascurato a causa del prepotente richiamo dei motori il proprio titolo ereditario di Lord, Hesketh fu però folgorato nel 1984 dal severo rimprovero della Signora Tatcher, dedicandosi da allora anima e corpo alla carriera politica in ambito Conservatore, raggiungendo i più alti traguardi durante il Governo Major.
Un deciso cambio di rotta per il giovane ribelle di un tempo, nel frattempo sposatosi con donna di pari lignaggio (ma anche costretto a vendere per sembra 15 milioni di sterline la tenuta di famiglia ad un milionario russo): tuttavia per gli appassionati inglesi la sua immagine rimarrà sempre quella del robusto e capellone Lord anticonformista seduto sulla carenatura della monoposto del compianto Hunt. E, detto tra noi, molto più pittoresco e simpatico dei nuovi ricchi indiani ed arabi del Circus.