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Quello che vedete nelle immagini della nostra gallery è il risultato di uno studio sul design, potenziale, del marchio DS. Già, perché quando i francesi di PSA decisero di nobilitarlo e sfruttarlo per farne un vero e proprio brand automobilistico, moderno (ora anche di auto elettriche) qualche italiano appassionato ne vedeva invece un netto richiamo al modello “puro”. La mitica DS del 1955.
Di quell’auto se ne parla spesso e molto: un esempio inimitabile per come fece clamore e come si diffuse, tenendo testa a rivali pregiatissime per conto di Citroen. Era molto personale anche “sotto il vestito” la DS, anzi tanto. Di quello abbiamo già parlato dicendo come certe soluzioni proprie furono abbandonate e oggi, purtroppo, ci si fa forti di pianali e motori comuni.
Questa volta parliamo di immagine, di come sarebbe una nuova DS del secolo attuale. Il designer Giuseppe Armano (ex-centro stile Alfa Romeo) quando pensò al possibile stile del nuovo marchio per i giorni nostri tracciò quanto vedete qui. Poi a Parigi non arrivarono mai queste ipotesi, ma le riscopriamo oggi.
“Secondo me c'era lo spazio sufficiente per evolversi nello stile” spiega il designer. Lo stile nato con la prima DS, quello che invece per scelta aziendale odierna è stato sostanzialmente tenuto lontano, se non nel nome e negli obiettivi di mercato, è ripreso in questi bozzetti di una potenziale DS.
DS FCA. Fantasticando noi ovviamente la vediamo ibrida Plug-In, senza sospensioni magiche, semmai con un pianale condiviso da Alfa Romeo per donarle certe doti di guida della Giulia. Chissà.. che qualcuno non stia rivedendo i conti per capire se provare a farla. Una nuova DS che per conto di PSA, con tecnologia anche FCA e design italiano (non dimentichiamo chi fù un grande designer Citroen di quel tempo). Rivaleggia con tedesche premium forte di stile e guida...
Per ora accontentiamoci dei disegni: varie alternative per il tema DS storico, ripreso giustamente, in toto. Perché per molti puristi un’auto nuova erede di un’altra deve riconoscersi sempre, anche se passa mezzo secolo, a colpo d’occhio.
“C'è un enorme lavoro dietro alla nascita di una vettura. Di uomini e di denaro. Per il reparto centro stile devono essere realizzare tantissimi bozzetti” ricorda Armano. Uno che da piccolo, come tanti coetanei, oggi non più ragazzini, i marchi delle auto li riconosceva da lontano, perché lo stile era nelle forme prima che nel piccolo logo da osservare o nome da leggere.
“A volte le scelte vengono fatte con criterio, altre volte meno. Nella lunga tribolata gestazione di un modello, si influenzano i risultati desiderati perché la data d'uscita della vettura deve essere rispettata. Un tempo le maggiori case automobilistiche avevano una loro identità”.