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Anche Bankitalia esprime preoccupazione per le pesanti ripercussioni che ha già avuto e che probabilmente avrà lo scandalo dei diesel Volkswagen sull'intera economia europea e italiana. I timori di via XX Settembre sono contenuti in un passaggio della nota di aggiornamento del Def presentata nell’audizione odierna davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato dal vicedirettore generale della Banca d'Italia Luigi Federico Signorini.
«All’incertezza presente sui mercati globali si è aggiunta negli ultimi giorni quella connessa con le possibili ripercussioni, difficili da quantificare, del grave scandalo Volkswagen sul settore dell’auto e sulle aspettative degli investitori e dei consumatori», recita un passaggio della nota presentata alla Commissione Bilancio del Senato e Bilancio,Tesoro e Programmazione della Camera riunite a Palazzo Madama.
Infatti, oltre a perdere il 40% dallo scoppio dello scandalo, il crollo del titolo Volkswagen sta influenzando l'andamento dei titoli di altri costruttori del settore automotive. Il titolo di FCA, che pure non è coinvolta nel “Dieselgate”, ieri è stato addirittura sospeso per eccesso di ribasso e hanno chiuso col segno negativo anche altri costruttori come PSA e Renault. All'incertezza che si è abbattuta sui mercati finanziari e alla perdita di valore di alcuni titoli del comparto automotive, si aggiungono anche i timori sull'impatto che lo scandalo avrà sull'economia reale.
Come quelli espressi dal presidente di Confindustria Giorgio Squinzi: «Il caso Volkswagen potrebbe avere un impatto sulle aziende fornitrici italiane anche se alcuni imprenditori che ho sentito mi dicono di no. Le temo anche io: non so – ha aggiunto -, alla fine, dove finirà questa vicenda». C'è preoccupazione anche tra i lavoratori del settore metalmeccanico: «Circa 10.000 lavoratori dell'indotto automotive, che lavorano soprattutto per le case tedesche, potrebbero essere coinvolti in Piemonte dallo scandalo 'dieselgate'», è l'allarme lanciato dalla Fismic in un incontro con la stampa a Torino. «Siamo preoccupati - spiega il segretario generale Roberto Di Maulo - per l'impatto che lo scandalo può avere sul tessuto produttivo e occupazionale della componentistica italiana e soprattutto piemontese».