Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Puntare sull'ibrido per tenere a bada l'ascesa delle auto elettriche cinesi: è questa la strategia che sta adottando Toyota nel Sud-Est asiatico e che, nel caso in cui dovesse funzionare, potrebbe essere estesa anche ad altre latitudini. Certo è che il confronto di fuoco, adesso, si gioca nella cosiddetta regione Asean, tra Filippine e Indonesia, Thialandia e Malesia, Vietnam e Cambogia. È qui che ha preso forma il ring sopra il quale si stanno scontrando, senza esclusione di colpi, i sempre più economici Electric Vehicle (EV) made in China e la navigate quattro ruote made in Japan. Queste ultime intendono mantenere viva la loro presenza affidandosi agli EV ibridi. Nei giorni scorsi, per esempio, Toyota Motor ha presentato le ultime Prius ibride di 5a. generazione prima dell'apertura al pubblico del Gaikindo Indonesia International Auto Show: i nuovi modelli, un ibrido normale e un ibrido plug-in, saranno entrambi importati dal Giappone. "La tecnologia dei veicoli elettrici ibridi è già collaudata sul mercato internazionale", ha dichiarato Hiroyuki Ueda, responsabile della divisione indonesiana della casa automobilistica giapponese, spiegando che i vantaggi più importanti sono in termini di consumo ed emissioni, un aspetto da trascurare, visto che la capitale dell'Indonesia, Jakarta, è una delle città del mondo più congestionate dal traffico.
Nissan Motor Company, a sua volta, ha annunciato che lancerà il suo ultimo modello ibrido e-Power, la Serena per il mercato indonesiano. "Questo lancio dimostra l'impegno di Nissan nel fornire tecnologie avanzate", ha affermato Toshihiro Fujiki, presidente di Nissan Asean e Thailandia. Ricordiamo che l'Indonesia è sempre stata una roccaforte delle case automobilistiche giapponesi, che detengono oltre il 90% della quota di mercato del Paese ma che adesso sono sotto attacco dalla crescita delle rivali cinesi. Toyota, inclusa la sua sussidiaria Daihatsu, ha rappresentato oltre il 50% delle vendite nei primi sei mesi del 2024, seguita da Honda e Mitsubishi Motors. Il più grande marchio cinese è stato Wuling Motors, fermo a circa il 3%. La distanza tra i “due mondi” è ancora tanta ma potrebbe accorciarsi notevolmente da qui ai prossimi anni. In un recente sondaggio condotto in Indonesia dalla società Milieu Insight, intanto, è emerso che il 47% degli intervistati non ha ancora acquistato EV a causa dei "prezzi elevati", mentre il 42% ha citato le "poche stazioni di ricarica".
È un momento delicatissimo per Toyota Motor Corporation. Da un lato, nel primo semestre del 2024 il gruppo giapponese non può che essere soddisfatto per aver piazzato 5,16 milioni di veicoli in tutto il mondo, superando Volkswagen AG (seconda con 4,35 milioni) e mantenendo il primo posto nelle vendite
globali per il quinto anno consecutivo. Se zoomiamo sui dati, tuttavia, emergono non poche crepe. Innanzitutto, la produzione a livello internazionale di Toyota è scesa del 9,8%, mentre le vendite nazionali del brand sono crollate del 32%, attestandosi a 823.595 unità, principalmente perché Daihatsu ha temporaneamente sospeso la sua produzione dopo la scoperta dei test di sicurezza truccati suoi suoi mezzi.
Nonostante la crescita in Europa (+2,7%) e America Latina (+6,5%) registrata a giugno, le vendite del colosso nipponico sono state duramente colpite in Asia, il suo bacino di riferimento, dove c'è stato un calo del 7,2%. Nello specifico: -13% in Cina e -11% in Thailandia, ovvero due tra i mercati regionali chiave dell'azienda. Toyota ha attribuito i risultati al “difficile contesto di mercato” e alla “intensificata concorrenza sui prezzi” nella regione. Ma la tempesta perfetta che ha iniziato a scatenarsi nel contesto asiatico potrebbe in realtà essere un antipasto delle future sfide mondiali che il gruppo si troverà costretto ad affrontare in tutto il mondo. E presto anche in Europa dove la strategia delle auto full hybrid, di cui Toyota è da sempre la leader, sta funzionando bene e potrebbe rappresentare anche - su scala continentale - una valida soluzione alternativa agli irragionevoli bandi delle termiche del 2035.