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Mitici i tempi delle Lancia che correvano e vincevano con la prestigiosa livrea Martini Racing sulla carrozzeria. Ancora oggi sono le versioni più amate dagli appassionati ed ambite fra i collezionisti, ai quali è dedicata un’intera collezione messa in vendita dalla concessionaria inglese Girardo & Co. che l’ha battezzata “The Campion Collection”.
Per la somma di ben 6,8 milioni di euro ci si possono mettere in garage sei pezzi da 90 delle Lancia impegnate negli anni ‘80 nei rally e nelle competizioni endurance.
La più anziana del lotto è una Lancia Beta Montecarlo Turbo Gruppo 5 del 1981, la prima Lancia ufficiale a debuttare nelle corse endurance dopo la Aurelia. La Beta Montecarlo, spinta da un 4 cilindri Abarth da 1.425 cc turbocompresso aveva oltre 460 CV e pesava appena 780 kg. Debuttò a Silverstone nel 1978 con Riccardo Patrese e Walter Rohrl per poi vincere il Mondiale Marche nel 1979 nella classe fino a 2 litri. L’anno successivo arrivò seconda nel Gruppo 5 alla 24h di Le Mans con Carlo Facetti e Martino Finotto. Nel 1981 la consacrazione prima della pensione, con le vittorie in tutti e sei gli eventi del Mondiale Marche, Le Mans compresa.
Nel 1982 la Beta Montecarlo cede il passo alla barchetta Lancia LC1 Gruppo 6. Ne furono realizzati appena quattro esemplari. Il motore era un’evoluzione da 450 CV dell’unità adottata sulla precedente Beta, ma la sua portata più innovativa risiedeva nel telaio in alluminio e magnesio opera della Dallara e nell’attento studio aerodinamico condotto dal Centro Ricerche Fiat. Pesava solo 640 kg. La pilotarono Michele Alboreto, Piercarlo Ghinzani, Teo Fabi, Alessandro Nannini, Corrado Fabi e Riccardo Patrese.
Nel 1983 il progetto “LC” evolve nella Lancia LC2 Gruppo C, che da sport prototipo aperta diventa una coupé. Il motore è adesso un Ferrari V8 aspirato con cilindrata ridotta da 3 a 2,6 litri ma con l’aggiunta di due turbine. La cilindrata del motore variò nel corso della sua carriera, tornando a 3 litri e poi passando a 2,7 litri. Disputò il Mondiale nel 1983 e nel 1984, per poi continuare la sua carriera nella All Japan Endurance Series. La vettura è stata condotta in gara da Alessandro Nannini, Bob Wollek, Jean-Claude Andruet, Paolo Barilla, Piercarlo Ghinzani e, nel finale di carriera, anche da Henri Pescarolo.
Nello stesso anno Lancia conquistava il Mondiale Rally con la Lancia 037 Rally Gruppo B, diventando l’ultima trazione posteriore a diventare iridata. L’esemplare oggi in vendita è una Lancia 037 Rally Evo 2 Gruppo B. Le evoluzioni tecniche portarono all’adozione di un motore Abarth 2,1 litri da 325 CV. Questo esemplare è stato guidato da Markku Alen, Dario Cerrato, Enrico Bertone, Gianfranco Cunico e Graziano Rossi.
Il 1985 è invece l’anno del debutto della Lancia Delta S4 Corsa Gruppo B, con quattro ruote motrici e motore posteriore capace di arrivare verso fine carriera a ben 600 CV. L’esemplare in questione è lo chassis numero 208, che passò dal Lancia Mattini Racing Team al Jolly Club che la utilizzò fino al 1986, anno in cui vinse il Campionato Italiano con Dario Cerrato.
Il Gruppo B fu abolito nel 1986 con la morte di Henri Toivonen e Sergio Cresto su una Delta S4 al Tour de Corse. La FIA varò allora un nuov regolamento tecnico con auto più “umane” delle Gruppo B, le Gruppo A. La risposta di Lancia fu la Lancia Delta HF Integrale, che vinse il Mondiale con Juha Kankkunen. L’anno successivo arrivò la Lancia Delta HF Integrale 8V Gruppo A. Questo esemplare debuttò al Rally del Portogallo con Miki Biasion, che vinse con questa vettura due rally quell’anno e al termine della stagione festeggiò il suo primo Mondiale.