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Nel 2011 il 76,4% degli incidenti (pari a 157.023) si è verificato su strade extraurbane. Calano quelli in autostrada (-10%), grazie al Tutor, e in città (-1,9%). I dati ACI-ISTAT mostrano dati per molti versi confortanti: nel decennio 2001-2011 le vittime per incidenti stradali in Italia sono scese del 45,6%; detto diversamente, si sono salvate 3.200 vite e la riduzione di morti nel nostro Paese è leggermente maggiore rispetto alla media europea (ma inferiore a Francia, Spagna e Portogallo).
Rispetto al 2010 gli incidenti in Italia sono diminuiti del 5,6% e i morti del 3,5%: nel 2011 i primi sono stati 205.638 e hanno causato 3.860 vittime. Ancora troppe, l’obiettivo della Commissione Europea era il dimezzamento dei morti sulle strade e l’Italia – seppure di poco – lo ha mancato.
Di chi è la colpa? Gli studi condotti dall’ANIA attribuiscono la responsabilità dei sinistri per l’80% al comportamento del conducente. Il restante 20% di incidenti è invece riconducibile a variabili esterne, e tra queste ha una grande rilevanza la sicurezza delle strade che percorriamo ogni giorno.
Dove accadono gli incidenti stradali in Italia
Come anticipato, il grosso degli incidenti (il 76,4%) accade sulle strade extraurbane e causa il 72,9% dei feriti (213.001) e il 45,2% dei morti (1.744). Sulle autostrade si è registrato il maggiore calo di incidenti, grazie soprattutto all’introduzione del Tutor (-10%). Nelle nostre città non sono invece diminuiti altrettanto sensibilmente gli incidenti e le vittime (rispettivamente -1,9% e -0,9%). È andata meglio sulle strade extraurbane, che hanno registrato un -4,2% di sinistri e quasi il 10% di vittime in meno (-9,1%).
Su queste statali prudenza, sempre
La strada statale Adriatica (SS 016) detiene il triste primato della strada statale con lunghezza superiore ai 100 km col maggior numero di incidenti stradali. È anche vero che è lunga ben 955,8 km e si estende dal Veneto sino alla Puglia.
Sull’Adriatica nel 2011 ci sono stati 1.711 incidenti, che hanno provocato 60 morti e 2.888 feriti, con un indice di mortalità di 3,5 vittime ogni 100 incidenti. Un dato molto elevato. Impressiona anche l’indice di mortalità della SS 106, la Jonica, che sale a 8,5 morti ogni 100 incidenti; lunga 491 km ha contato 328 incidenti e 28 vittime nel 2011.
Numeri preoccupanti arrivano anche da altre statali altamente trafficate: nel 2011 sull’Aurelia ci sono stati 23 morti, 22 sulla Padana Superiore e 25 sulla Via Emilia. Se si prescinde dall’estensione chilometrica, la strada più pericolosa d’Italia è la SS 227 di Portofino; lunga solo 7,7 km ha registrato nel 2011 5,9 incidenti per chilometro. Si tratta di una cifra elevatissima, sintomo evidente di una “malattia” da curare in tempi rapidi: la statale è troppo pericolosa e richiede un urgente ammodernamento delle infrastrutture. Di seguito trovate la tabella con le strade più pericolose d’Italia, classificate sulla base del numero di incidenti stradali (anno 2011 – Fonte: ANIA).
Le vie da seguire per ridurre ulteriormente gli incidenti
Resta poi fondamentale incidere sul comportamento di chi si mette alla guida dell’auto o della moto (l’80% degli incidenti derivano da un nostro errore), incentivando l’educazione dei conducenti sia nelle scuole sia attraverso corsi di formazione presso i centri di guida specializzati.