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Il prossimo 4 dicembre Lamborghini presenterà la Urus, il suo primo SUV. Si tratta di una scelta che oggi è commercialmente molto sensata, dal momento che gli sport utility rappresentano oggi il segmento più redditizio per tutti i marchi, da quelli asiatici più economici fino a più prestigiosi.
L'idea di unire lusso, prestazioni e capacità fuoristradistiche non è però recente: risale per l'esattezza al 1982, quando la Lamborghini allora gestita dai fratelli svizzeri Mimran decise di rispolverare un progetto originariamente destinato al settore militare. Nel 1977, infatti, Lamborghini insieme alla americana MTI aveva approntato un prototipo destinato all'esercito americano, la Cheetah. La Cheetah non aveva convinto però lo US Army che gli preferì lo HMMWV, comunemente noto come “Humvee”, quello che poi nel 1992 sarebbe diventato l'Hummer H1 nella versione civile di GM.
L'idea non viene però abbandonata: nel 1981 al Salone di Ginevra la Casa di Sant'Agata insieme alla Jalpa presenta la LM001, che però rimane allo stadio di prototipo. Il suo punto debole era il motore posteriore, che rendeva l'auto troppo sbilanciata. Ma l'idea di un fuoristrada ad alte prestazioni rimane ancora un pallino della Lamborghini del tempo.
Nel 1982 a Sant'Agata si trova la soluzione: posizionare il motore sull'asse anteriore. E' la strada giusta e nel 1986, dopo quattro anni di sviluppo, al Salone di Bruxelles fa il suo esordio la Lamborghini LM002, il primo esempio di “hyperfuoristrada”. E' esagerata in tutto: è lunga 4,9 metri e larga 2, pesa oltre 2,6 tonnellate, ha angoli d'attacco che le consentono di superare pendenze fino al 120%, raggiunge una velocità massima di 210 km/h, con un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 7,8 secondi.
Insomma, un mastodonte in grado di correre veloce come un giaguaro su qualsiasi terreno, grazie all'installazione del motore V12 derivato dalla Countach Quattrovalvole con una cilindrata di 5.167 cc e 450 CV a 6.800 giri/min. Il prezzo è di ben 240 milioni di lire, una cifra da nababbi. Infatti la comprano soprattutto sceicchi e dittatori del Medio Oriente, gente poco raccomandabile per nulla preoccupata dal consumo mostruoso che in condizioni reali può raggiungere 1 km/litro. I lussuosi interni, spartani nel disegno, erano realizzati sulla base delle richieste del cliente.
Raggiungendo velocità superiori ai 200 km/h, la LM002 era stata equipaggiata con pneumatici Pirelli Scorpion progettati ad hoc, che permettevano di affrontare superfici cedevoli come la sabbia, offrendo allo stesso tempo un'ottima resistenza in climi caldissimi come quelli ai quali era destinata. La produzione delle carrozzerie in alluminio e fibra di vetro era realizzata presso la Goizan di Bilbao. Il tutto veniva spedito a Sant'Agata Bolognese per essere completato con motore, componenti meccaniche e finiture, collaudo e consegna al proprietario. Tra il 1986 e il 1992 ne sono state realizzate 301 unità.
Uno di questi, numero di telaio #12231, carrozzeria nera, è stato recentemente restaurato dal Polo Storico Lamborghini e fa bella mostra di sé nel Museo della Casa di Sant'Agata.