Le strade più pericolose d’Italia

Le strade più pericolose d’Italia
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Nel 2011 il 76,4% degli incidenti (pari a 157.023) si è verificato su strade extraurbane. Calano quelli in autostrada, grazie al Tutor, e in città. Vediamo nel dettaglio quali sono le strade più pericolose del nostro Paese
24 luglio 2013

Nel 2011 il 76,4% degli incidenti (pari a 157.023) si è verificato su strade extraurbane. Calano quelli in autostrada (-10%), grazie al Tutor, e in città (-1,9%). I dati ACI-ISTAT mostrano dati per molti versi confortanti: nel decennio 2001-2011 le vittime per incidenti stradali in Italia sono scese del 45,6%; detto diversamente, si sono salvate 3.200 vite e la riduzione di morti nel nostro Paese è leggermente maggiore rispetto alla media europea (ma inferiore a Francia, Spagna  e Portogallo).


Rispetto al 2010 gli incidenti in Italia sono diminuiti del 5,6% e i morti del 3,5%: nel 2011 i primi sono stati 205.638 e hanno causato 3.860 vittime. Ancora troppe, l’obiettivo della Commissione Europea era il dimezzamento dei morti sulle strade e l’Italia – seppure di poco – lo ha mancato.

 

Di chi è la colpa? Gli studi condotti dall’ANIA attribuiscono la responsabilità dei sinistri per l’80% al comportamento del conducente. Il restante 20% di incidenti è invece riconducibile a variabili esterne, e tra queste ha una grande rilevanza la sicurezza delle strade che percorriamo ogni giorno.

Dove accadono gli incidenti stradali in Italia

Come anticipato, il grosso degli incidenti (il 76,4%) accade sulle strade extraurbane e causa il 72,9% dei feriti (213.001) e il 45,2% dei morti (1.744). Sulle autostrade si è registrato il maggiore calo di incidenti, grazie soprattutto all’introduzione del Tutor (-10%). Nelle nostre città non sono invece diminuiti altrettanto sensibilmente gli incidenti e le vittime (rispettivamente -1,9% e -0,9%). È andata meglio sulle strade extraurbane, che hanno registrato un -4,2% di sinistri e quasi il 10% di vittime in meno (-9,1%).

SS16 italia
Sulla strada statale Adriatica (SS 016) nel 2011 ci sono stati 1.711 incidenti, che hanno provocato 60 morti e 2.888 feriti

Su queste statali prudenza, sempre

La strada statale Adriatica (SS 016) detiene il triste primato della strada statale con lunghezza superiore ai 100 km col maggior numero di incidenti stradali. È anche vero che è lunga ben 955,8 km e si estende dal Veneto sino alla Puglia.

 

Sull’Adriatica nel 2011 ci sono stati 1.711 incidenti, che hanno provocato 60 morti e 2.888 feriti, con un indice di mortalità di 3,5 vittime ogni 100 incidenti. Un dato molto elevato. Impressiona anche l’indice di mortalità della SS 106, la Jonica, che sale a 8,5 morti ogni 100 incidenti; lunga 491 km ha contato 328 incidenti e 28 vittime nel 2011.

 

Numeri preoccupanti arrivano anche da altre statali altamente trafficate: nel 2011 sull’Aurelia ci sono stati 23 morti, 22 sulla Padana Superiore e 25 sulla Via Emilia. Se si prescinde dall’estensione chilometrica, la strada più pericolosa d’Italia è la SS 227 di Portofino; lunga solo 7,7 km ha registrato nel 2011 5,9 incidenti per chilometro. Si tratta di una cifra elevatissima, sintomo evidente di una “malattia” da curare in tempi rapidi: la statale è troppo pericolosa e richiede un urgente ammodernamento delle infrastrutture. Di seguito trovate la tabella con le strade più pericolose d’Italia, classificate sulla base del numero di incidenti stradali (anno 2011 – Fonte: ANIA).

strade piu pericolose italia

Le vie da seguire per ridurre ulteriormente gli incidenti

Negli ultimi 10 anni tanto è stato fatto, ma si può, si deve fare di più. È necessario intervenire sulle infrastrutture, responsabili di quel 20% di incidenti non imputabili al comportamento umano. Va quindi attuato in primo luogo l’articolo 208 del Codice della Strada, che devolve il 50% dei proventi delle sanzioni amministrative al miglioramento della sicurezza sulle strade.

 

Resta poi fondamentale incidere sul comportamento di chi si mette alla guida dell’auto o della moto (l’80% degli incidenti derivano da un nostro errore), incentivando l’educazione dei conducenti sia nelle scuole sia attraverso corsi di formazione presso i centri di guida specializzati.

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