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Piuttosto che creare false interviste o foto di finti arresti, perché non usare le capacità dell'intelligenza artificiale di Midjourney o altri software governati dall'AI per aggiornare la nostra cultura artistica e automobilistica? Ok, dobbiamo ammettere che i risultati hanno sorpreso anche noi, specialmente per il numero delle dita e delle gambe di giunoniche bellezze o di quante maniglie servono per aprire una porta. Insomma, occhio a quel che date in pasto all'AI, potrebbe sorprendervi.
La Luna e le stelle del maestro olandese illuminano di una tenue aura le fattezze di una simil-Panda Cross semiliquida con un frontale fin troppo esteso in basso, cornici dei fari esagerate e una sottile linea rossa sulla calandra. Brutta, d'accordo, ma aspettate di arrivare in fondo, e poi il tratto rispecchia quello che probabilmente farebbe un pittore, mica un ingegnere.
La livrea dell'auto potrebbe ricordare vagamente una versione Abarth e negli occhi delle bagnanti c'è tutto lo stupore e l'ammirazione che nel 1476 (o 1487, gli storici non sono d'accordo sulla tela di Botticelli) avrebbe potuto destare cotanta auto. Stupefazione tale da far spuntare gambe, ali e dita in sovrabbondanza alle protagoniste. La proprietaria a bordo osserva, imperturbabile
Qui si è persa un po' di riconoscibilità della Panda che ha smarrito la silhouette somigliando ad un'auto cinese, ma tutto è teso a lasciar lavorare di fantasia l'intelligenza artificiale che ha creato personaggi semiumani ma dall'indole apparentemente pacifica, ricreando un po' l'atmosfera onirico/psichedelica delle copertine dei 33 giri dei gruppi rock degli anni '80.
Quest'opera, a differenza dell'originale, non si trova al MOMA di New York, ma è una nostra esclusiva: il maestro Dalì è sempre idealmente rappresentato dalla creatura bianchiccia, che però ha gli occhi spalancati, si sdoppia e tiene sotto controllo una lontana cugina della Panda abitata da un gigantesco mollusco. L'intelligenza artificiale ha stravolto la "Persistenza della Memoria" facendo sparire gli orologi molli, però conservato il paesaggio malinconico e spoglio.
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Corso Giovani Agnelli, 200
Torino
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