Le Mans 2015, Porsche: chi sono i vincitori "insospettabili" della 24 Ore

Le Mans 2015, Porsche: chi sono i vincitori "insospettabili" della 24 Ore
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Alla fine è stato l’equipaggio Porsche più insospettabile ad aggiudicarsi la vittoria alla 24 Ore di Le Mans di quest’anno. Ma chi sono realmente i protagonisti di questa strepitosa vittoria?
14 giugno 2015

Le Mans - Alla fine è stato l’equipaggio Porsche più insospettabile ad aggiudicarsi la vittoria alla 24 Ore di Le Mans di quest’anno. Quello della “terza macchina”, la numero #19, aggiunta allo squadrone prima di Spa per arrivare in forze sul Circuit de La Sarthe, nel tentativo di arginare, finalmente, lo strapotere dell’Audi. Alla fine, a vincere, è stato l’equipaggio giudicato “meno esperto”, quello che aveva maturato sicuramente meno esperienza degli altri al volante della 919 Hybrid.

 

E invece Nico Hulkenberg, Earl Bamber e Nick Tandy hanno messo tutti a tacere con una vittoria bellissima e super meritata, dimostrando di non essere i “pivellini” della Porsche, ma grandissimi piloti, in grado di amministrare la gara da veri strateghi. 

La corsa verso la vittoria

La 919 Hybrid #19 non parte fortissimo. Al volante c’è Hulkenberg e dopo pochi giri rimane indietro rispetto alle altre Porsche, sorpassata dalla voracità della Audi R18. Da questo momento della gara in avanti sembra destinata a dover recitare un ruolo subalterno rispetto alle altre due 919, che al volante hanno piloti decisamente “più navigati”, almeno per quanto riguarda Le Mans. Un ruolo più di disturbo che realmente pericoloso per le Audi R18.

 

E invece Hulkenberg, Bamber e Tandy giro dopo giro risalgano fino alle prime posizioni e sfruttano al meglio le occasioni che gli si presentano davanti. Ma soprattutto non commettono praticamente nessun errore, a differenza dei loro compagni di squadra. Nella notte poi Bamber si rende protagonista del miracolo.

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L'equipaggio della Porsche 919 Hybrid #19 non ha mai commesso un errore

 

Mentre l’Audi Di Fassler è rallentata da un problema tecnico, Bamber si porta in testa e inizia a spingere fortissimo, con “un piede alla Lotterer” e tempi e ritmi impressionanti, quasi da qualifica. La 919 Hybrid #19 rimarrà in testa alla corsa fino alla fine, riportando alla vittoria Porsche, che non saliva sul gradino più alto del podio a Le mans dal lontano 1998. Ovvero dall'ultimo anno della sua partecipazione alla 24 Ore, prima del grande ritorno del 2014.

Nico Hulkenberg: più sorrisi nel WEC che in F1

Ma chi sono realmente i protagonisti di questa strepitosa vittoria? Quello che conosciamo meglio è senza dubbio Nico Hulkenberg, talentoso pilota  prestato all’endurance dalla Formula 1, dove attualmente corre con la Force India. Nato nel 1987, Hulkenberg inizia ad andare sui kart fin dall’età di nove anni.

 

Nel 2009 è campione della GP2 e l’anno successivo riesce a fare il salto in F1, dove come miglior risultato raccoglie un quarto posto a Spa nel 2012, sempre con la Force India. Prima di aggiudicarsi la ambitissima vittoria a Le Mans, aveva già gareggiato con la 919 Hybrid a Spa, dove si era piazzato buon sesto.

Bamber si porta in testa e inizia a spingere fortissimo, con “un piede alla Lotterer” e tempi e ritmi impressionanti, quasi da qualifica

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Earl Bamber: un pilota da tenersi stretto

Earl Anderson Bamber, classe 1990, è un giovanissimo pilota neozelandese che vive a Kuala Lampur. Ha iniziato a correre in una serie di campionati asiatici, come la Formula BMW Asia, la Formula V6 Asia e la Toyota Racing Series.

 

Si fa notare dagli uomini di Zuffenhausen però grazie alla Porsche Carrera Cup Asia, che si aggiudica nel 2014, e alla Porsche Carrera Cup Deutschland, dove raccoglie due vittorie. E dopo il risultato ottenuto quest’anno a Le Mans, con la splendida volata in notturna, siamo convinti che Porsche se lo terrà ben stretto per il futuro.

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Da sinistra: Bamber, Hulkenberg e Tandy

Nick Tandy

Nick Tandy, britannico doc, è il più “anziano” dei tre. Nasce nel 1984 a Bedford, dove risiede ancora oggi. A differenza degli altri suoi due compagni di squadra è sposato e ha già un figlio. Inizia ad emergere a metà degli anni ’90 dove partecipa ad una serie di campionati minori inglesi, come lo Stock Cars Championship o il Mini Se7en. Passa poi alle vetture a ruote scoperte, dove si distingue con la Formula Ford e la Formula 3 nella Euro Series.

 

Non disdegna però nemmeno le auto derivate dalla serie e partecipa con successo al VLN tedesco e a diversi altri campionati GT. Negli ultimi anni però si appassiona alle corse di durata, dove scopre di trovarsi veramente a suo agio. Nell’American Le Mans Series del 2012, in classe GT, è primo alla Petit Le Mans e terzo alla 12 Ore di Sebring. Lo scorso anno poi vince la prestigiosissima 24 Ore di Daytona in classe GTLM.

 

Foto: Manrico Martella (tks to Canon Italia)

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