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Oggi il marchio Lancia soffre come non mai di scarsa considerazione in seno al Gruppo Fiat. E pensare che fino agli anni '90 era invece il fiore all'occhiello del Lingotto. L'ultimo modello che lancisti (e non solo) ricordano con autentica nostalgia è, oltre alla Delta, la Lancia Thema, l'ultima delle ammiraglie di successo firmate Lancia.
All'epoca la Lancia Thema, che rimase in produzione in due serie dal 1984 al 1994, competeva davvero con le tedesche, una missione oggi affidata da Sergio Marchionne all'Alfa Romeo Giulia. La Thema emanava talmente fascino che nella versione Limousine fu a lungo anche l'auto del Presidente della Repubblica, da Cossiga fino a Scalfaro, inserendosi nella tradizione che vuole Lancia come scuderia principale per il garage del Quirinale.
Insomma, il marchio era talmente in auge che in Fiat decisero l'azzardo: creare una Lancia con motore Ferrari. In realtà c'erano stati dei precedenti, ma riguardavano le corse con l'eccezione della rarissima Lancia Stratos stradale, che comunque fu creata esclusivamente per ottenere l'omologazione per partecipare nel Mondiale Rally. L'ultimo “contatto” tra Lancia e Ferrari c'era stato pochi anni prima della nascita Thema-Ferrari, con la Lancia LC2 per il Mondiale Sportprototipi, che montava un V8 Ferrari prima 2.6, poi 3.0, preparato da Abarth.
Su tutte queste Lancia-Ferrari la provenienza del motore era praticamente tenuta nascosta, mentre per la Thema 8.32 si decise che la motorizzazione “Lancia by Ferrari”, come riportato sulla scatola di aspirazione del propulsore, poteva essere un'eccellente leva di marketing, quello che oggi si chiamerebbe co-branding. Il concetto era stato già utilizzato da Ford con la sua Ford Sierra RS Cosworth e sarebbe stato esplorato in seguito anche da Opel con la Omega Lotus.
Il nome Ferrari si trovava però solo sul motore. Esteticamente i riferimenti al Cavallino rimanevano... subliminali e limitati agli stemmi “8.32” su fondo giallo con filetto tricolore che ricordavano quello della Casa di Maranello e ai cerchi a cinque razze a stella, tradizionalmente impiegati sulle Ferrari. Questi e altri numerosi dettagli la rendevano comunque immediatamente riconoscibile: i filetti bicolore lungo le fiancate e soprattutto l'ala retraibile sul portellone del baule, impiegata per la prima volta al mondo.
La leggenda vuole che si attivasse automaticamente al raggiungimento di una certa velocità, ma in realtà era a comando manuale, posizionato sulla leva del devioluci. Gli interni erano poi ricchissimi, con pelle (o Alcantara) e radica a rivestire praticamente ogni superficie. Anche le bocchette di aerazione assumevano sulla 8.32 una foggia circolare come quelle tradizionali delle Ferrari.
Al suo debutto al Salone di Torino del 1986 la Lancia Thema 8.32, poi divenuta nota semplicemente come la “Thema Ferrari” o “Thema by Ferrari”, si presentò come la berlina a trazione anteriore più veloce del mondo. Già, perché il V8 “Quattrovalvole” proveniente da 308 e Mondial era stato per la prima volta nella sua storia montato in posizione anteriore. Eresia? No, tanto che lo stesso Enzo Ferrari la usò spesso in quegli anni per i suoi spostamenti, con al volante il suo storico autista Dino Tagliazucchi.
Sulla Thema il motore siglato F105L era stato modificato per adattare il suo carattere scorbutico ad un impiego su trazione anteriore: innanzitutto l'albero motore non aveva più uno schema con manovellismi a 180° ma a 90° per addolcirne l'erogazione, di conseguenza l'ordine degli scoppi era differente, e le valvole erano di minore diametro che sulle Ferrari.
Il motore “Lancia by Ferrari” da 2.927 cc (alesaggio e corsa 81x71 mm) erogava una potenza massima di 215 CV a 6.750 giri/minuto (la 308 Quattrovalvole ne raggiungeva 240) e una coppia massima 29 kgm a 4.500 giri. I valori dichiarati dalla Casa dicevano che la Thema 8.32 era in grado di raggiungere i 240 km/h di velocità massima e scattare da 0 a 100 km/h in 6,8 secondi.
La leggenda era stata creata, non rimaneva che attendere la risposta del pubblico. Che fu esaltante in termini di popolarità. La 8.32 divenne subito un'icona del successo negli anni dello yuppismo: fu regalata in versione blindata a Cossiga, la guidavano anche i piloti del Cavallino dell'epoca Michele Alboreto e Gerhard Berger, così come Cesare Romiti e Vittorio Ghidella. Anche Gianni Agnelli ne ebbe una, l'unica variante station wagon mai costruita, in colore argento e interni in pelle blu.
Divenne la berlina preferita dalla clientela più facoltosa, quella che poteva permettersi di spendere 67 milioni di lire, ovvero il doppio rispetto alla Thema 2.0 Turbo che vantava 205 CV, dunque non molto distante come prestazioni.
La versione 8.32 fu realizzata per le prime due serie della Lancia Thema. La prima in 3.520 esemplari dal 1986 al 1989, la seconda, che adottava gli aggiornamenti estetici comuni al resto della gamma Thema, in 1.150 unità.
La Thema 8.32 seconda serie ebbe anche qualche esemplare in versione catalizzata che ne mortificò le prestazioni, con la potenza che scese a 205 CV. Fu durante il periodo della produzione della seconda serie che Ferrari siglò un accordo con Ducati per assemblare a Borgo Panigale qualche centinaio di V8 destinati alla Thema 8.32 che si avviava al pensionamento, produzione che sotto la supervisione dei responsabili del controllo qualità di Maranello durò dal 1990 al 1992.
Nel frattempo, scemato lo scalpore iniziale, la concorrenza interna con la versione turbo 16V da 205 CV, i volumi non certo esaltanti e soprattutto l'impossibilità di aggiornare il V8 con le nuove normative antinquinamento decretarono la fine del ciclo vitale della Thema 8.32, che non fu riproposta con la terza serie.
Lancia
Corso Giovani Agnelli, 200
Torino
(TO) - Italia
800 526 242 00
https://www.lancia.it/
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