Le auto cinesi rovinano la festa a Monaco: attenti tedeschi, stiamo arrivando

Le auto cinesi rovinano la festa a Monaco: attenti tedeschi, stiamo arrivando
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In nessun altro evento automobilistico in Europa si era vista una presenza tanto massiccia e dichiarazioni tanto aggressive da parte dei brand cinesi. Nel mirino ci sono soprattutto i costruttori tedeschi
6 settembre 2023

Volete degli esempii? BYD, che oramai avrete cominciato a conoscere bene perché ve l'abbiamo anche raccontata in video è arrivata a Monaco 2023 con 6 (dico sei) modelli. E poi c'erano Leapmotor, Seres, Dongfeng, MG, Xpeng, Nio... e molte altre che nemmeno si ricordano, considerando che in Cina ci sono in questo momento circa 200 brand di auto NEW (new energy vehicle ovvero elettriche). Cosa significhi, è chiaro: con gli Stati Uniti che sono "impermeabili" alle auto cinesi (per ragioni sia storiche sia di incentivi), il Giappone che è tiepidissimo sulle auto a batterie e tutti gli altri mercati che hanno altri problemi, l'Europa è il terreno di conquista ideale e la kermesse di Monaco il red carpet perfetto, proprio in faccia al nemico, l'incrollabile industria tedesca. Se a questo aggiungete che l'Europa è l'unica area al mondo che entro il 2035 vuole mettere al bando le termiche e che ha le politiche commerciali più aperte, il gioco è fatto. Di tutte le auto esposte, il 41% proveniva dall'Asia e il numero di marchi cinesi presenti era il doppio rispetto all'ultima edizione. I cinesi partono da una posizione di vantaggio sui prezzi e in parte anche sulla tecnologia, vediamo come e dove agiranno.

La BYD Seal U da 46.000 euro in Italia
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I costi: dal 15 al 30% in meno

Secondo i dati del rapporto di UBS del 31 agosto la sola BYD (che è il top player in Cina e di cui Mercedes è partner per il progetto Denza con il 10% di capitale, ma con molti grattacapi e senza accordi di costruzione di nuovi modelli) ha un margine di guadagno che è migliore in media del 25% su tutti i costruttori europei, addirittura del 30% rispetto alle Volkswagen ID.3 e del 15% rispetto a Tesla Model 3. Più in generale, il prezzo medio di un'auto elettrica in Cina è di 32.000 euro secondo Jato Dynamics, quello europeo supera i 55.800 euro, e non ci sarebbe molto altro da aggiungere, se non che sul piano della "verticalità" produttiva, del software, dei componenti elettronici e dei materiali necessari per le batterie le aziende cinesi battono l'Europa in qualità, quantità e "time to market".

Anche se alcuni modelli cinesi sono già arrivati nel Vecchio Continente, non si registrano prezzi di listino drasticamente più bassi delle rispettive concorrenti europee, ma è chiaro che siamo ancora in una fase esplorativa. Sempre secondo UBS, però, le industrie dell'auto europee perderanno entro il 2030 circa il 20% del mercato mondiale e quelle cinesi saliranno dal 15 al 33%. A Monaco, ostentando anche una bella sicumera, i principali dirigenti cinesi hanno detto che con l'industria tedesca (quella italo-francese non è entrata nel discorso) intendono fare delle proficue alleanze. Ricordiamo che in Cina queste partnership o sono fallite (Jeep - GAC, per esempio) oppure languono con quote di mercato di elettriche per Volkswagen, BMW e Mercedes che, tutte insieme, non sono arrivate al 5% nel 2022 (dati Reuters) e ad appena un quarto di quanto vende BYD nel suo Paese d'origine. E se per adesso in Europa non esistono ancora reti di vendita e di assistenza capillari come quelle dei marchi più noti, non c'è molto da inventare, basta copiare quanto ha fatto Tesla.

L'interno di un punto vendita Nio a Oslo (Norvegia)
L'interno di un punto vendita Nio a Oslo (Norvegia)

Da Moto.it

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