Lamborghini Countach Evoluzione: la superleggera sfortunata ideata da Pagani

Lamborghini Countach Evoluzione: la superleggera sfortunata ideata da Pagani
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La Lamborghini Countach più eccentrica e particolare mai costruita. La prima vettura stradale interamente in fibre composite. Un’idea di Horacio Pagani...
1 gennaio 2015

Sulle nostre scrivanie, comunicati e cartelle stampa si innalzano formando alte risme. Il lavoro non manca. Le notizie, nonostante il periodo di feste, sembrano non rallentare il loro flusso. Nuovi modelli, notizie dell’ultima ora, indiscrezioni sul futuro dell’automotive e dati di mercato. Ma in uno dei corridoi della redazione, alcuni colleghi sghignazzano ricordando l’indimenticabile film The Cannombal Run in cui un affascinante Burt Reynolds fa il filo spietato a due sexy piloti, Jill Rivers (Tara Buckman) e Marcie Thatcher (Adrienne Barbeau), impegnate a partecipare alla gara più pazza del mondo su di una Lamborghini Countach nera fiammante.

 

E il più nostalgico di loro, se ne esce con una scommessa : "Chi si ricorda, invece, la Countach Evoluzione, vince un caffè giù al bar". Ora vi raccontiamo noi un po’ di storia. Se vi dovesse capitare un collega come il nostro, saprete cosa rispondere e sarete certi di avere un caffè pagato…

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La Lamborghini Countach Evoluzione all'interno dello stabilimento di Sant'Agata Bolognese

Una storia tormentata lunga oltre dieci anni

Per parlare e apprendere a pieno la grandezza di un progetto come quello della Countach Evoluzione, bisogna fare un passo indietro di qualche anno, per capire la sua collocazione temporale e l’ambito economico nel quale prese vita. Correva il 1972 e Ferruccio Lamborghini, il fondatore della Casa, colui che tanto aveva fatto per costruire automobili e che tanto credeva in quell’avventura, pian piano cedette tutte le quote della società. Due i motivi: il primo “imprenditoriale”, il secondo “passionale”.

A Ferruccio innanzitutto servivano liquidi per l’azienda principe, ovvero la Lamborghini Trattori, e poi il suo animo di appassionato era sempre più intollerante nei confronti delle sempre più accese agitazioni sindacali fuori e dentro l’azienda. La situazione alla Lamborghini, con la sua uscita di scena, manco a dirlo, peggiorò. Una rinascita sembrò arrivare quando BMW decise di affidare a Lamborghini la costruzione di ottocento M1. L’azienda bolognese però, colpa la grande crisi in cui riversava, non fu in grado di mantenere fede ai tempi di consegna e BMW rescisse il contratto.

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Un giovanissimo Horacio Pagani (a dx) insieme agli altri progettisti della Lamborghini Countach Evoluzione


Nell'agosto del 1978 il tribunale di Bologna pose l'azienda in amministrazione controllata ma, non trovando un acquirente nei due anni a seguire, fu messa in liquidazione e successivamente comprata dai fratelli francesi Patrick e Jean-Claude Mimran. Nacque così la Nuova Automobili Lamborghini che, come primo progetto, ricominciò a sviluppare la Countach, che non sembrava accusare il peso degli anni.

Nel 1985 Luigi Marmiroli divenne direttore tecnico e due anni dopo fu messo a capo di un nuovo reparto “sviluppo” dove lavorava, tra gli altri, anche un giovane argentino, l’allora sconosciuto Horacio Pagani, arrivato in Italia con tanta passione, genialità e la lettera di raccomandazione di Juan Manuel Fangio. Proprio in quel reparto prese forma un interessante prototipo, la Countach Evoluzione, un modello realizzato in fibre composite, ideata proprio da quel progettista nativo di Casilda, ma con origini piemontesi, che poi fondò la Pagani Automobili.

La prima vettura Lamborghini in fibre composite

Realizzata nel 1986 fu in assoluto la prima vettura costruita completamente in fibra di carbonio. Venne sviluppata come laboratorio viaggiante per testare nuove idee e nuove tecnologie, ma purtroppo non fu mai realizzata in serie, per una serie di motivi, non ultimo l’alto costo di produzione del telaio in carbonio. Per fortuna però non tutto andò perso e numerose innovazioni stilistiche introdotto sull’Evoluzione vennero poi riprese dalla Countach 25º Anniversario del 1988.

La ricerca dell’abbattimento del peso, come ben sappiamo, è diventata poi una delle costanti nella vita del Pagani progettista

 

Ideatore di questo progetto fu Horacio Pagani che in quegli anni stava portando avanti la sua prima esperienza lavorativa in Italia, in Lamborghini. Il desiderio di Horacio era quello di presentare una vettura con una migliore aerodinamica, e per questo venne impiegato un nuovo spoiler anteriore, nuovi copricerchi lenticolari in carbonio, prese d’aria ma soprattutto voleva un’auto più leggera. La ricerca dell’abbattimento del peso, come ben sappiamo, è diventata poi una delle costanti nella vita del Pagani progettista. In quegli anni, comunque, anche le altre Case non stavano a guardare. Ferrari iniziò a impiegare il carbonio per la costruzione delle sue vetture stradali, forte dell’esperienza maturata in Formula 1. Basti ricordare la 288 GTO Evoluzione, vettura laboratorio, e la leggendaria F40. Nessuno però, nessuno, si spinse tanto quanto il giovane progettista italo-argentino.

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Gli interni spartani del prototipo

 

Horacio voleva una vettura completamente nuova e non limitarsi a rivedere un veicolo con la sola aggiunta di pannelli di carbonio. D’altro canto le finanze della Lamborghini non permettevano certo lo sviluppo di un’auto da zero. La decisione fu allora quella di partire dallo chassis della mitica Countach per costruirci attorno un'auto tutta in alluminio e carbonio. L’auto si presentava come la vedete in foto, con il contrasto delle parti nere, in carbonio, e dell’alluminio spazzolato. L’interno era molto spartano. C’era solo lo stretto necessario.

500 chili in meno della Countach e 120 della Ferrari F40

Il peso totale dell’ Evoluzione era di soli 980 Kg ovvero circa 500 Kg in meno che la Countach QV 5000S, 120 della Ferrari F40 del 1987 e, udite udite, 82 kg in meno anche della McLaren F1 del 1995.  Il motore, alimentato a carburatori, raggiungeva la potenza di 490 CV, che spinse questo prototipo fino alla velocità massima di 330 Km/h durante alcuni test sulla pista di prova di Nardò. L’auto del Toro, voluta da Pagani, era in grado di passare da 0-100 km / h in circa 4 secondi. È interessante ricordare che la vettura era dotata di assetto elettronico variabile, trazione integrale, ABS e alcune soluzioni che vennero poi impiegate sui veicoli degli anni a venire.

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Alla base del prototipo c'era lo chassis della Countach

Horacio Pagani, un precursore

Il team di progetto, con in testa il futuro fondatore della Pagani Automobili, scrisse con quella automobile un nuovo capitolo di storia. Spinse la progettazione dove nessuno aveva mai osato. I tempi non erano ovviamente ancora pronti, gli studi sui test di impatto ancora “primitivi” e i costi troppo alti. La Countach Evoluzione fece una brutta fine. Fu immolata sull’altare dello sviluppo, e i suoi progettisti piansero la scomparsa dell’unico prototipo esistente dopo la distruzione a seguito di un crash test.

 

Il progetto si arrestò anche perché ai tempi non era pensabile costruire una vettura in serie con un telaio che, a seguito di un incidente di una certa importanza, avrebbe dovuto essere sostituito. Il carbonio, si sa, non può essere raddrizzato come l’alluminio… Solo oggi, a distanza di trent’anni, possiamo applaudire all’arrivo di vetture di serie con telai in carbonio e chissà BMW quanti telai di i3 abbia distrutto prima di commercializzare la sua vettura elettrica…

 

Maurizio Vettor

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