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Adam Opel fondò la propria azienda in quel di Rüsselsheim 160 anni fa. Oggi si parla solo di auto elettrificate o elettriche con pianale condiviso in Stellantis, rimandando al DNA di marca solo alcuni elementi percepibili nello stile, nella guida e in alcune dotazioni che guardano a comfort (es. selleria) e sicurezza (es. illuminazione). Eppure questa lunga storia ne ha di elementi propri, tangibili volendo ma destinati ai musei e ai libri o, peggio, al rapido e sintetico racconto di una Intelligenza Artificiale per chi pigramente vuole “sapere tutto ascoltando” a chiamata di argomento.
La Opel inizialmente si occupava di macchine da cucire, nel lontano 1862, ma non solo. L’azienda tedesca era forte nella capacità produttiva e divenne in un certo momento storico la più grande in grado di sfornare biciclette, tra fine ottocento e inizio novecento. Solo dopo, mantenendo l’ottica della “portata di tutti” per ogni modello messo in commercio, arrivarono le automobili con la prima vettura datata 1899.
Per gran parte della propria storia dopo la prima guerra mondiale, la Opel è stata parte di gruppi auto maggiori, con GM che ne è divenuta “padrona” già nel 1929 e poi PSA che nel 2017 ha preso possesso del brand ora parte di Stellantis.
Se tra le auto più note o ricordate nei suddetti libri, ci sono Lutzmann, Blitz, Kadett, GT, Frontera e per tutti la sempre verde Corsa, i primi del novecento videro Opel impegnata nella particolarissima serie RAK: modelli riconosciuti come i primi in assoluto “a razzo” e capaci, nelle varie evoluzioni con ispirazione aeronautica, di sfiorare i 250/300 Km/h circa secondo i casi.