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Chi non ha mai dato un soprannome alla propria auto? Almeno una volta nella vita è capitato a tutti. Nonostante ogni mezzo abbia il proprio nome, spesso è quel nomignolo che ne rende ancora meglio le caratteristiche che ce lo hanno reso insostituibile: una sorta di dimostrazione di affetto che nutriamo per un oggetto e un modo per sentirci più vicini e in sintonia. E se lo pseudonimo personalizzato è un must di molti automobilisti, ce ne sono alcuni ormai entrati di diritto nell’immaginario collettivo. Dalla “Vedova nera" al “Cestino per l’insalata”, passando per la “Gabbia per uccelli” alla “Pantera rosa”, a volte è più facile riconoscere un modello dal soprannome che dalla sigla con la quale era stata immessa sul mercato dall’azienda di riferimento. Andiamo quindi a conoscere le auto più famose, oltre che per le loro caratteristiche anche e soprattutto per il nomignolo che gli è stato affibbiato e le ha rese dei must.
McLaren M8D - Batmobile
Partiamo con un’auto da corsa con un nome piuttosto strano, che si richiama a un supereroe famosissimo. Ci riferiamo alla McLaren M8D, che veniva chiamata “Batmobile” perché le sue forme ricordavano l’auto dell’uomo pipistrello. Ma dietro a un nome così suggestivo si nasconde anche una storia triste. Sulla M8D, infatti, il pilota neozelandese e fondatore dell’omonima azienda inglese Bruce McLaren perse la vita in un incidente nel 1970.
Maserati Tipo 61 - Birdcage (Gabbia per uccelli)
Prodotta dal 1959 al 1961 la Maserati Tipo 61 è un’auto da corsa, ma non come tutte le altre. Rispetto alla maggior parte, infatti, monta un motore anteriore. Realizzata per gli Usa ma vincente in Europa, è la sorella maggiore della Tipo 60. Un’evoluzione nata per venire incontro al mercato americano che necessitava di modelli con una cilindrata di tre litri. Il soprannome “Birdcage” (“gabbia per uccelli”) viene dall’innovativo telaio, composto da circa 200 piccoli tubi di acciaio che garantiscono al tempo stesso leggerezza e rigidità torsionale.
Land Rover S2A SAS - Pink Panther (Pantera Rosa)
Quando parliamo di Pantera Rosa legata al mondo delle auto non ci riferiamo a quella cinematografica inventata nel 1963 da Isadore Freleng, ma a un veicolo militare dell’esercito inglese. Nel 1968 quando il Governo Britannico acquistò alcune Land Rover Series 2A per la SAS, uno dei suoi corpi speciali, affrontarono un test per capire se fosse performanti anche su terreni difficili. Fra le modifiche più particolari, spiccò la verniciatura di una di queste Land Rover, che dal tipico verde oliva passò al rosa. I vertici delle forze armate lo ritennero infatti il colore più adatto a mascherare la jeep nel deserto invece del giallo, e anche perché per i nemici era difficile valutare l’esatta distanza del mezzo mentre questo si spostava verso di loro.
Chevrolet 150 - Black Widow (Vedova nera)
Nata nel 1957 e basata sull'iconica Chevy del '57, è stata una collaudata vincitrice della Nascar. Le Black Widows erano auto vincenti perché si basavano su una carrozzeria leggera e su un potente motore 283 a iniezione. A quell’epoca, le auto da corsa non erano molto diverse dalla loro variante stradale e le Chevrolet 150 avevano ruote a sei alette, uno scarico diverso e un serbatoio più grande per una maggiore autonomia. Conobbe un grande successo, fino a quando non si verificò un grave incidente al Virginia 500, dove diversi spettatori rimasero feriti. A quel punto la General Motors decise di interromperne la produzione.
Jaguar D-Type - Long Nose (Naso lungo)
Sviluppata per la 24 ore di Le Mans nei primi anni ‘50, ha saputo unire eleganza, sportività e anche molte vittorie. La D-Type è stata prodotta da Jaguar Cars Ltd. tra il 1954 e il 1957. Una roadster da corsa, che ha conquistato il prestigioso podio del Circuit de la Sarthe. Poteva contare su un inedito telaio monoscocca, con una ottima efficienza aerodinamica in grado di integrare una tecnologia di derivazione aeronautica anche grazie allo stabilizzatore verticale, una pinna che ha reso la sua silhouette inconfondibile.
Trabant 601 - Racing Carboard (“auto di cartone”)
È considerato il marchio simbolo della Germania Est. Una vera e propria “macchina del popolo”, diffusissima nella Repubblica Democratica Tedesca (RDT). L’auto incarnava lo spirito del suo tempo: spartana, compatta e decisamente “comunista”. L’influenza sovietica è chiara in tutti i dettagli. La costruzione inizia il giorno del 40° anniversario della Rivoluzione d’Ottobre e il nome “Trabant” è stato scelto in onore dello Sputnik 1 e dei successi per la conquista spaziale sovietica. Purtroppo, l’auto non avrà prestazioni di uguale livello, tanto da essere soprannominata “auto di cartone”.
Alfa Romeo 1900 C52 - Flying Saucer (Disco volante)
Fu una vettura che segnò la storia dell'automobilismo e del design. Al circuito di Monza, nel giugno del 1952, rappresentò un vero e proprio successo, quando l’Alfa Romeo e la carrozzeria milanese Touring presentarono questo eccellente esercizio di stile, aerodinamica estrema e futurismo, in un’epoca in cui gli “avvistamenti” UFO registravano il picco di segnalazioni. Da qui il suo soprannome di “Disco volante”.
Mercedes-Benz 300 SL – Gullwing (Ala di gabbiano)
È una delle auto sportive più celebrate di tutti i tempi ed è stata sezionata più volte dagli storici dell’automobile. Il design spettacolare di Karl Wilfert di Sindelfingen, comprende tre denominazioni di telaio separate: le coupé W194 300 SL da corsa del 1952, le auto da corsa W196 SLR con specifiche di Formula che seguirono pochi anni dopo, e le auto di produzione W198 300 SL. La Mercedes-Benz 300 SL Gullwing per via delle sue portiere speciali, dal 1955 a oggi ha affascinato gli appassionati di tutto il mondo che le hanno affibbiato il suo speciale soprannome.
Citroen Type H - Salad basket (Cesto di insalata)
Piuttosto inconfondibile, questo veicolo ha avuto un successo molto lungo nonostante l'elevato consumo del suo motore a benzina e la sua velocità modesta. Famoso in Francia come veicolo di commercianti, ambulanti e della polizia , quest'ultima conosciuta con il soprannome di “cesto di insalata”, viene spesso erroneamente chiamato “Citroën Tube”, facendo confusione con il suo predecessore TUB. Nonostante questo, il furgone è rimasto scolpito nella memoria, nonostante la produzione si sia fermata nel 1981 (dal 1948).