Loeb: «Non riesco a dimenticare i rally, ma ora penso solo al WTCC: voglio vincere»

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Abbiamo intervistato Sébastien Loeb in occasione dei test che inaugurano la stagione 2015 del WTCC. Il francese ci ha raccontato i suoi piani per la prossima stagione nel mondiale turismo, senza nascondere una malinconia per i rally
13 febbraio 2015

Barcellona - Incontrare un pilota del calibro di Sébastien Loeb, nove volte Campione del Mondo Rally, non è già di per sé facilissimo. Solitamente poi è uno abbastanza (molto) riservato, non muore dalla voglia di parlare con i giornalisti e quando lo fa -- o lo deve fare - è solitamente assistito dalla sua fedele addetta stampa, che vigila sulle domande e cronometra il tempo a disposizione. 

 

Questa volta però, caso più unico che raro, siamo riusciti a parlare a lungo con il fenomeno francese, che si è lasciato andare in una chiacchierata molto più che confidenziale. Loeb ci ha raccontato i suoi piani per la prossima stagione nel WTCC, che per lui rappresenta ancora una nuova sfida, ma non ha nascosto una certa malinconia nei confronti del Mondiale Rally e non ha risparmiato nemmeno una frecciatina a qualche illustre collega.

 

Lo abbiamo incontrato in Spagna, in occasione dei test che inaugurano la stagione 2015 del Mondiale Turismo, dove sarà impegnato anche quest’anno come pilota ufficiale Citroen al volante della C-Elysée, insieme ai compagni di squadra - e rivali - Yvan Muller e il campione in carica José María López.

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L'incidente al Rally di Montecarlo

 

Sébastien, tanto amaro in bocca per il tuo incidente al WRC di Montecarlo di qualche settimana fa. Eri tornato e stavi già vincendo...

«Sì, certamente, ma le corse sono così. In quella prova speciale mi sono ritrovato a partire quattordicesimo, in una posizione sfavorevole, e dovevo veramente mettercela tutta per mantenere la prima posizione. Ho commesso un piccolo errore, niente di eclatante, ma… c’est la vie! Nessun problema, è già acqua passata ormai».

 

Ti manca il Mondiale Rally? Hai chiuso definitivamente quella porta?

«È difficile difficile chiudere completamente con i rally dopo una carriera così intensa. Però mi sono detto: non posso fare solo rally per tutta la vita! Volevo fare anche altro e mettermi di nuovo alla prova, così mi sono lanciato in nuove avventure».

 

Torniamo con i piedi per terra. Quest'anno torni nel WTCC per vincere, come sempre?

«Mi piacerebbe tanto vincere il WTCC 2015 ma sarà davvero difficile, perché ci sono i miei compagni di squadra  che sono davvero fortissimi. Gli altri team poi hanno fatto passi in avanti importanti. Non credo che l’esperienza che ho maturato lo scorso anno sia sufficiente per vincere, ma è chiaro che ce la metterò tutta. La motivazione, come sempre, è altissima».

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La Citroen C-Elysée che Loeb guiderà nel prossimo mondiale WTCC

 

Quest'anno il Mondiale Turismo mette sul piatto una grande novità: la gara sulla leggendaria Nordschleife del Nurburgring. Più di 20 km (dipende dalle configurazioni della pista) e qualcosa come 170 curve da memorizzare... Sei in qualche modo intimorito dall'Inferno Verde? 

«La Nordschleife è senza dubbio un circuito lunghissimo. Ma io vedo il lato positivo, per me è sempre emozionante mettermi alla prova su nuovi circuiti e fare nuove esperienze. La Nordschleife è un luogo leggendario quindi sono contento di tornarci per una corsa».

 

Avevi già corso al 'Ring...

«Ho gareggiato già una volta al ‘Ring, nel 2001, ma sono passati molti anni ormai. E poi con il WTCC sarà ancora più difficile perché avremo la possibilità di effettuare pochissimi giri di prove libere data la lunghezza del tracciato».

 

Te lo ricordi ancora?

«Diciamo che ormai sono più bravo a farlo con la Play Station [ride, ndr].»

 

Qual è la differenza più grossa che hai trovato nel WTCC rispetto al WRC?

«Nel WTCC c’è un grande lavoro di squadra. Durante la gara è fondamentale il contributo degli ingegneri, se non hai la macchina vincente, anzi perfetta, in queste gare non vai da nessuna parte e diventa impossibile ambire alla vittoria. Nel WRC invece il pilota emerge di più e in certe situazioni, anche con un’auto inferiore, può fare la differenza».

 

Diciamocelo, il pilota nel rally può fare molto di più la differenza. Ti manca questo aspetto?

«Per me era più naturale guidare nei rally. Ma ora è tutto nuovo e sono certo che tra un po’ di tempo per me diventerà naturale anche correre nel Turismo».

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Loeb alla guida della Oreca 03 LMP2 durante la 24 Ore di Le Mans

 

In questi ultimi anni ti sei divertito a provare nuove esperienza. Vuoi tornare alla 24 Ore di Le Mans?

«Ho già preso parte alla 24 Ore di Le Mans in passato e non credo che ci ritornerò».

 

Non ti piace correre di notte?

«Amo correre di notte ma preferisco le gare veloci che le competizioni endurance, dove si rimane impegnati per parecchie ore. Quando ho partecipato alla 24 Ore avevo un’auto che poteva vincere la corsa, oggi se vuoi combattere per la vittoria assoluta devi per forza trovarti al volante di Toyota, Audi o Porsche. Io sono un pilota Citroen e quindi per me è impossibile tornare al Circuit de la Sarthe».

 

L'anno scorso ti abbiamo visto come ospite nel paddock della Dakar... Stavi fiutando la situazione?

«La Dakar mi interessa, potrebbe essere una sfida interessante. Viaggiare immersi in quei paesaggi meravigliosi, nel mezzo del niente, deve essere davvero meraviglioso. Al momento però non ho nessuna proposta concreta, voglio rimanere concentrato sul WTCC, In futuro si vedrà».

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La Peugeot 208 T16 Pikes Peak

 

Qual è l’auto più incredibile che tu abbia mai guidato?

«Senza alcun dubbio la Peugeot 208 Pikes Peak, una macchina completamente folle. Soprattutto perché un conto è guidarla in pista, un conto è portarla al limite sul percorso della Pikes Peak! Ho provato delle emozioni uniche durante quella corsa».

 

Al Monza Rally Show hai dettato legge nel 2011. Ci ritornerai?

«Perché no, mi ero divertito. Com’è andato quest’anno?»

 

Kubica non ha molto gradito la dinamica della corsa, diceva che la Fiesta di Valentino era favorita e che faceva un rumore strano…

«Se devo essere sincero anche il mio ingegnere quando avevo partecipato al Rally di Monza diceva che l’auto di Valentino faceva un rumore strano… Io non me ero accorto, ma lui sì».

 

Conosci Valentino? Vi frequentate? 

«Ci conosciamo ma non ci frequentiamo a livello personale. Continuo a rimanere allibito però da quello che sta facendo. È incredibile, a distanza di anni è ancora un grande. E poi è ancora un punto di riferimento, uno da battere».

 

Segui le corse come la MotoGp o la F1? 

«Ogni tanto, se alla domenica sono a casa e voglio rilassarmi, guardo la MotoGP o la F1, anche se a volte con la Formula 1 rischio un po’ di addormentarmi [ride, ndr]».

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Il francese durante i test di F1 nel 2009 a bordo della Red Bull Racing RB4

 

Cosa hai provato quando hai guidato una F1?

«Ne ho provata una nel 2009, proprio qui, sul circuito di Barcellona. Anche io sono rimasto sconvolto. Ricordo che arrivavo a 320 km/h e poi frenavo in 80 metri, durante i quali si verificava una decelerazione così impressionante che in quegli istanti non capivo più cosa stesse succedendo. Devo dire però che è solo questione di abitudine. Per me era una cosa totalmente nuova ma anche andare a 200 all’ora in un bosco mentre salti di qua e di là non è facile».

 

Ken Block è l'uomo del momento. Tantissimi appassionati nel mondo lo seguono per le sue prodezze al volante ed è più conosciuto di molti piloti affermati. Cosa pensi di lui?

«Non mi sono mai soffermato a farmi un’idea precisa. Sa creare degli ottimi show ed è eccezionale il modo in cui riesca a far parlare di sé, ma nel WRC era sempre 2-3 secondi a chilometro dietro di noi. Sinceramente non rimango particolarmente impressionato da quello che fa al volante. E’ uno show man, mentre giri un video hai la possibilità di ripetere la stessa manovra 30 volte, è ovvio che ti esca bene alla fine».

 

Il record di Sébastien Loeb alla Pikes Peak

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