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È tutta una questione di testa. Era ormai il lontano 21 settembre quando avevamo perso la leadership in campionato. Da allora, ho avuto una costante sensazione di amarezza addosso e non c’è stato giorno in cui per diverse ore non abbia contemplato come riprendermi quello che mi appartiene. Non mi sono dato per vinto anzi. Aver perso quello a cui tenevo tanto aveva fatto si che io reagissi infuriandomi e dando il meglio di me. Non potendo prepararmi in pista, ho deciso di allenare la mia mente e il mio corpo. Dieta ferrea e tanto allenamento al punto che che mi è sembrato di tornare ai tempi delle monoposto. Sapevo cosa mi aspettava in Malesia, ci avevo già corso in GP2 nel 2008, e quindi volevo essere certo di essere al meglio. Il caldo e l’umidità possono essere un mix terribile.
Tutto però inizia in salita. Il weekend è ristretto, il primo giorno oltre alle prove libere ci sono anche le qualifiche. Dopo il primo turno di libere, dove abbiamo preso contatto con la pista, il secondo lo buttiamo via per una rottura meccanica (cedimento della barra antirollio anteriore). Andiamo in qualifica senza aver fatto alcuna modifica alla macchina e dopo soli due giri perdiamo per strada la ruota posteriore sinistra per la rottura del dado e ci ritiriamo dalla sessione. Il tempo segnato al primo giro è comunque sufficiente per fare il terzo tempo assoluto ma non ci soddisfa. Siamo coscenti del fatto che dobbiamo battere Mul due volte su due ed ora lui è in seconda posizione, una davanti a noi. Non va bene. Quella sera vado a dormire ma non ci riesco. Alle 4 sono sveglio e non c’è verso che io riprenda il sonno. Pensieri, pensieri... Cerco di resistere ma dopo un po’ capisco che non posso contrastare l’inevitabile. Quindi sorrido e mi faccio il primo di una lunga serie di the.
Partenza in salita
La gara uno è delicatissima perché siamo coscenti del fatto che se la perdiamo è finita ma allo stesso tempo se la vinciamo mettiamo pressione al nostro avversario. La partenza non va come sperato e nonostante io riesca a stare davanti a Mul alla prima curva in quella successiva lui compare dal nulla all’esterno dandomi una sportellata. Finiamo entrambi fuori pista. Lui rientra in quarta posizione, io solo in settima. Per un attimo sento freddo ma non mi do per vinto. Dico a me stesso “stai tranquillo e fai la prossima curva, non pensare ad altro”. La lucidità torna dopo poco ma è sembrato fosse passata l’eternità. Questo era il momento dove potevo buttare tutto all’aria, letteralmente. Bene, ora diamo inizio alla rimonta che secondo me decide la stagione e ribalta gli equilibri a nostro favore.
“Aspetto il via e sono incredibilmente calmo, sento che gli Dei sono schierati dalla nostra parte”
Sono davvero nero e non ho tempo da perdere. Rischio nel superare i due piloti che mi separano da Mul e mi riesce: infatti a metà del secondo giro sono già dietro il pilota olandese ed ora aspetto il momento giusto per attaccare. Il giro successivo vedo un'esitazione nel suo approccio alla curva 9 e non ci penso due volte. Mi lancio: della serie o mi lasci spazio oppure ti sposto io. Arriviamo quasi al contatto ma il suo cercare di resistere gli peggiora solo ulteriormente le cose. Lo spingo all’esterno e lui per non uscire deve rallentare ulteriormente e di conseguenza perde altre due posizioni. Ora gli equilibri sono ribaltati e quello in difficoltà è lui. L’automobilismo, è come la vita: in un istante cambia tutto, in positivo o negativo che sia.
La macchina va bene ed io continuo a recuperare fino al secondo posto. Quando rientro e cedo la macchina a Edo so che la gara l’abbiamo in pugno perché Mul nel frattempo ha commesso diversi errori e si trova a quasi mezzo minuto di distanza in ottava posizione. Edo è bravo a controllare la situazione nonostante io la macchina gliela avessi ceduta parecchio consumata in termini di gomma e freni. Mantiene la calma anche quando la safety car fa ingresso in pista per un incidente e fa riavvicinare Mul. Finiamo secondi, dietro ad Amici. Quello che conta è che Mul è solo quinto. Pensiamo d’avere la leadership in campionato ma dopo scopriamo che a Venturini è stata inflitta una penalità e quindi tra le due gare a Mul viene data la quarta posizione e torna di nuovo in testa al campionato. Quindi, prima dell’inizio dell’ultima corsa dell’anno, ci troviamo a -1 dal nostro avversario ma oramai le abbiamo passate tutte. Aspetto il via e sono incredibilmente calmo, sento che gli Dei sono schierati dalla nostra parte.
Campioni d'Europa. Ma non è finita
Nel pomeriggio un monsone viene a farci compagnia. Scarica una quantità immensa di acqua ma mezz’ora prima del via della seconda gara torna il bello. Si parte quindi con le slick e pista umida e qui Mul e la sua squadra commettono un errore che li mette fuori lotta ancora prima di iniziare. Calcolano male i tempi di apertura pit lane, fanno un passaggio attraverso la corsia box per scaldare gli pneumatici di troppo quando oramai la corsia viene chiusa e si ritrovano costretti a partire dalla pit lane. Ora so che solo una rottura meccanica ci può fermare. Guido una corsa pulita e quando passo la macchina a Edo anche lui è estremamente attento a non commettere errori. Dobbiamo solo finire la corsa davanti a Mul, nient’altro. Così facciamo e finiamo la corsa secondi un altra volta dietro ad Amici. Ma questo poco importa perché siamo campioni d’Europa!
Le storie più belle non sono mai quelle ovvie o scontate bensì quelle che ti tengono con il fiato sospeso fino all’atto finale. Siamo i primi nella storia del Super Trofeo ad aver vinto il titolo come equipaggio di due piloti e non pilota singolo. Gran cosa. Non faccio in tempo nemmeno festeggiare che è ora di andare a dormire. Domani ha inizio la finale mondiale. Dormo di nuovo male, oramai ci ho fatto l’abitudine e non mi preoccupo. Quello che mi fa paura però è la mia tensione che non è ai livelli ottimali. Non può esserlo dopo due giorni intensi come quelli appena passati, sono come anestetizzato. Infatti, in qualifica commetto un errore e finiamo settimi. Male. Non ne faccio però un dramma, sono consapevole del perché. Devo solo trovare il “mood” giusto per domani. Vado a dormire e di nuovo poco dopo le quattro sono in piedi. Oramai non ci penso nemmeno e vado subito a farmi dei the... così, per fare qualcosa. Il mio stomaco già lo sento girare, quella che arriva sarà la giornata più intensa dell’anno. Questo perché segnerà l’ultima scena di tante cose. Si chiude una stagione e si dà inizio ad un periodo pieno di incertezze visto che io il contratto per il 2015 non ce l’ho. Ho vissuto queste situazioni anche in passato ma ora questa incertezza mi dà forza, non me la toglie: mi carica.
La fredezza del vero campione
In gara 1 decidiamo che sia Edo a partire. Guardo la partenza dai box e quando alla fine del primo giro vedo Edo in quarta posizione con tutti i nostri principali rivali dietro capisco che oggi potrebbe essere un buon giorno. Edo fa uno stint incredibile, il migliore di tutta la stagione e quando arriva il momento per me di salire siamo secondi dietro a Viberti. Mi dico, “Pavlovic, non fare cavolate”. Salgo e comincio a pressare Viberti. Lui è in difficoltà, ha finito le gomme e non ha speranza. Edo ed io non abbiamo fatto altro che cercare di consumare di meno gli pneumatici perché questa pista è così: se tiri al 100% due giri finisci tutto...ma se tiri al 99% allora lo puoi fare per molto più tempo.
“Si chiude una stagione e si dà inizio ad un periodo pieno di incertezze visto che io il contratto per il 2015 non ce l’ho”
Costringo Viberti all’errore e lo supero. Sento che è la giornata giusta. Allungo e poi controllo. Vinciamo la prima corsa davanti a Richard Antinucci, Viberti e Mul, ed ora attendiamo quella che sarà l’ultima corsa dell’anno. Parto io in gara due, male però. Sfilo terzo, dietro ad Amici ed Antinucci. Il pilota americano è il nostro diretto rivale e non voglio che ci finisca davanti. Lo presso ed alla prima occasione lo supero. Bene. Continuo a spingere al mio solito 99% e guardo Amici andare sempre più in crisi. Lo prendo ed un altra volta faccio un bel sorpasso. Come ai vecchi tempi: decisione, esecuzione, nessun dubbio. Siamo di nuovo in testa alla corsa. Al pit stop perdiamo un po’ di tempo e quando Edo esce dal box siamo secondi, dietro a Bortolotti. Antinucci, il nostro rivale è dietro a noi. Edo è bravissimo a controllare e non prendersi rischi, non serve. Finiamo secondi e vinciamo anche il campionato del mondo. Chi l’avrebbe mai detto!? Emozione indescrivibile...tanta...per tutta la squadra. Due titoli in soli tre giorni! Sono davvero orgoglioso del lavoro che abbiamo svolto durante la stagione.
Grazie a tutti!
Una stagione come questa non so quando ricapiterà. È stato un onore per me far parte del team Bonaldi e dividere la vettura con il grande Edoardo Piscopo, ragazzo di qualità incredibili diventato oramai mio fratello. Spero di poter correre ancora con lui perché è un grande uomo ed un grande pilota. Grazie a tutti i ragazzi del team che hanno contribuito al nostro successo. In particolare a Marco Bielli che ci ha supportato come ingegnere da bordo pista e non ha mai dubitato di noi, anche quando abbiamo avuto dei problemi. Ai nostri meccanici Luca Gatto e Franco Testa, che hanno fatto un lavoro egregio e ci hanno sempre dato un ottima macchina (buona pensione Frankie!). A Michele Brusa e tutta la famiglia Bonaldi per averci permesso di lavorare in tranquillità supportandoci a dovere sempre.
Grazie anche a tutti voi che mi avete letto e magari supportato a distanza. Ora, mi concederò qualche giorno di vacanza che non faccio da troppo tempo e poi vediamo cosa succederà. Io sono fiducioso. Ah si! Un'ultima cosa… Se doveste andare a Sepang e doveste fermarvi a bordo pista state attenti a dove mettete i piedi... ci sono un po’ di cobra in giro.
Miloš Pavlović
Lamborghini Super Trofeo 2014: il riassunto della stagione