Linda Jackson, la CEO di Peugeot: “Alle giovani donne dico di uscire dalla zona di comfort”

Linda Jackson, la CEO di Peugeot: “Alle giovani donne dico di uscire dalla zona di comfort”
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CEO di Peugeot dal 2021, Linda Jackson è una delle poche donne a ricoprire un ruolo di questa importanza nel settore dell'automotive. In questa intervista, oltre a raccontarci la nuova 208 e l'impegno nel WEC, offre dei consigli preziosi a chi vorrebbe seguire il suo stesso percorso
9 luglio 2023

È stato come crescere un figlio. All’inizio del 2021, quando abbiamo iniziato a testare il prototipo, era un bebé. Nell’ultimo anno abbiamo visto la vettura migliorare, diventare più affidabile, ma abbiamo visto anche crescere il team e i piloti diventare più sicuri di sé. I pezzi del puzzle si sono incastrati piano piano”. La Peugeot 9X8 questo fine settimana è tornata a Monza, dove 12 mesi fa fece il suo debutto ufficiale nel WEC. E Linda Jackson, CEO della casa del Leone, ripercorre così la strada macinata finora.

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“Credo che sia una parte molto importante nello sviluppo di un programma nel motorsport, ma vale per tutti i progetti – ci racconta Jackson nel tempio della velocità brianzolo, a pochi metri dalla Peugeot 208 restyling, svelata in anteprima mondiale proprio a Monza -. Si comincia, si capisce come deve lavorare il team, si comprende meglio il funzionamento della vettura. È stato un anno di apprendimento, e sono molto felice, perché noto dei miglioramenti. Questo è un impegno a lungo termine, e per me è estremamente importante vedere i frutti del lavoro di gruppo”.

Ma qual è il vero ritorno su un investimento come quello nel mondiale Endurance per un costruttore come Peugeot? “Il motorsport è un laboratorio per tecnologie – riflette Jackson -. Grazie al lavoro dei nostri ingegneri, possiamo usare alcune delle tecnologie, o almeno gli insegnamenti che se ne traggono, anche sul prodotto di serie, per l’elettrificazione, l’ibrido, l’aerodinamica, le sospensioni, i carburanti. Questa è una prima forma di ritorno sull’investimento. La seconda riguarda la copertura mediatica che ci assicura la partecipazione al WEC. Globale, come lo è il nostro brand”.

La Peugeot 9X8 in pista a Monza
La Peugeot 9X8 in pista a Monza

“Ora siamo in Italia – osserva - a settembre saremo in Giappone, al Fuji, e il prossimo anno correremo a San Paolo, in Brasile, un mercato strategico per noi. Il WEC ci dà la possibilità di far parlare di Peugeot a livello mondiale. È un modo per testimoniare l’affidabilità delle nostre vetture. Il terzo tipo di ritorno sull’investimento sono le attivazioni che possiamo realizzare, con le fanzone con le nostre vetture e offerte speciali. Abbiamo il network dei concessionari presente qui, per generare lead. Ma siamo prima di tutto appassionati di motorsport”.

Peugeot, in effetti, è un marchio che ha davvero le corse nel DNA, e non le ha abbracciate nella sua storia solo per una questione di marketing. Dai rally alla Dakar, passando per l’Endurance, la storia della casa del Leone è costellata di capitoli degni di nota nel motorsport. E non possiamo fare a meno di chiedere a Jackson se Peugeot abbia pensato al ritorno nel Circus con i regolamenti per la stagione 2026, capaci di attirare diverse case. “Ad essere onesta, no. Il motivo è molto semplice: i costi di ingresso in Formula 1 sono semplicemente troppo elevati. È necessario avere il giusto livello di investimento e il corretto ritorno sull’investimento. E il WEC ha l’equilibrio perfetto per le nostre esigenze”.

Alla 6 Ore di Monza 2023 Peugeot festeggia il primo compleanno della 9X8
Alla 6 Ore di Monza 2023 Peugeot festeggia il primo compleanno della 9X8

Ma la grande protagonista di giornata, a Monza, è stata la 208 restyling, ricca di novità, e non solo dal punto di vista estetico. È il facelift di un modello strategico per il marchio, come sottolinea Jackson. “La 208 è una delle nostre auto di maggior successo, ed è la più venduta in Europa. Di conseguenza ha una grande importanza nella nostra strategia. È una grande sfida rinnovarla. Ma d’altro canto è così anche per gli altri modelli, perché sono prodotti che funzionano. La sfida è evolvere il modello rispettando i tre valori chiave di Peugeot”.

“Il primo è Allure, le caratteristiche distintive in termini di stile che rendono un’auto una Peugeot. Per la 208, abbiamo voluto evolvere soprattutto il frontale e il posteriore, perché la volevamo rendere ancora più d’impatto. Il secondo valore è Emotion, il piacere di guida, aumentato con l’evoluzione dell’i-Cockpit. E il terzo è Exellence, l’efficienza. E la 208 è un ulteriore esempio del modo in cui vogliamo evolvere il marchio”.

La Peugeot 208 restyling
La Peugeot 208 restyling

CEO di Peugeot dal gennaio 2021 dopo aver ricoperto la stessa carica in Citroen dal 2014 al 2020, Jackson è una delle poche donne ad avere un incarico di così alto livello nell’automotive. Ma cosa consiglierebbe alle ragazze che oggi sognano di fare lo stesso? “Prima di tutto, direi loro di buttarsi in questo settore. Lo dico in prima battuta perché, guardando ai clienti a cui vendo le mie auto, circa il 50% - la percentuale esatta dipende dal modello – è rappresentato da donne. Uno studio condotto sei anni fa – ora probabilmente la tendenza sarà ancora più spiccata – rivelava che dietro al 95% delle decisioni d’acquisto di una vettura c’era una donna”.

“Alle giovani donne che vorrebbero fare carriera in questo settore direi di pensare a quello che potrebbero fare nell’automotive – aggiunge -. Non c’è solo l’aspetto ingegneristico, ma anche, tanto per fare degli esempi, la customer experience, la tecnologia delle nuove vetture in termini di software. Le possibilità sono molteplici. Alle ragazze dico di credere in loro stesse, di uscire dalla loro zona di comfort per lanciarsi in un mondo molto motivante”.

Linda Jackson è CEO di Peugeot dal gennaio del 2021
Linda Jackson è CEO di Peugeot dal gennaio del 2021

Questo perché, secondo Jackson, è il momento giusto per vivere dall’interno una rivoluzione. “Sono in questo settore da 40 anni – osserva - e vi posso dire che quella che stiamo vivendo è l’epoca più entusiasmante – e sfidante – che abbia mai visto. Succederà di più nei prossimi cinque/dieci anni di quanto sia accaduto negli ultimi 40. Non bisogna farsi guidare dai preconcetti sull’industria dell’auto”.

Ma come gestisce il suo gruppo di lavoro? “Il mio stile di management è molto aperto – racconta -. Apprezzo il lavoro di gruppo, e mi piace avere un buon team su cui fare affidamento. Mi fido del mio team, e do loro la possibilità di avere responsabilità. Ovviamente osservo da vicino ciò che viene fatto e prendo le decisioni finali, ma questo è il mio stile. Sono le qualità che apprezzo anche nel mio capo, che ha lo stesso modus operandi. È importante conferire responsabilità, ma anche dare indicazioni. Ed è questo il mio compito”. Una sua collaboratrice, che siede accanto a noi durante l’intervista, usa la parola empowerment. E dopo una conversazione vis-à-vis con Jackson, ottima ascoltatrice e coinvolgente conversatrice, non facciamo fatica a credere che sappia davvero motivare il suo gruppo di lavoro.

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