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Nel pacchetto di emendamenti al Decreto Fiscale che il governo ha depositato in commissione Bilancio al Senato, sono diversi quelli che riguardano l'automotive, molti dei quali sono stati oggetto di numerose polemiche nelle scorse settimane, in diversi passaggi dell'iter legislativo del testo collegato alla Legge di Bilancio 2020.
Vediamo quali sono le principali misure.
Dopo una lunga sequenza di modifiche, l'ultima versione del provvedimento destinata a modificare l'attuale regime di tassazione delle auto aziendali dovrebbe prevedere - per il 2020 - quattro diverse fasce determinate in funzione delle emissioni di anidride carbonica (CO2).
La prima prevede una percentuale di prelievo del 25 per cento per le auto con CO2 fino a 60 grammi al chilometro; la seconda al 30 per cento (cioè come per la disciplina attuale) per le auto con emissioni comprese tra i 60 e 160 g/km; la terza al 40 per cento per le auto che emettono tra 160 e i 190 g/km di anidride carbonica e infine al 50 per cento per tutte le vetture che superano i 190 g/km.
Dal 2021, le percentuali della prima e della seconda fascia rimarranno invariate, mentre quelle della terza e della quarta fascia saliranno, rispettivamente, al 50 e al 60 per cento.
La nuova disciplina si applicherà per tutte le auto che rispettano entrambe queste condizioni: decorrenza dell'immatricolazione dal primo gennaio 2020 e stipula dei contratti con il dipendente dal primo luglio 2020.
Viene confermata la possibilità di applicare la cosiddetta RC familiare, ovvero la classe di merito più favorevole a tutti i componenti di uno stesso nucleo familiare.
La reazione dell'Ania, l'associazione nazionale delle imprese assicuratrici, è stata immediata. “Avrebbe l'effetto di aumentare i prezzi”, ha denunciato.
Tra le iniziative anti-evasione, il governo ha pensato anche al bollo auto e, constatata la difficoltà di completare il processo di integrazione di tutti gli archivi coinvolti, ha previsto che tutti i dati sulle tasse automobilistiche che oggi sono gestiti dall'Agenzia delle Entrate, dalle Regioni e dalle Province, siano condivisi anche con il PRA (Pubblico Registro Automobilistico), che rientra nella gestione dell'Aci.
Si tratta, in questo caso, di una novità introdotta nel maxiemendamento e riguarda il meccanismo delle concessioni. Prevede un aumento del 3 per centro per tre anni dell'Ires sul reddito complessivo netto dei concessionari.
Tale provvedimento assume una rilevanza di un certo peso soprattutto se si considera che si applicherebbe anche ad Autostrade attualmente interessata dall'istruttoria che potrebbe portare alla revoca.
Tra i vari emendamenti alla legge di bilancio che interessano i comparti che coinvolgono il settore dell'automotive, il decreto ha incluso anche un evergreen, che riguarda cioè i carburanti.
Ha rivisto, infatti, le clausole di salvaguardia che scatteranno in automatico qualora lo Stato si trovasse in difficoltà con il far quadrare i conti e con le coperture alla manovra, facendo salire i prezzi dei carburanti.
In totale, a partire dal 2021, tale provvedimento prevede oltre tre miliardi di euro in tre anni, con aumenti diversificati quantificabili in 868 milioni nel 2021, 732 nel 2022 e 1,5 miliardi nel 2023.