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Quando i primi automatici e, successivamente, i doppia frizione arrivarono sulle auto ad alte prestazioni molti tradizionalisti storsero il naso. Ma oggi la situazione è ben diversa, visto che dopo Ferrari e McLaren anche Lamborghini ha abbandonato il cambio manuale.
Le ragioni sono diverse: le altissime prestazioni raggiunte dai motori rendono necessario non solo offrire al pilota il pieno controllo della vettura rinunciando a leva e pedale, ma implicherebbero anche frizioni sovradimensionate e dunque gambe d'acciaio per azionare la frizione.
Col tempo, inoltre, la domanda del cambio manuale si è quasi azzerata: «Anche il pilota più bravo non può essere più veloce di una doppia frizione e la verità è che nessuno ci ha più chiesto un'auto con il cambio manuale», ha dichiarato l'ad di Lamborghini Stephan Winkelmann in un'intervista al sito americano Motor Authority durante il Salone di Detroit. Gallardo e Murciélago sono state infatti gli ultimi due modelli del Toro ad averlo disponibile.
«Quando sono arrivato in Lamborghini - ha aggiunto Winkelmann - il cambio manuale rappresentava ancora il 10% delle richieste e stiamo parlando di dieci anni fa».
Secondo Maurizio Reggiani, Responsabile del reparto Ricerca e Sviluppo di Lamborghini, «Il problema non è il cambio in sé, ma la frizione. Questa è il punto debole del sistema e siamo già quasi al limite. La Diablo aveva un carico sul pedale della frizione di 42 kg, se la Aventador di oggi avesse un manuale, richiederebbe almeno 70 kg. Un cambio a doppia frizione, invece, permette di distribuire il carico oltre a essere gestito dall'elettronica e quindi a prova di errore».
Tra i costruttori di supercar a resistere all'estinzione del cambio manuale è rimasta Porsche, che per l'ultima 911 ha sviluppato appositamente un manuale a 7 marce, ma pare che la domanda sia talmente bassa da non giustificare gli investimenti. Probabile, quindi, che a breve anche le auto di Zuffenhausen passino tutte al doppia frizione con buona pace dei duri e puri.