Lamborghini Super Trofeo, Silverstone. Pavlovic: «Un grande lavoro di squadra»

Lamborghini Super Trofeo, Silverstone. Pavlovic: «Un grande lavoro di squadra»
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Il weekend di gara a Silverstone parte male, anzi malissimo, con tanto di incidente prima di arrivare in pista. Poi due gare in salita, ma siamo i più forti, possiamo solo migliorare
27 maggio 2014

Silverstone - “Slow down! Slow down! Slow down!” Devo averglielo detto almeno tre volte.Poi è seguita una stringa di “NO, NO, NO, NO!” Adesso ho il sangue gelato, a questo punto capisco che è troppo tardi per cercare di prendere la cosa in mano. Non sono riuscito a fare nemmeno 1 km in macchina con questo ragazzo, come avrei potuto prevedere una cosa di questo genere? Se tiro il freno a mano finiremo per capottare. Sono nelle sue mani e lui è ancora con il gas tutto aperto. Ho il sange gelato. Anche se andiamo troppo forte ora tutto comincia a svolgersi al rallentatore. Finalmente anche il mio autista capisce che ha fatto un mostruoso errore di calcolo. E’ tardi.

Un venerdì nero... col botto!

Sono terrorizzato. Vedo il muro e so già che non lo potremo evitare nemmeno se avessimo una macchina del mondiale rally con tanto di paracadute. Per di più il muro è a sinistra, cioé lato passeggero qui in Inghilterra, quindi dove sono seduto io. La macchina frena. Sento un “Shit” e l’ABS a manetta. Cerco un qualcosa a cui aggrapparmi ma non trovo nulla. Senza che io lo voglia, mi sento pronunciare a voce alta un paio di ulteriori “NO! NO”! Mi prendo la testa tra le mani, penso a un sacco di cose inutili, chiudo gli occhi e aspetto. La tuonata non tarda. Gran ronzio nelle orecchie, fumo nell'abitacolo.

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L'impatto contro un muro avviene dal lato passeggero (siamo in Inghilterra). L'airbag laterale mi salva la vita

 

Per fortuna nessuno si è fatto male. Non so come sia possibile ma l’unico intontito sono io. Che fortuna. Se avessimo raccolto la macchina ferma con dentro due persone non oso nemmeno immaginare come ci avrebbero trovato. Almeno la soluzione del muro è stata saggia. Bravo.

 

Questo era il gran finale di una giornata tutta storta e che invece avrebbe dovuto essere tutt’altro. E’ proprio il caso di dirlo, questo per me è stato un venerdì nero. E non parlo di pura velocità in pista ma proprio del mio feeling interiore che non era a posto. L’energia non era dove avrebbe dovuto essere. Qualcosa non andava. Non riuscivo a trovare quella sensazione di “dominio” in macchina che cerco sempre. Non avevo pace e lasciare il circuito senza aver trovato il bandolo della matassa non è da me.

 

Ora, mentre sono a letto con gli occhi chiusi, rivivo l’incidente più volte. E’ un film che non smette di girare. Penso a quanto sono stato fortunato. Sono vivo e senza alcuna conseguenza fisica. A salvarmi è stato l’airbag laterale. Ha fatto perfettamente la sua funzione. In tutta la mia carriera di pilota ho tirato diverse legnate e di paura ne ho avuta ma mai come oggi. Io so come reagisce una macchina, so gli effetti di una botta, so quanto sono insicure le cinture standard e vedere il tutto arrivarmi in faccia senza che io potessi fare alcunché è stato tremendo.

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In Gara 1 partiamo dalla prima fila, ma ci sarà tanto da lavorare

E' il momento di scendere in pista. Non c'è tempo per riposare

Mi sveglio indolenzito ma non devo lasciarmi abbattere. A volte uno non ha scelta, è in un angolino ma deve trovare l’uomo che ha dentro e farsi corraggio, rialzarsi ed in fretta, perché il momento è arrivato che tu lo voglia o no. Oggi è sabato, non si può più sbagliare. La squadra ha bisogno di me. Non voglio che ne risentano. Contano su di me come io conto su di loro. Fuori diluvia e le qualifiche vengono annullate. Si va direttamente in gara sommando i tempi delle due prove libere. Partiremo in prima fila, sarò io il primo a salire in macchina. Vorrei aver fatto qualche giro, vorrei sentirmi più tranquillo.

Perdo una posizione, non è da me. Sono furioso. Alla fine del mio stint sono stanco ma almeno ho portato la macchina in base

 

La gara parte e dopo poche curve capisco che qualcosa non va. La macchina scivola da tutte le parti ed ogni curva è un'impresa. Lotto con il sotto, poi il sovra e viceversa. Devo correggere così tanto che nel “remare” piego entrambi gli attuatori di marcia. Non c’è una curva dove mi sento a posto. Perdo una posizione, non è da me. Sono furioso. Alla fine del mio stint sono stanco ma almeno ho portato la macchina in base. Ora tocca a Edo.

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Riusciamo sempre ad essere sul podio, nonostante le difficoltà e a conservare il primo posto nella classifica assoluta

Gara 1: siamo secondi!

Lui lotta con tutte le forze ed alla fine agguanta la leadership della corsa che sembrava una cosa impossibile fino a pochi minuti prima. E’ bravo ma si vede che anche lui non è a posto con la vettura. Lotta per tenerla in pista e soprattutto lotta per tenere dietro Jerome Mul. Per farlo deve prendersi dei rischi e purtroppo, a due giri dalla fine, quando oramai ho cominciato ad osare di pensare che forse nonostante tutto ce l’avremmo fatta, mette una ruota oltre il cordolo e perde la macchina. Conclude comunque secondo e viste le nostre difficoltà sorridiamo tutti. Bravo Edo!

 

Dopo la corsa temo che la squadra sia arrabbiata con me per aver piegato tutto e per aver chiesto modifche alla posizione di guida in mezzo alle due corse, cosa che di solito non si fa. Capiscono la mia difficoltà e mi supportano. Franco, il mio capomeccanico, ti fa capire tutto con uno sguardo e per ora i suoi occhi dicono questo: “stai tranquillo, so che tu vai forte”. Non fanno una smorfia ma rimangono tutto il tempo necessario per mettermi a mio agio. Mi sento fortunato, devo ricambiare.

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La Lamborghini raduna tutti i piloti del Supertrofeo per dimostrare solidarietà alla Serbia, colpita da una terribile alluvione

Lamborghini: solidarietà per il disastro in Serbia

Arriva domenica ed è tempo di pensare alle vittime delle alluvioni in Serbia e la Lamborghini mi aiuta ad organizzare una foto di gruppo con tutti i piloti del Super Trofeo. Sono contento di questo piccolo gesto di solidarietà. Grazie Lamborghini! La prima corsa mi ha sciolto, l’intontimento causato del incidente è passato, sono convinto delle modifiche apportate e l’energia che sento prima del via della seconda corsa è quella che voglio avere. Sono tornato.

Gara 2: sono il più veloce, lo so

Stavolta è Edo a partire e lo fa bene ma purtroppo alla prima curva gli manca mezzo metro per prendere la leadership della corsa. Viene spinto fuori pista e perde un paio di posizioni. Si ritrova nel posto sbagliato al momento sbagliato e viene tamponato e mandato in testacoda qualche curva più tardi. Riparte in ultima posizione ed inizia la rimonta. Quando passa il testimone a me sono indiavolato ed ho voglia di vendetta. Questa pista non mi ha mai trattato troppo bene e rifiuto di andarmene da qui a testa bassa. Dal primo giro il feeling è giusto perché la macchina oggi va. Ha un gran sovra ma è reattiva, questo mi basta. Quindi ora posso spingere e lo faccio con tutto quello che ho dentro.

Sono il più veloce in pista e non serve che me lo dicano, lo so. Giro dopo giro recupero posizioni, faccio dei bei sorpassi e tanti controsterzi

 

Sono il più veloce in pista e non serve che me lo dicano, lo so. Giro dopo giro recupero posizioni, faccio dei bei sorpassi e tanti controsterzi. Trovo il mio “flow” e mi diverto da matti. Concludo la corsa al terzo posto, cosa del tutto insperata e sono contento della mia performance, finalmente. Lo è anche il team. Andiamo via da Silverstone ancora primi in campionato ma adesso quasi senza margine: abbiamo un solo punto di vantaggio ma anche la consapevolezza che siamo il team più forte, non lo cambierei per niente al mondo. Stiamo ancora aggiustando il tiro e quando le cose si metteranno al proprio posto sono sicuro che potremo fare molto meglio di così.

 

Forza team Bonaldi! Ci rifaremo a Paul Ricard!

 

Miloš Pavlovic

 

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