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Altro che il pavé della Parigi-Roubaix o la salita del Mont Ventoux: tra le tappe più dure del ciclismo potrebbe entrare anche Roma e le sue temibili strade, che ieri sono passate alla storia del ciclismo come la causa per la quale è stato chiuso anzitempo l'ultimo atto del Giro d'Italia 2018, partito da Gerusalemme e concluso nella Capitale.
La passerella finale della 101esima edizione del Giro è stata neutralizzata al terzo passaggio dei sette in programma per via delle condizioni del manto stradale giudicate pericolose dai corridori, che dopo aver ottenuto dalla direzione di gara il congelamento della classifica hanno comunque completato tutte le tornate.
Troppo dure le condizioni del fondo stradale anche per loro, nonostante l'amministrazione capitolina si fosse prodigata nei giorni precedenti all'arrivo della “Corsa Rosa” per tappare centinaia di buche e per riasfaltare completamente alcuni tratti, spendendo qualcosa come 100.000 euro. Che però non sono bastati per rimettere in sesto le strade del centro di Roma dalle condizioni in cui versa da decenni.
«La strada era pericolosa, hanno preso una buona decisione e alla fine hanno fatto bene a fare quello che hanno fatto, neutralizzando la corsa. Non abbiamo mai minacciato di fermarci», ha dichiarato il vincitore Chris Froome.