Lamborghini Espada, 50 anni fa nasceva la prima 4 posti del Toro

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Nasce nel 1968 e per dieci anni diventa a sorpresa la best seller del marchio di Sant'Agata Bolognese, superando persino la Miura. Storia della Espada, la Lamborghini che affascinò il Principe di Monaco
23 luglio 2018

Nel 1968 successero tante cose rivoluzionarie. Tra queste, la nascita della Lamborghini Espada, prima Lamborghini a 4 posti, una “limousine” travestita da Gran Turismo che puntava ad una clientela molto altolocata.

Basti pensare che la prima passerella di quella che diventerà la Espada avvenne nel 1967 in occasione del Gran Premio di Monaco, quando il Principe Ranieri III di Monaco sfilò per il giro d’onore nel circuito del Principato immediatamente prima della partenza del Gran Premio, accompagnato da sua moglie la Principessa Grace Kelly.

Il Principe era al volante di una insolita Gran Turismo, più lunga del normale e molto moderna, soprattutto per via delle ampie superficie vetrate e per la linea a cuneo: si trattava della Lamborghini Marzal, prototipo commissionato da Ferruccio Lamborghini a Nuccio Bertone che era stato presentato poche settimane prima al Salone di Ginevra.

Il caratteristico posteriore "fastback" della Espada
Il caratteristico posteriore "fastback" della Espada
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Con alcune modifiche estetiche che però mantenevano pressoché invariato lo stile della bassissima coupé (era alta appena 1 metro e 20), la Marzal divenne la Lamborghini Espada, la prima 4 posti della Casa di Sant'Agata Bolognese.

In pochi potevano immaginare che la sua carriera sarebbe durata dieci anni. Dal 1968 al 1978, infatti, la Lamborghini Espada fu la Lamborghini più venduta di sempre con 1.226 esemplari, rappresentando il modello più redditizio per i bilanci del costruttore emiliano la cui proprietà nel 1972 passerà da Ferruccio Lamborghini allo svizzero Georges-Henri Rossetti. Nell'ultimo anno di produzione della Espada, la Casa italiana entrerà in amministrazione controllata prima di passare al francese Patrick Mimran che la salverà.

Frutto della matita di Marcello Gandini e del genio progettuale dell'ingegner Paolo Stanzani, la Espada perdeva rispetto alla Marzal le portiere ad ali di gabbiano e ribaltava lo schema a motore posteriore adottato sulla concept Marzal per adottare il motore all'anteriore, necessario per liberare spazio al per le poltrone posteriori e offrire un bagagliaio capiente, anche grazie alla coda di tipo “fastback”.

La linea a "cuneo" opera di Marcello Gandini. La Espada era alta appena 1 metro e 20
La linea a "cuneo" opera di Marcello Gandini. La Espada era alta appena 1 metro e 20

La meccanica derivava dalla 400 GT, rispetto alla quale il passo cresceva di 15 cm. Il motore era un V12 da 3.929 cc alimentato da sei carburatori a doppio corpo della Weber. Ne furono realizzate tre serie: Serie I (fino al gennaio 1970), in 176 unità, Serie II (fino al 1972), 578 unità e Serie III (fino al 1978), in 472 unità.

Quest'ultima fu la prima Lambo ad essere offerta, su richiesta, in una versione con cambio automatico, un 3 marce di provenienza Chrysler in alternativa al cambio manuale a 5 rapporti. Nella seconda e terza serie la potenza del propulsore salì da 325 a 350 CV, che le permisero di salire dai 245 ai 260 km/h di velocità massima.

I comodi sedili posteriori
I comodi sedili posteriori

Oltre alle prestazioni il suo pezzo forte erano gli interni, con un abitacolo spazioso integralmente rivestito in pelle e finiture di pregio. Le quattro poltrone individuali regalavano il comfort adeguato ai suoi facoltosi ed esigenti clienti, ai quali con la versione “Vip” era offerto anche un TV color Brionvega piazzato tra i sedili anteriori, una vera sciccheria per l'epoca.

La parabola della Lamborghini Espada si chiuderà senza un'erede. La proprietà dell'epoca decise infatti di dedicarsi alle sole GT 2 posti, come la celebre Countach che andrà a sostituire la pur apprezzatissima Miura che venderà comunque meno della Espada.

Al Salone di Parigi del 2008 Lamborghini sonderà il terreno per una nuova Espada con il prototipo Estoque, dotato però di 4 porte, che non vedrà però mai la luce in una versione prodotta in serie. Stessa sorte tocca alla concept Asterion, 2+2 del 2014. Per vedere una nuova Lambo 4 posti bisognerà attendere il SUV Urus, lanciato pochi mesi fa.

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