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Ora ci sono anche i numeri a certificare come la crisi sanitaria abbia colpito duramente il Paese, e soprattutto la Lombardia: i dati elaborati dal Centro Studi di Assolombarda e pubblicati sul magazine dell’associazione “Genio & Impresa”, fotografano come gli spostamenti di merci e persone in regione si siano fermati quasi del tutto nel corso del lockdown.
La pandemia ha cambiato il volto della mobilità a Milano e nell’hinterland: su tutti, spicca il dato di aprile relativo agli ingressi nelle linee della metropolitana di Milano, in calo del 94%, incrementando ancora il dato già importante di marzo, quando la diminuzione degli accessi nella metropolitana più lunga d’Italia era stata dell’82%.
Non sono da meno anche gli ingressi nelle aree a viabilità limitata del centro storico: l’Area B segna un -70% e l’Area C addirittura registra un -75% , mentre le le tangenziali, arterie normalmente distinte da code e rallentamenti, si sono completamente svuotate nei mesi di quarantena.
Con riferimento agli spostamenti delle persone, su tangenziali milanesi e in città, la riduzione nei mesi di lockdown è molto significativa: gli indicatori riportano un -70% a marzo e un -75-85% ad aprile, numeri di poco superiori alla media italiana e in linea con quanto accaduto in altre metropoli mondiali, ad eccezione di Germania e USA, dove gli spostamenti sono continuati con meno limitazioni.
Per avere un’idea della profondità del rallentamento dell’attività economica milanese e lombarda, ancor più significativi sono i numeri relativi ai transiti dei veicoli pesanti e leggeri: secondo i dati forniti da Milano Serravalle, sulle tangenziali milanesi la flessione sul 2019 è stata del 50% per i primi e dell’88% per i secondi.
Oltre a quello via terra, anche il trasporto aereo è in ginocchio: il traffico merci diminuisce nell’aeroporto di Malpensa, del 29% a marzo e del 35% ad aprile.
Questi numeri da brivido sono però destinati a risalire con l’allentamento delle misure e la ripresa delle attività: già dopo l’avvio della Fase 2, gli spostamenti delle persone per e da i luoghi di lavoro risultano in aumento del 22%.