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In questo inizio 2022 si parla di dati e bilanci del 2021. In Italia l’auto che “era Fiat”, poi FCA, è divenuta Stellantis che, pur tanto francese, è comunque il riferimento nazionale dell’industria. Vediamo di non confonderci allora, leggendo solo le prime righe di post condivisi sui social.
La produzione “italiana” indipendentemente dalla capogruppo, è in calo, e non poco se si guarda al periodo e non a una rapida, singola e mutevole annualità pandemica: dal 2017 perso il 45% delle auto e un terzo circa in assoluto contando sia vetture, sia veicoli commerciali. Questi ultimi sono in calo per la prima volta da decenni su un simile periodo temporale. La ripercussione avrà onda lunga anche per la filiera e l'aftermarket.
È solo Mirafiori il polo produttivo automobilistico nazionale che supera i livelli 2019. Poi, dato un 2020 drammaticamente “fermo” per lo scoppio della pandemia, ovvio che salgano nell’anno anche altre sedi Stellantis italiane.
Il 2021 ha poi fatto scoprire anche il collo di bottiglia dei microchip chiudendo, non solo per colpa di quello, con un -6% complessivo su 2020 che vuole dire -18% sul 2019 pre-pandemico. Non sono bei numeri per i lavoratori.
Vedendo il lato positivo, della produzione auto 2021 tricolore di Stellantis, si contano allora le 77.267 auto “torinesi” che doppiano le 36.702 del 2020: +110%. Le protagoniste sono 500 elettrica (53.819 auto) e Maserati (23.448 auto) con Levante, largamente davanti per volume, Ghibli e Quattroporte. Oltre alla bella MC20 e la Jeep Compass, che salgono per questioni diverse.
A fronte di questi numeri altalenanti, con tutto il resto della gamma italiana Stellantis in calo, la FIM ha chiesto un tavolo per discutere con azienda e governo: fondi per il settore e incentivi al cambio auto.
Per il 2022 momenti caldi e utili, saranno l’avvio di produzione e vendita per Alfa Tonale (Pomigliano) Maserati Grecale (Cassino), oltre che le due GT e GC del Tridente, sempre nel torinese.
Fonti: Dati sindacali FIM CISL, IlCorriere