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Oggi, primo settembre, è un giorno destinato a lasciare un segno nella storia dell'industria automobilistica europea, poiché segna l'entra in vigore del nuovo Regolamento dell'Unione Europea sull'omologazione e sulla sorveglianza dei veicoli a motore.
Si tratta dell'ultimo passaggio di un lungo iter che nasce nel 2016 per gli effetti dello scandalo Dieselgate e che aveva avuto l'altro suo momento topico nel maggio del 2018 quando le nuove norme furono approvate sia dal Parlamento che dal Consiglio europeo.
Le principali novità del Regolamento riguardano i test di omologazione dei motori e tutta una serie di controlli su emissioni e sicurezza, per i quali verrà introdotta una diversa metodologia destinata ad accentuare i criteri di indipendenza e neutralità.
Precisa, inoltre, che gli Stati dell'Unione debbano fare in modo di avviare i processi necessari a effettuare verifiche ogni 40 mila nuove immatricolazioni e che, qualora venissero riscontrate irregolarità, potranno intervenire in via autonoma, comminando laddove necessario multe e sanzioni alle Case. Fino a 30 mila euro per auto, si legge sul sito della Commissione Europea.
A differenza di quanto è avvenuto finora, infine, i test non riguarderanno più soltanto i veicoli di imminente commercializzazione ma verranno invece estesi anche a quelli già presenti sul mercato.
“Il nuovo Regolamento - ha dichiarato a margine del documento il commissario per il mercato interno Thierry Breton - fa parte di un più ampio lavoro europeo che mira a una mobilità più pulita e più sicura che, dato il periodo di crisi, richiede degli investimenti su infrastrutture e innovazione ancora più orientati al futuro”.
Sull'argomento, l'approfondimento esclusivo dell'Ing. Enrico De Vita.