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A partire dal 1° gennaio 2013 molte cose cambieranno in materia di deducibilità dei costi legati a motocicli ed autovetture di imprese e professionisti per via degli interventi introdotti in materia fiscale dalla cosiddetta “Legge Fornero”, ovvero la Legge n° 92 del 28 giugno 2012, che stabilisce nuovi limiti in merito alle percentuali che possono essere “scalate” da aziende, professionisti e dipendenti sull’utilizzo delle vetture impiegate a scopo professionale.
L’articolo 164 del Tuir stabilisce infatti una misura forfettaria di rilevanza dei veicoli nell’ambito dell’attività d’impresa e di lavoro autonomo, fissando un limite alla deducibilità dei costi. La modifica normativa introdotta dalla “Legge Fornero” riduce però questa misura a seconda delle categorie.
Diminuisce la deducibilità delle vetture
Per quanto concerne motocicli ed autovetture di imprese e professionisti, la misura delle deduzione è stata ridotta dal 40% al 27,5%, mentre il limite di rilevanza del costo del veicolo è stato mantenuto a 18.076 euro. Questo significa che, indipendentemente dal valore del veicolo, il costo di acquisto sarà deducibile nel limite di 4.970,90 euro. Per i motocicli e le autovetture date in utilizzo promiscuo ai dipendenti, la deducibilità dei costi viene invece ridotta dal 90% al 70%.
Tali percentuali riguardano tanto il costo di acquisizione della vettura (ammortamenti, leasing e canoni di noleggio), quanto le spese di gestione (carburanti, manutenzioni, pneumatici, assicurazione, tassa di circolazione, ecc.).
“Per quanto concerne motocicli ed autovetture di imprese e professionisti, la misura delle deduzione è stata ridotta dal 40% al 27,5%, mentre il limite di rilevanza del costo del veicolo è stato mantenuto a 18.076 euro”
Nessuna modifica è stata invece apportata alle disposizioni fiscali riguardanti le vetture impiegate dagli agenti di commercio nell’ambito della loro attività lavorativa, per le quali è stata mantenuta la percentuale di deduzione dell’80% con limite superiore al costo del veicolo di 25.822,84 euro.
Questa nuova limitazione, insieme alle problematiche connesse all’utilizzo dei beni aziendali da parte dei soci e degli amministratori, induce a valutare attentamente l’opportunità di acquisizione delle autovetture in capo alle imprese piuttosto che la percorribilità di altre soluzioni (es. rimborso km utilizzatore ecc.).
Quali risvolti potrebbe avere la “Legge Fornero”?
Tale legge, che, come precisato in apertura, entrerà in vigore a partire dall’inizio del prossimo anno, potrebbe però aggravare la già stagnante situazione del mercato dell’Auto e della moto italiano, in quanto potrebbe far diminuire gli acquisti anche da parte delle aziende, che verranno così disincentivate dal comprare nuovi veicoli e dal rinnovare le proprie flotte a causa di un minore margine di deducibilità.
Non solo, tale normativa porterà ad una diminuzione del valore medio delle vetture acquistate per l’utilizzo promiscuo, aumentando così la svalutazione delle stesse. Una mossa sicuramente poco calibrata, in un momento per l’Auto così difficile come quello attuale mentre le principali associazioni di settore richiedono da mesi interventi volti ad incentivare acquisto e riciclo del parco auto al fine di rinvigorire una filiera ridotta all’osso come quella attuale.
Svalutazione e disincentivazione: quali conseguenze?
Inoltre vale la pena soffermarsi anche sulle possibili conseguenze legali, oltre che economiche, di tale normativa. Se è vero infatti che lo Stato, disincentivando l’acquisto dei veicoli, infligge un duro colpo a se stesso (la filiera dell’Automotive rappresenta una delle più importanti risorse nel nostro Paese), va così a contribuire, o in un certo senso involontariamente a incoraggiare, l’evasione fiscale e gli acquisti illeciti, costringendo di fatto svariati terzi a ricorrere a soluzioni ben poco lecite per sopravvivere, ne è un esempio il recente caso di acquisto di autovetture dalla Germania da parte di un concessionario della Val d’Aosta di cui vi abbiamo parlato di recente finalizzato ad abbattere i costi imposti dall’IVA.
Disincentivo questo che va ad aggiungersi al Superbollo introdotto dal Governo Monti che, tassando le auto con potenza superiore ai 185 Kw, ha di fatto permesso alle cosiddette “auto di lusso” – ma non solo, ricordiamo infatti che il solo modo di capire se una vettura è di lusso o meno è il prezzo di listino e non la potenza, quest’ultima influenzabile anche dai sistemi ibridi - di divenire esclusivamente appannaggio degli evasori fiscali, infliggendo un durissimo colpo al mercato dell’usato, che permetterebbe di acquistare ad un prezzo compreso tra 30.000 e 40.000 euro una vettura sportiva o sportiveggiante di qualche anno fa, rendendola però fiscalmente equivalente ad una supercar odierna. Come dire insomma che oggigiorno se si ha il merito di potersi permettere qualcosa si ha il dovere di farlo nell’illegalità…