Lamborghini Aventador - come è fatta

Lamborghini Aventador - come è fatta
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Da Sant'Agata giungono nuove immagini relative all'erede della Murcielago
22 febbraio 2011
A pochi giorni dal lancio Lamborghini torna a far parlare della nuova Aventador, l'erede della Murcielago che sarà mostrata a Ginevra, svelando alcune immagini della vettura priva di carrozzeria.

COME E' FATTA
Immagini comunque estremamente interessanti, in paritcolar modo per tutti quegli appassionati di tecnica automobilistica che finalmente possono ammirare lo schema costruttivo della nuova vettura.

CUORE V12
Cuore del progetto è, come per ogni supersportiva che si rispetti, il motore: la nuova unità sviluppata da Lamborghini è un V12 aspirato, siglato L539, a V di 60° con una potenza di 700 CV a 8.250 giri e 690 Nm di coppia massima a 5.500 giri. Si tratta di un'unità estremamente compatta - 848 mm di larghezza collettori compresi, 665 mm d'altezza e 784 mm d'altezza - realizzata utilizzando leghe di alluminio e silicio, che hanno permesso di contenere in 235 kg il peso complessivo.

CAMBIO ISR
Ad esso è collegato il nuovo cambio ISR, che si caratterizza per un peso di soli 79 kg e per tempi di cambiata ridottissimi. Per il conseguimento di innesti molto veloci delle marce è stata adottata una costruzione particolare del cambio, denominata ISR (Independent Shifting Rods). Invece di avvenire in modo consecutivo, come nel caso di un cambio tradizionale, il Lamborghini ISR esegue le operazioni di cambiata quasi simultaneamente: mentre una delle aste di comando disinnesta la marcia attiva, l'altra asta può già innestare la marcia successiva.

SCOCCA IN CARBONIO E DOPPIO TELAIO
Nelle immagini rilasciate sono poi ben visibili le sospensioni push-rod, ispirate senza mezzi termini alle monoposto di F1, oltre che i telai in alluminio presenti anteriormente e posteriormente a supporto degli organi meccanici ad esso collegati. Il motore dunque non ha, principalmente per discorsi di confort e di complessità costruttiva, funzioni strutturali come nel caso delle monoposto della massima serie, così come anteriormente le sospensioni non lavorano in simbiosi con la scocca in carbonio, rapportandosi invece ai telai metallico "scomponibili".

PIRELLI P-ZERO
Nelle immagini si nota anche l'impianto frenante, velatamente celato dietro le ruote a cinque razze sdoppiate gommate 255/35ZR19 davanti e 335/30ZR20 dietro: si tratta di un impianto che prevede dischi carboceramici e pinze, di colore giallo, di generose dimensioni. La gommatura di primo equipaggiamento è affidata a Pirelli: l'azienda italiana, come ben spiegato dal CEO Gori nel corso del lancio della Pagani Huayra, è leader anche nella realizzazione di pneumatici per supersportive e non c'è dubbio sul fatto che anche per la nuova V12 del Toro sia stato fatto un gran lavoro...
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