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Il boss di Porsche - Oliver Blume - non vede alcun conflitto fra le auto elettriche e le benzine sintetiche, una posizioine che la Germania con il suo ministro dei trasporti Volker Wissing sta imponendo, insieme all'Italia, alla Commissione e al Parlmento europeo. E aggiunge che se questa "convivenza" venisse approvata, la strategia di Porsche per il futuro non cambia.
Vale la pena di tornare per un momento su cosa sono gli e-fuel (elettro-fuels o benzine sintetiche): Si chiamano e-cherosene (per gli aerei), e-metano, e-metanolo e sono fabbricati catturando l'anidride carbonica dall'aria e combinando questa con l'idrogeno prodotto con energie rinnovabili o CO2 free. L'idea è che bruciando questo tipo di combustibili si rilascia la stessa quantità di CO2 che è stata catturata, quindi il bilancio è neutro.
La strategia di Blume è di avere in listino auto elettriche come la Taycan o la nuova Macan a batterie (2024) e di vendere auto elettriche per l'80% entro il 2030. Ma per la 911 è un'altra storia: l'iconica Porsche è troppo complessa e sportiva per essere una elettrica al 100% e non si presta male anche per una versione plug-in ricaricabile. Al massimo potrebbe diventare una "mild-hybrid" riducendo un po' i consumi, ma non di molto. Gli e-fuels - oggi molto cari - potrebbero risolrvere il problema se venissero incentivati adeguatamente, per esempio con una forte detassazione.
"Gli e-fuel sono anche facili da trasportare, si può usare la stessa infrastruttura di adesso e noi continueremo a fare la 911 per tutto il tempo possibile" che a questo punto significa ben oltre il 2035. Magari sarà un prodotto di nicchia per strani e agiati "petrolhead" appassionati di auto d'epoca, ma ci sarà.