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Tra i protagonisti assoluti di ADD 2022, come nelle passate edizioni, anche AsConAuto che da tradizione non solo ha un proprio stand, ma presenta anche contenuti nei vari workshop (ne leggete qui).
Il presidente Fabrizio Guidi, ci illustra i fronti più interessanti di quest’anno, dal punto di vista dell’associazione e in particolare del mondo Aftermarket. I temi principali sono quelli dell’uso di ricambi originali, la formazione, il riferimento per un cliente finale che dove trova la A arancione (logo di AsConAuto) trova qualità.
Dalla storica rete di concessionari uniti in consorzi per il commercio ricambi, oggi parlate molto anche di service e officine sul territorio. “Sì. Spostiamo il discorso dal solo ricambio al fatto che con le manutenzioni fatte presso di noi si mantengono sempre il valore e la sicurezza della vettura. Elementi di cui un automobilista ha diritto e non possono essere venduti in cambio di piccolo sconti. Su questo si qualifica la rete e anche il nostro nuovo progetto di ulteriore rete, fatta da autoriparatori legata a noi, qualificata allo stesso modo”.
Quali i passi in concreto che toccheranno il territorio? “Abbiamo presentato a Venezia il simbolo e il progetto che sarà a disposizione dei riparatori che consumano oltre la media i ricambi originali, tra i 24.000 circa che sono clienti. attraverso i nostri consorzi. Di fatto per noi meritano la targa con la A, che li può qualificare. Li identifichiamo con un algoritmo e poi quelli interessati all’adesione avranno formazione e offerta di servizi mirati. Più si utilizzano le nostre risorse, collaborando sulla qualità e la sicurezza, più si trova convenienze. I vantaggi sono anche che questa rete sarà proposta ai concessionari, per lavorazioni esterne o alle flotte aziendali, per incrementarne il lavoro sentendosi parte di un grande progetto, riferimento sul territorio italiani. Per esempio, chi vende auto usate in una regione sa che poi ha riparatori fidati cui rivolgersi anche fuori quando serve”.
I temi forti del momento, per i concessionari, sono discussi in ADD Verona e toccano soprattutto la nuova forma di agenzia. “Ci sono una serie di spinte, per cui le Case stanno cercando di appropriarsi di una serie di attività storicamente fatte dai concessionari. Pier cui più i concessionari si radicano sul territorio e hanno collaborazioni forti, più diventa indispensabile il loro riferimento, in presenza, anche nel futuro. Sull’agenzia la nostra posizione è che si vuole andare verso quella forma, che sia fatto in modo serio. Se la normativa europea dicesse bene chi prende investimenti e rischi, si può considerare. Se però fosse che tutto il difetto e i costi di essere agente o concessionario, si scaricano addosso al dealer…. Diciamo che ora le Case non manifestano intenzioni negativi e noi siamo pronti a discutere in ottica di sostenibilità, ma dipende da cosa dirà la norma europea. Se chi diventa agente non si assume rischi ulteriori (es. costo degli stock e spese fisse ulteriori) si può valutare. I clienti che abbiamo costruito negli anni, vanno alle Case altrimenti, lato vendite, mentre sul service per ora non c’è nulla di definito e continuiamo a presidiarla”.
Quali ipotesi avete considerato e come la prendono i dealer, per ora? “Il rischio è che in breve tempo, i concessionari saranno molti meno dei 1.200 attuali, in Italia. È evidente la definizione di gruppi sempre più grandi. L’evoluzione del concessionario sarà per seguire anche altri progetti paralleli alla pura vendita, perché è un imprenditorie che ha rappresentato il marchio e non si può ridurre il suo ruolo a puro agente. In questo si inserisce la nostra attività che mira alla sicurezza e alla garanzia, con le riparazioni”.
Anche in considerazione delle nuove auto elettrificate, con manutenzioni molto diverse. “I numeri sull’elettrico sono ancora molto relativi, specie sui ricambi. A medio termine questo peso rimarrà relativo, in quest’ottica può essere interessante proporre anche il ricambio rigenerato, una nuova idea su cui stiamo lavorando. Non tutte le Case sono pronte con i ricambi rigenerati e se noi arrivassimo a farlo, con prodotti certificati e sicuri, sarebbe funzionale ai nostri temi di sempre, con risparmi per tutti e lavoro specializzato. Stiamo valutando se possibile farlo in Italia, dando valore a tutta la catena”.
AsConAuto vorrà dire anche dire due ruote, in futuro? “Noi oggi serviamo già dei marchi, alcuni mercati che si occupano di due ruote. Il potenziale da sviluppare è per andare a portare servizi e ricambi anche per altri marchi e nuove officine”.